A review by dory_a
Crooked Kingdom by Leigh Bardugo

5.0

Dopo l'incontro disastroso con Jan Van Eck su Vellgeluk, conclusosi con il rapimento di Inej da parte del mercante, i restanti Corvi hanno pensato che la cosa migliore fosse tenere un profilo basso e nascondersi su Velo Nero, un'isola abbandonata dove sono ubicate le tombe dei ricchi abitanti di Ketterdam. Già subito dopo lo scontro con Van Eck però, Kaz e gli altri avevano iniziato ad architettare un piano per liberare Inej ed ora stanno solo aspettando il momento giusto per metterlo in pratica. Una volta salvata Inej poi, lei, Kaz, Nina, Matthias, Jesper e Wylan concentreranno tutti i loro sforzi su Van Eck, con l'obiettivo di distruggerlo e prendersi i soldi che gli spettano. Ben presto però i Corvi scopriranno di avere molti più nemici di quel che credevano...

Dopo aver concluso la lettura di Sei di Corvi, non ho resistito: mi sono fiondata subito ad ordinare il sequel - Crooked Kingdom appunto - e, una volta arrivato a casa, ho iniziato a leggerlo all'istante. Visto quanto mi era piaciuto Sei di Corvi, avevo delle aspettative piuttosto alte anche per Crooked Kingdom e, fortunatamente, non sono state disattese, anzi: Crooked Kingdom mi è piaciuto addirittura di più di Sei di Corvi, tanto da meritarsi le cinque stelline piene.

Per quanto riguarda la trama e la struttura di Crooked Kingdom, sono allo stesso tempo simili ma diverse rispetto a quelle del primo volume della dilogia. Così come in Sei di Corvi, per esempio, anche in Crooked Kingdom i protagonisti hanno un obiettivo in mente e un piano per raggiungerlo, questo piano però andrà puntualmente e ripetutamente a farsi benedire ed i Corvi dovranno quindi nuovamente far fronte a numerosi imprevisti e cambi di programma; nel mentre poi, i personaggi di Crooked Kingdom dovranno sempre mantenere molto alta la loro guarda, visti tutti i nemici che si sono fatti. Anche nel caso del secondo volume quindi, ci troviamo di fronte ad una trama che io personalmente ho trovato molto coinvolgente e imprevedibile; certo, magari non sarà la trama più originale e complessa del mondo ma è comunque abbastanza solida e ben costruita. A distinguere i due volumi è invece l'ambientazione: mentre infatti Sei di Corvi era ambientato in parte a Ketterdam ed in parte - ma soprattutto - alla Corte di Ghiaccio (un luogo chiuso), Crooked Kingdom è ambientato solo ed esclusivamente nella capitale di Kerch; pertanto, se magari l'ambientazione del volume precedente poteva ad un certo punto diventare un po' monotona, questo rischio nel sequel non c'è, essendo Ketterdam decisamente molto più grande e variegata della Corte di Ghiaccio, senza contare ovviamente che Leigh Bardugo ci mostra luoghi di Ketterdam mai esplorati prima dai lettori. Le altre differenze poi sono tutte una conseguenza di questa novità. Innanzitutto, nonostante il pericolo sia sempre in agguato e Kaz, Inej, Jesper, Nina, Wylan e Matthias non siano mai veramente al sicuro, il fatto di non essere più confinati in un ambiente chiuso e costantemente circondati dai nemici ha portato in Crooked Kingdom ad un aumento di quelli che io definisco momenti "tranquilli", ovvero quei momenti durante i quali vi sono una calma ed una sicurezza apparenti e che danno quindi ai personaggi la possibilità di respirare un po'. Personalmente, momenti del genere sono sempre ben accetti in quanto permettono pure ai personaggi di conoscersi meglio, per esempio, ma soprattutto di riflettere su sé stessi e sulla propria situazione, sia passata che presente. Inoltre, a differenza del primo volume dove l'unico ad avere un legame con Fjerda ed i fjerdiani era Matthias (insieme a Nina, ma il suo era un legame molto diverso), nel secondo quasi tutti i Corvi hanno una specie di legame con Ketterdam e ciò rende la faccenda molto più personale ed è probabilmente per questo se ho apprezzato Crooked Kingdom leggermente di più di Sei di Corvi: ora in gioco c'è anche quella che la maggior parte dei personaggi considera la propria casa, ora anche una persona nota e fidata potrebbe rivelarsi un nemico o una minaccia.

I punti di forza di Crooked Kingdom - ed in generale di tutta la dilogia - rimangono però i personaggi, con il loro background e le loro attuali storyline. I protagonisti di Sei di Corvi si riconfermano infatti personaggi complessi ed affascinanti, con tanti pregi e forze ma anche tanti difetti e debolezze; personaggi che per questo, pur muovendosi in realtà in un mondo fantasy, risultano estremamente reali ed autentici. Tutto merito di Leigh Bardugo naturalmente, che va complimentata anche per aver saputo gestire veramente bene sei protagonisti e sei punti di vista molto diversi tra loro, non solo dando a tutti lo gusto spazio - considerando ovviamente entrambi i volumi della dilogia, visto che per esempio nel primo l'autrice si era concentrata principalmente sul passato di Kaz, Inej, Nina e Matthias mentre in Crooked Kingdom ha preferito dare un po' più di importanza a quello di Jesper e Wylan - ma riuscendo pure a far brillare tuti i Corvi: per quanto mi riguarda infatti, pur avendo ovviamente i miei preferiti, mi sono piaciuti tantissimo tutti e sei i protagonisti della dilogia e sono riuscita ad appassionarmi alle storyline di ognuno di loro, basti pensare che mentre leggevo un capitolo dal punto di vista di un personaggio non provavo mai il desiderio di saltarlo e passare al PoV di un altro membro del gruppo.

A proposito proprio delle storyline dei protagonisti, in Crooked Kingdom Leigh Bardugo ha ovviamente portato avanti quelle già iniziate in Sei di Corvi, aggiungendo però qualche novità o ulteriori ostacoli: in particolare, in questo secondo volume, Kaz lotterà con le unghie e con i denti per salvare Ketterdam, gli Scarti e tutto quello che ha costruito negli ultimi anni, Inej invece si ritroverà ad affrontare un avversario le darà inaspettatamente del filo da torcere, Jesper sarà costretto a fare i conti con i suoi errori e dovrà cercare di fare ammenda, Wylan farà una scoperta sconvolgente e si renderà finalmente conto di chi è davvero suo padre, Nina scoprirà che la jurda parem può avere altre conseguenze oltre all'assuefazione e Matthias dovrà fare i conti con il suo tradimento, impegnandosi nel frattempo a liberarsi dai suoi pregiudizi sui Grisha e sui loro poteri. Personalmente, io di questa dilogia ho particolarmente apprezzato il fatto che nessuna storia ed argomento (soprattutto quelli forti) siano stati inseriti tanto per, per scioccare il lettore magari oppure per riempire le pagine: Leigh Bardugo infatti ha dato ad ogni storia ed ad ogni argomento la giusta importanza, affrontandoli ed esplorandoli come si deve, non sottovalutando la loro complessità e le loro implicazioni, che anzi ci vengono mostrate. Inoltre, ho apprezzato molto anche come si sono concluse la trama "principale" e le varie storyline: per quanto riguarda la trama "principale" (e con ciò mi riferisco all'obiettivo dei Corvi di distruggere Van Eck) si conclude in tutto e per tutto in Crooked Kingdom e difatti la Bardugo non lascia nulla all'immaginazione del lettore, alcune questioni che riguardano i personaggi e le loro storyline invece l'autrice ha preferito lasciarle in sospeso - la storyline di
SpoilerNina
per esempio è stata poi ripresa in King of Scars - ma è comunque riuscita a dare una fine soddisfacente ai percorsi e alle storyline dei personaggi, sì inclusi quelli di
SpoilerMatthias
; ovviamente, non nego che
Spoilermi sarebbe piaciuto un finale diverso per lui, decisamente più felice, ma ho trovato comunque ragionata e molto coerente la conclusione che l'autrice gli ha riservato
. Va detto che alla fine di Crooked Kingdom i personaggi non hanno di certo risolto tutti i loro "problemi" né hanno cambiato drasticamente le loro abitudini ed il loro atteggiamento, ma non mi aspettavo nemmeno che succedesse una cosa del genere, anzi sarei rimasta molto delusa visto che l'avrei trovato poco realistico; lasciamo però i personaggi quando iniziano ad intravedersi i primi cambiamenti e miglioramenti e ciò mi ha fatto apprezzare ancora di più il finale.

Ho poi continuato ad adorare le interazioni tra i protagonisti ed il rapporto ovviamente molto diverso che ogni Corvo ha con gli altri personaggi. Sono invece rimasta molto sorpresa - in senso positivo! - da quanto siano riuscite ad appassionarmi le relazioni romantiche presenti nella dilogia, soprattutto se si prende in considerazione il fatto che, per me, l'aspetto gestito più male della trilogia di Shadow and Bone era stato proprio quello romantico (in particolare, la coppia principale - quella formata da Alina e
SpoilerMal
non mi era piaciuta affatto). E devo essere sincera: le coppie di Sei di Corvi potevano sicuramente essere gestite meglio - soprattutto l'evoluzione - e non mi sarebbe dispiaciuto se la Bardugo gli avesse dedicato un po' più di spazio, ma ho amato tutte e tre le dinamiche ed avere il punto di vista dei componenti di tutte e tre le "coppie" ha in un certo senso compensato gli altri "difetti", dato che permette ai lettori di capire meglio i loro sentimenti ed i loro atteggiamenti.

Infine, non ho potuto fare a meno di amare il cameo di alcuni dei miei personaggi preferiti di Shadow and Bone!

Insomma, quella di Sei di Corvi rientra senza dubbio tra le le dilogie/serie migliori che io abbia letto negli ultimi anni; inoltre, rispetto alla trilogia di Shadow and Bone, ha secondo me un grandissimo vantaggio: quello di reggere molto bene ancora oggi, a sei anni dalla sua pubblicazione, cosa che per quanto mi riguarda non è da poco!