A review by mariachiaramnc
Itaca per sempre by Luigi Malerba

2.0

[la storia inizia quando ulisse torna a itaca e narra il riconoscimento di penelope avvenuto subito, al contrario di quanto racconta l'odissea, e dei successivi rancori tra marito e moglie]
mi trovo in imbarazzo a scrivere commenti del genere su un autore come malerba, ma lo stile di scrittura è veramente - come si suol dire - "da fan fiction": e con questo intendo eccessivamente elementare e non elaborato, maldestramente evocativo, ma (oltre allo sgradevole miscuglio di presente - che in un libro raramente è apprezzabile come tempo narrativo - e passato; un tempo e l'altro si alternano senza alcuna ragione apparente) pieno di pensieri e riflessioni scialbi, scontati, banali, spesso sconnessi tra loro; metafore, espressioni e similitudini sentite mille volte ("alto come una montagna", "rapido come la folgore", "occhi rossi come il fuoco", "gli occhi mi si gonfiano come le nuvole prima della pioggia", "mare di lacrime", "divorano come lupi affamati", "lacrime dilagate come un fiume in piena", "è arrivato il momento della verità", "saldo come un ferro ben temperato", "lacrime salate come il mare", "ero rimasta impressionata da quella violenza, ma oggi ho capito che l'uomo è il più crudele e violento fra tutti gli esseri viventi", "la vendetta era scoppiata con la violenza della tempesta").
ci sono varie scene ridicole, ad esempio la reazione di telemaco quando ulisse si fa riconoscere: "mi dispiace di non averti riconosciuto, ma quando sei partito da itaca ero molto piccolo e non posso ricordarti". è possibile che si rivolga in modo così insulso a un padre che manca da vent'anni?
i pensieri di ulisse sono parecchio discutibili: per prima cosa non fa altro che disprezzare l'essere donna - e quindi, pare, l'essere fragile e delicata - di penelope (cosa ribadita più volte da lei stessa): "il regno sorretto dalle sue fragili spalle"; e poi è convintissimo che tutte le donne siano indegne di fiducia e di confidenze, "delle donne non conviene fidarsi mai", "le donne sono terribili". poi arriviamo a questa osservazione vergognosa: "confesso che avrei preferito trovarla meno bella e fiorente e avere così la conferma che la mia lunga assenza le aveva lasciato qualche segno visibile". quale uomo è così egoista e malato da preferire che la propria donna sia più brutta così da soddisfare il proprio ego e orgoglio ossessivo? perché poi le donne devono essere sempre descritte come deboli e paurose, delle stupidelle infedeli e vanitose?
a proposito di questa gelosia, notiamo che ulisse ha tradito penelope nel corso dei suoi viaggi e anche quando si trova di nuovo ad itaca deve resistere alla tentazione di commettere adulterio con un'ancella, ma chiaramente e coerentemente è divorato dalla gelosia che la moglie si sia concessa ad un altro (e metà dei suoi pensieri nel libro riguardano questo argomento) ecc. ecc.... tutto questo è servito solo a ricordarmi quanto alcuni uomini siano ridicolmente meschini e sciocchi. inoltre la collana - intorno alla quale si spendono tante pagine e conversazioni - secondo ulisse un giorno sparirà e non verrà più ritrovata. ma certo, come può penelope sottrarsi al sentimento di colpa per aver accettato un regalo dei proci (tra l'altro offerto come risarcimento)?
e - dulcis in fundo - come si conclude la diatriba tra ulisse e penelope? "penso che le lussurie più sfrenata gliele abbia insegnate calipso. non mi resta che essere grata a calipso perché ha reso più salda e sicuramente più duratura la nostra unione". non solo accettiamo i (ripetuti) tradimenti del marito senza pretendere alcuna spiegazione, ma ringraziamo anche le donne con cui ha commesso adulterio! questa è l'apoteosi della stupidità e dell'umiliazione che qualcuno si possa infliggere.
mi si dirà che tutti questi elementi sono presenti anche nell'odissea: benissimo! ma allora lo scrittore che nel ventunesimo secolo scopre il desiderio di scriverne una rivisitazione, conscio di come il reiterare e lanciare una volta di più tali messaggi sessisti non giovi affatto all'oppressione interminata delle donne, li elimina - oh, infedeltà letteraria? allora trova comunque il modo di far trasparire la viziosità di quelle idee. dico ciò pensando - forse infondatamente - che l'autore non le condivida, anche se il fatto che penelope alla fine ceda (banale) non alimenta questa speranza.
inoltre - ovviamente non sono il problema più grande - ci sono discorsi in questo libro quantomeno dubbi: "spesso la menzogna è conveniente (e su questo posso essere d'accordo) e onesta". definire una menzogna onesta è, come dire, un ossimoro...
in sostanza, lo stile di scrittura è indegno di un classico, come la storia e il modo in cui sono dipinti i personaggi. sarebbe stato ottimo se penelope fosse stata coerente con il suo comportamento iniziale e, ostinandosi a fingere di non riconoscere ulisse, lo avesse lasciato andare via, come punizione per il suo comportamento insensato e incoerente. sarebbe stato certo un modo originale, oltre che significativo e importante in questo momento storico, di concludere la vicenda.