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A review by frahorus
Il conte di Montecristo by Alexandre Dumas
5.0
Dopo aver divorato I tre moschettieri qualche anno fa, ho appena terminato questa altra celebre opera letteraria di Alexandre Dumas.
Quello che ho letto è essenzialmente un lungo romanzo di avventura con protagonista Edmond Dantès, un giovane marinaio che subirà molte ingiustizie e che, col tempo, si vendicherà con quelli che gli hanno rovinato la vita (diventando il Conte di Montecristo). Quindi il tema che percorre tutta la storia, anzi l'intera storia ruota attorno alla tematica della vendetta. Facilmente ci si immedesima con il protagonista, si tifa con lui per sopravvivere a quella ingiusta prigionia durata 14 anni nel Castello d'If, l’anima di Edmond è un anima ferita e rabbiosa che non ha più la capacità di volgersi agli altri con fiducia ne tanto meno di ricercare la felicità.
Bello, molto scorrevole, appassionante, non ci si stanca di continuare la lettura e di sapere come andranno a segno le varie trappole del conte che metterà a segno e con cui punirà i suoi nemici. Dumas ci descrive di come un uomo buono e generoso, dopo quello che subisce ingiustamente, si può trasformare in un vendicatore vittorioso, una sorta di preistorico Superman. Verso il finale, quando Montecristo ritrova la sua ex promessa sposa Mercedes, l'autore riesce bene a farci capire che nell' anima del conte non c’è più spazio per lo slancio e la fiducia verso il prossimo di cui avrebbe bisogno per continuare ad amare la sua donna. E’ un uomo consumato dalla rabbia per l’ingiustizia delle privazioni a cui è stato condannato. L'autore, inoltre, ci delinea il personaggio di Dantes divenuto conte come un personaggio divino, che grazie al "pretesto" del denaro (diventa ricco grazie all'abate Faria che incontra in prigione) riuscirà ad inoltrarsi nella nobiltà francese e ritroverà e si farà amici i suoi nemici.
Come struttura è un romanzo d'appendice, ovvero pubblicato a puntate su una rivista fra il 1844 e il 1846. Ammetto che in certi punti potrebbe risultate noioso, ma questo accade perché avvengono tantissime storie e situazioni che spesso ci si trova smarriti, ma d'altronde stiamo parlando di oltre 1000 pagine, quindi è naturale stancarsi ad un certo punto. Difatti io ho dovuto interrompere la lettura un paio di volte e ho letto contemporaneamente alti romanzi per staccare un po', ciò però non toglie che rimanga una lettura appassionante e scorrevole e si merita tutte e cinque le stelle senza alcun dubbio.
Se posso darti un consiglio, o lettore, non spaventarti dalla mole di questo romanzo: lo so, anche io ho pensato la tua stessa cosa, ovvero: "e chi se lo legge questo mattonazzo adesso?" (io stesso ho impiegato ben 4 mesi per leggerlo, con pause incluse). Fidati, ne vale la pena, sarà un'esperienza che ricorderai per molto tempo. In questa storia vi troverai l'essenza dell'avventura, la storia d'amore infranta, le perdite e le delusioni della vita, la lotta contro il destino e contro i nemici, il rialzarsi e il ricominciare da zero per poi vendicarsi con calma e sangue freddo. Ti giuro, alla fine ti lascia senza parole, e vorresti come Morrell e Valentine esclamare: "Chissà se lo rivedremo ancora!"
"Aspettare e sperare".
Quello che ho letto è essenzialmente un lungo romanzo di avventura con protagonista Edmond Dantès, un giovane marinaio che subirà molte ingiustizie e che, col tempo, si vendicherà con quelli che gli hanno rovinato la vita (diventando il Conte di Montecristo). Quindi il tema che percorre tutta la storia, anzi l'intera storia ruota attorno alla tematica della vendetta. Facilmente ci si immedesima con il protagonista, si tifa con lui per sopravvivere a quella ingiusta prigionia durata 14 anni nel Castello d'If, l’anima di Edmond è un anima ferita e rabbiosa che non ha più la capacità di volgersi agli altri con fiducia ne tanto meno di ricercare la felicità.
Bello, molto scorrevole, appassionante, non ci si stanca di continuare la lettura e di sapere come andranno a segno le varie trappole del conte che metterà a segno e con cui punirà i suoi nemici. Dumas ci descrive di come un uomo buono e generoso, dopo quello che subisce ingiustamente, si può trasformare in un vendicatore vittorioso, una sorta di preistorico Superman. Verso il finale, quando Montecristo ritrova la sua ex promessa sposa Mercedes, l'autore riesce bene a farci capire che nell' anima del conte non c’è più spazio per lo slancio e la fiducia verso il prossimo di cui avrebbe bisogno per continuare ad amare la sua donna. E’ un uomo consumato dalla rabbia per l’ingiustizia delle privazioni a cui è stato condannato. L'autore, inoltre, ci delinea il personaggio di Dantes divenuto conte come un personaggio divino, che grazie al "pretesto" del denaro (diventa ricco grazie all'abate Faria che incontra in prigione) riuscirà ad inoltrarsi nella nobiltà francese e ritroverà e si farà amici i suoi nemici.
Come struttura è un romanzo d'appendice, ovvero pubblicato a puntate su una rivista fra il 1844 e il 1846. Ammetto che in certi punti potrebbe risultate noioso, ma questo accade perché avvengono tantissime storie e situazioni che spesso ci si trova smarriti, ma d'altronde stiamo parlando di oltre 1000 pagine, quindi è naturale stancarsi ad un certo punto. Difatti io ho dovuto interrompere la lettura un paio di volte e ho letto contemporaneamente alti romanzi per staccare un po', ciò però non toglie che rimanga una lettura appassionante e scorrevole e si merita tutte e cinque le stelle senza alcun dubbio.
Se posso darti un consiglio, o lettore, non spaventarti dalla mole di questo romanzo: lo so, anche io ho pensato la tua stessa cosa, ovvero: "e chi se lo legge questo mattonazzo adesso?" (io stesso ho impiegato ben 4 mesi per leggerlo, con pause incluse). Fidati, ne vale la pena, sarà un'esperienza che ricorderai per molto tempo. In questa storia vi troverai l'essenza dell'avventura, la storia d'amore infranta, le perdite e le delusioni della vita, la lotta contro il destino e contro i nemici, il rialzarsi e il ricominciare da zero per poi vendicarsi con calma e sangue freddo. Ti giuro, alla fine ti lascia senza parole, e vorresti come Morrell e Valentine esclamare: "Chissà se lo rivedremo ancora!"
"Aspettare e sperare".