A review by doublec
Mornings in Jenin by Susan Abulhawa

dark emotional sad tense slow-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? It's complicated

5.0

Nel nostro campo la sua storia era la storia di tutti, un unico racconto fatto di espropriazione, dell'essere denudati della propria umanità, essere buttati come spazzatura in campi profughi indegni dei topi. Dell'essere lasciati senza diritti, senza casa né nazione, mentre il mondo si voltava dall'altra parte a guardare e ad applaudire l'esultanza degli usurpatori che proclamavano il nuovo stato che chiamavano Israele

Ogni mattina a Jenin è uno di quei libri che fa riflettere su una condizione che ti fa sentire piccolo ed inutile. La storia che seguiamo attraverso gli occhi di Amal che ci racconta della sua famiglia palestinese in fuga dopo la guerra dei Sei giorni, della sua permanenza in un orfanatrofio di Gerusalemme ed il successivo trasferimento negli Stati Uniti è raccontata con cruda profondità, ma anche con disarmante delicatezza. Un libro devastante, vero, che ti fa allungare le dita verso reali avvenimenti sin quasi a sfiorarli. Non nascondo che a volte è stato difficile andare avanti, non saltare qualche pagina per non “vedere” alcune cose. Alcune pagine hanno perseguitato le mie notti, e alle volte mi sono ritrovata a svegliarmi agitata senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle immagini che si affacciavano alla mia mente. Eppure non ho desiderato neanche per un istante non averlo letto, anzi, sono veramente grata alla mia libraria per avermelo messo tra le mani. Ne consiglio vivamente la lettura, anche come trampolino di lancio per informarsi meglio sugli avvenimenti che hanno lacerato la Palestina.