A review by dory_a
Last Night at the Telegraph Club by Malinda Lo

emotional hopeful informative inspiring reflective sad medium-paced
  • Plot- or character-driven? Character
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? No

4.0

È il 1954 e per Lily Hu, una ragazza di Chinatown di San Francisco, sta per cambiare tutto: sebbene infatti la ragazza sospetti da tempo di preferire le ragazze ai ragazzi, saranno la scoperta dell'esistenza del Telegraph Club, un locale per lesbiche, e l'invito di una sua compagna di classe - Kathleen Miller - ad accompagnarla lei stessa lì, ad aprirle le porte di un mondo tutto nuovo, un mondo dove Lily può essere finalmente sé stessa. Lily però sa bene di dover comunque continuare a tenere nascosta questa parte così importante di sé al di fuori del club, soprattutto ora che le cose a casa non vanno esattamente bene: a suo padre infatti, accusato di aver protetto un comunista e di essere quindi un loro simpatizzante, sono appena stati confiscati i documenti che attestano la sua cittadinanza e non è escluso che il governo americano decida direttamente di deportarlo; per cui adesso anche fare il minimo passo falso da parte di Lily significherebbe mettere a rischio non solo suo padre ma tutta la sua famiglia...

Last Night at the Telegraph Club è sicuramente uno dei libri a tema LGBTQ+ (yound adult) di cui ho sentito parlare di più nell'ultimo anno e sempre in maniera positiva. Come mi succede spesso in questi casi, la curiosità nei confronti di questo romanzo non ci ha messo molto a prendere il sopravvento anche perché mi intrigavano parecchio due aspetti in particolare di Last Night at the Telegraph Club: innanzitutto l'ambientazione, essendo il libro ambientato negli anni '50 un periodo che viene preso raramente in considerazione dagli autori, inoltre questo periodo viene esplorato attraverso gli occhi e la prospettiva di un'adolescente cinoamericana lesbica (un'altra cosa che non si vede poi così spesso). Da un lato, capisco perché Last Night at the Telegraph Club sia stato apprezzato così tanto da così tanti lettori e, tutto sommato, il romanzo è piaciuto parecchio anche a me, dall'altro però non posso negare di essere rimasta molto delusa dalla parte finale e dal finale in sé proprio.

Last Night at the Telegraph Club è innanzitutto una storia che affronta la scoperta della propria sessualità o meglio, nel caso di Lily, si tratta più che altro di prendere consapevolezza ed accettare quest'ultima. Il percorso di Lily, da questo punto di vista, non è sicuramente un percorso semplice: i tanti lati positivi - scoprirsi e capirsi fino in fondo, stare finalmente bene con sé stessi - sono spesso accompagnati da altrettanti lati negativi - la consapevolezza di non poter essere veramente sé stessi con gli altri non solo perché si ha paura che loro non capiscano ma perché all'epoca far parte della comunità LGBTQ+ era un vero e proprio crimine per cui non era raro che ci fossero delle pesanti ripercussioni se si veniva scoperti e a ciò si va quindi ad aggiungere pure il timore di mettere ulteriormente il pericolo la propria famiglia in un momento tanto delicato - per cui i sentimenti e le emozioni che prova Lily mentre si rende conto che in realtà le piacciono le ragazze non possono che essere estremamente contrastanti. Non aiuta il fatto che Lily è una diciassettenne che vive nell'America degli anni '50 e che quindi, a differenza di oggi, non esistono Internet e qualche sconosciuto online che può andare in suo soccorso né tantomeno lei potrebbe raccontare a qualcuno che conosce quello che sta passando dato che è sicura che reagirebbero in maniera negativa, durante il suo percorso a darle una mano saranno quindi prima un romanzo pulp con protagoniste due donne che si amano e nel quale la protagonista di Last Night at the Telegraph Club rivedrà finalmente sé stessa e poi il Telegraph Club, un locale frequentato più che altro da ragazze lesbiche (o comunque LGBTQ+) dove si può essere chi si vuole senza paura di essere giudicati ed offesi. Fondamentale sarà poi l'amicizia che nascerà con Kathleen Miller, una compagna di classe di Lily con cui quest'ultima non aveva mai davvero parlato prima con la quale scoprirà di avere in realtà tante cose in comune e che col tempo diventerà più di una semplice amica...A tal proposito, la loro storia non mi è dispiaciuta - l'ho trovata molto tenera e dolce - avrei però voluto che il loro rapporto evolvesse in maniera più graduale; Malinda Lo comunque è riuscita a cogliere a descrivere molto bene le emozioni ed i sentimenti spesso confusi, contraddittori ed estremi che accompagnano la prima storia d'amore ed il primo innamoramento.

Last Night at the Telegraph Club però non è soltanto questo: Lily infatti è pure cinoamericana e un grande focus viene quindi posto anche su ciò e sulla cultura cinese in generale, di cui Malinda Lo pone in primo piano la lingua, le pietanze, le tradizioni più importanti, la storia della Cina e di come all'epoca si legasse spesso a quella di altri paesi asiatici ed occidentali, senza contare che Last Night at the Telegraph Club è ambientato in parte a Chinatown. Malinda Lo coglie quindi l'occasione di esaltare la cultura, ma ne approfitta anche per mettere in evidenza l'odio ed il disprezzo dell'America e degli americani di quegli anni (che purtroppo però sono presenti ancora oggi), con Lily che nel corso del romanzo è costantemente costretta a subire episodi di razzismo e micro-aggressioni: al di fuori di Chinatown infatti non è raro imbattersi in persone che non hanno proprio nessun problema a mettere in mostra il loro razzismo appunto e a rivolgere a Lily - e a praticamente tutti i personaggi cinoamericani di questo romanzo - commenti offensivi e discriminatori. La cosa ancora più triste è che nemmeno in un luogo come il Telegraph Club, un luogo nel quale Lily dovrebbe sentirsi la benvenuta e completamente a suo agio e che dovrebbe essere libero di giudizi, la protagonista di Last Night at the Telegraph Club non riesce a sfuggire a certi commenti che, anche se appaiono apparentemente inoffensivi e non volti intenzionalmente a fare del male, sono in realtà estremamente dannosi e dolorosi, tanto che in situazioni del genere Lily rimane talmente tanto spiazzata da non sapere nemmeno come rispondere o come comportarsi. Comunque, essendo Lily anche una ragazza non mancano - sfortunatamente - nemmeno episodi di misogina e di sessismo, perpetrati sia da sconosciuti sia da persone vicine alla ragazza che per esempio prendono in giro l'amore di Lily per la scienza ed il suo sogno di lavorare al Jet Propulsion Laboratory. Sia per il razzismo che per la misoginia ed il sessismo, ci troviamo davanti ad una rappresentazione sicuramente accurata e senza dubbio necessaria che spinge a riflettere su quanto il mondo non sia progredito abbastanza dagli anni '50 fino ad ora.

A proposito di Lily comunque, io la protagonista di Last Night at the Telegraph Club l'ho apprezzata veramente tanto: Lily è una ragazza molto tranquilla e riservata, talvolta anche un po' ingenua - una cosa comprensibilissima dato che ci troviamo negli anni '50 e i mezzi a sua disposizione per capire sé stessa ed il mondo sono quelli che sono - ma non per questo se ne sta lì zitta e con le mani in mano quando quando qualcuno vuole metterle i piedi in testa oppure farle dubitare di sé o di ciò che l'appassiona ed infatti in momenti del genere Lily non ha nessun problema a mettere da parte la sua timidezza e la sua pacatezza ed alzare la voce e cercare di farsi ascoltare dagli altri. Nel corso del libro però facciamo ovviamente la conoscenza di tanti altri personaggi, oltre alla protagonista del libro e a Kathleen, innanzitutto dei suoi genitori e dei suoi fratellini nonché di qualche altro parente, ma soprattutto di Shirley, la migliore amica di Lily; tutto sommato, l'autrice ha fatto un buon lavoro per quanto riguarda la caratterizzazione di tutti questi personaggi secondari, anche se secondo il mio umilissimo parare quest'ultima risulta a volte un po' troppo superficiale come se una persona potesse essere davvero o completamente buona o completamente "cattiva", io difatti più che i personaggi in sé ho trovato molto interessante come Malinda Lo ha esplorato il legame che Lily condivide con ognuno di loro. Oltre alla sua storia d'amore con Kathleen, durante Last Night at the Telegraph Club viene dedicato molto spazio anche all'amicizia che la lega a Shirley, un'amicizia che dura ormai da parecchi anni e che sembra praticamente indissolubile. Nel corso del romanzo però diviene ben presto chiaro che si tratta in realtà di un'amicizia piuttosto tossica, con Lily che è di fatto succube di Shirley e che ha sempre cercato di chiudere un occhio di fronte ai suoi difetti e ad i suoi sbagli e di supportarla sempre e comunque, una cosa che invece Shirley non ha mai fatto e anzi, non ci pensa due volte a deridere quella che dovrebbe essere la sua migliore amica, le sue passioni ed i suoi sogni e Spoilerad abbandonarla quando Lily avrebbe più bisogno di lei. Secondo me, Malinda Lo esplora molto bene questa dinamica mettendo in risalto i pochi alti ed i tanti bassi di una relazione del genere e di quanto nonostante tutto, molto spesso, sia incredibilmente difficile porre fine ad un'amicizia longeva e che tu consideravi importante. Naturalmente, in primo piano viene posto anche il rapporto tra Lily ed i suoi genitori, un rapporto anche in questo caso molto complesso: per quanto i genitori le vogliano senza dubbio bene e desiderino solo il meglio per lei, Lily sa bene di non potergli confessare quello che sta passando dato che è sicura che i genitori rimarrebbero delusi o peggio e ciò va ovviamente ad influire molto negativamente sul loro legame ed anche in questo caso l'autrice ci presenta un'attenta, approfondita ed importante analisi della relazione genitori-figli.

Last Night at the Telegraph Club si concentra quindi più che altro su Lily, sulla sua vita quotidiana, sulle sue esperienze, sul suo rapporto con gli altri personaggi ma offre anche in generale uno sguardo a quella che è stata l'America degli anni '50, evidenziando in particolare la minaccia rappresentata dal comunismo e l'importanza di (night)club come il Telegraph Club rivolti nello specifico a persone facenti parte della comunità LGBTQ+. Il romanzo è ambientato, nello specifico, nel 1954 ovvero qualche anno dopo la fine della seconda guerra mondiale ed in piena guerra fredda per cui ciò che il governo americano teme più di ogni altra cosa è la diffusione del comunismo nel paese ed infatti i controlli da questo punto di vista sono serrati e severi così come lo sono le sanzioni per chi è comunista o simpatizzante, Malinda Lo però ci tiene a mettere l'accento su un lato della storia e di questa lotta dell'America contro il comunismo di cui non si tiene conto e che viene spesso ignorato: ovvero il fatto che spesso il comunismo veniva utilizzato semplicemente come scusa per sbarazzarsi di determinati cittadini, come per esempio quelli cinesi od in parte cinesi che negli anni si era trasferiti negli Stati Uniti che venivano appunto ingiustamente accusati di supportare il comunismo e che sulla base di questo venivano poi deportati in Cina come punizione, senza che ci fosse nessuna prova effettiva a dimostrarlo. Gli anni '50 non sono stati un bel periodo nemmeno per la comunità LGBTQ+ - anche se ovviamente in maniera molto ma molto diversa - per cui locali come il Telegraph Club rappresentavano degli spazi sicuri dove poter essere sé stessi senza nessuna paura, dove non esisteva un modo giusto di essere lesbica o una ragazza a cui piacciono (anche) altre ragazze, dove ti veniva data la possibilità di scoprire pian piano chi fossi veramente, cosa ti piacesse, etc. Anche questi luoghi sicuri avevano però un lato negativo: dagli altri infatti questi club non erano esattamente ben visti e spesso riuscivano a rimanere aperti solo grazie ad accordi non esattamente legali, per cui in realtà era potenzialmente pericoloso sia gestirli che frequentarli dato che senza nessun preavviso la polizia poteva venire e fare irruzione. Insomma gli anni '50 non sono stati un periodo semplice per tante e persone e Malinda Lo non ci nasconde queste difficoltà, cercando però allo stesso tempo di infondere un po' di speranza sia a Lily che ai lettori, assicurandosi di Spoilerconcludere la storia con un finale comunque felice e soddisfacente. A proposito del contesto - storico ma non solo - alla fine del libro c'è un'interessantissima e dettagliatissima nota dell'autrice nel quale Malinda Lo approfondisce ulteriormente appunto il contesto di quegli anni e che rappresenta un po' la prova delle ricerche estremamente attente fatte da quest'ultima per quanto riguarda il modo di parlare - sia la lingua inglese che quella cinese - lo stile di vita dell'epoca, gli avvenimenti più importanti avvenuti in America ed in Cina ma non solo in modo da presentare ai lettori una storia il più accurata possibile. Comunque, l'intenzione dell'autrice di mostrarci un quadro un po' più generale - che andasse oltre Lily e la sua vita - è evidente anche dal fatto che, nel corso di Last Night at the Telegraph Club, ci sono vari capitoli narrati dal punto di vista dei genitori o di qualche altro parente della protagonista che hanno naturalmente avuto una vite e delle esperienze molto diverse da quelle di Lily - c'è chi per esempio ha vissuto la guerra, chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese e a trasferirsi in un altro, chi ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per costruirsi una vita in America o ancora donne che ogni giorno devono farsi valere in ambienti scientifici e quindi considerati prettamente maschili - per cui offrono una prospettiva nuova e diversa rispetto a quella di Lily, senza contare che grazie a questi ulteriori punti di vista la storia appare molto più completa e non mi sarebbe affatto dispiaciuto se Malinda Lo avesse sfruttato un po' di più questi PoV.

Come ho già ribadito all'inizio della recensione, a me Last Night at the Telegraph Club stava piacendo veramente tanto: nei primi capitoli, Malinda Lo introduce tanti personaggi, situazioni ed argomenti davvero interessanti e, fino ad un certo punto, riesce ad approfondirli ed esplorarli pure molto bene. Il problema è che a lungo andare, ha messo di farlo ovvero ha pensato bene di porre alcune di queste storyline e di questi temi molto in secondo piano, mentre altri ha semplicemente deciso di lasciarli in sospeso concludendo la storia senza nemmeno cercare di offrirci una conclusione o quantomeno una risoluzione di qualche tipo. In realtà, ad avermi veramente deluso è stato più che altro l'epilogo, ambientato circa un anno dopo il resto del romanzo; innanzitutto, devo essere sincera, non sempre apprezzo i salti temporali soprattutto poi se sono relativamente lunghi, in questo caso però a non avermi entusiasmato è stato il fatto che l'epilogo si concentra quasi solo esclusivamente su Lily Spoilere Kathleen come "coppia": in pratica dopo un anno che Spoilersono state lontane, le due riescono fortunatamente ad incontrarsi di nuovo e decidono quindi di portare avanti la loro storia. Si tratta, oggettivamente, di un finale bello ed importante, la fine che avrebbero meritato e che invece è stata negata a tante persone Spoilere coppie LGBTQ+ dell'epoca e, tutto sommato, ha fatto molto piacere anche a me, il fatto è che non viene fatto nessunissimo accenno a come è andato l'ultimo anno di Lily, a cos'è successo poi al padre e ai documenti della sua cittadinanza, a se i genitori in tutto questo tempo hanno iniziato a cambiare idea su Lily e la sua sessualità oppure no e questa mancanza di "aggiornamenti" mi ha fatto rimanere proprio con l'amaro in bocca.

A breve dovrebbe uscire A Scatter of Light, il nuovo romanzo di Malinda Lo, ambientato nel 2013, nello specifico dopo che la Corte Suprema americana ha deciso di legalizzare i matrimoni gay; sebbene la protagonista sarà ovviamente diversa a quanto pare Lily Spoilere Kathleen dovrebbero fare delle breve apparizioni nel corso della storia per cui spero che sia in questo prossimo libro dell'autrice che troverò le risposte ad almeno alcune delle mie domande riguardo Lily, i suoi genitori e la sua situazione alla fine di Last Night at the Telegraph Club.