A review by stefania_c
Meditations in an Emergency by Frank O'Hara

5.0

P. Auster me ne aveva fatto innamorare citando una sua poesia in “4321” e io sono debole, quindi ho preso questa sua raccolta e niente lo amo ora.

O’Hara faceva parte della corrente poetica “New York School” (stesso nome della corrente artistica) quando non era curatore del MoMA, quindi si parla di espressionismo-astratto.
Sulla sua tela poetica lui getta tutto quello che vede e sente,

« “I’d give a lempira or two / to have it all slapped onto a / canvas” » - A Terrestrial Cuckoo

c’è però una ciclicità tematica: il parlare di avvenimenti quotidiani e non, con un lessico che va dal più aulico al più bambinesco;
il partire dal narrare del suo muoversi nel mondo che lo circonda e arrivare a strati di analisi più profondi, come della vita in contatto con la morte (che ne è parte integrante) ad esempio, e di come percepisce sé stesso.
[N.B. Le poesie ad aprire la raccolta e a chiuderla sono: “To The Harbormaster”, “Poem: To the eager note on my door” e “Mayakovsky”]

A me ha colpito il suo sguardo indiretto sulle cose del mondo e il suo modo di raccontarle con una forma inizialmente mantenuta e più tardi presente solo nello scheletro poiché aggiunge strati di interpretazione, di pensieri.
Mi ha ricordato il mio amato Calvino.