A review by ilaria_m
Girl, Goddess, Queen by Bea Fitzgerald

adventurous emotional funny medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? Yes
  • Diverse cast of characters? Yes
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.0

Voto complessivo: ⭐️⭐️⭐️
Dramma:  💧💧
Sugar: 🧁🧁🧁
Spice: 0.5 🌶️

Trope: retelling - greek mithology - fantasy romance - YA - hate to love - forced proximity- strangers to friends to lovers - slow burn

Kore non ha nessuna intenzione di sposarsi, e piuttosto che accettare chi sua madre Demetra e suo padre Zeus le sceglieranno come marito, è pronta ad andare all’inferno. Letteralmente.

Ennesimo retelling mitologico su Ade e Persefone che probabilmente avrebbe funzionato molto di più se si fosse limitato ad abbracciare gli stilemi della rom-com (abbiamo infatti tutti gli elementi, da hate to love a forced proximity, passando da strangers to friends to lovers e slow burn), invece di appiattirsi sul cliché retelling mitologia greca = pseudo-femminismo spiccio da t-shirt.
Quasi inutile precisare che queste due “anime” del libro cozzano, e anche un bel po’: o la rom-com, o la tiritera su patriarcato, cultura dello stüpr0, etc; insieme stonano. Ci sono romance a bizzeffe che hanno saputo affrontare simili tematiche armonizzandole con la storia; qui, invece, la mia impressione è che l’autrice voglia accaparrarsi il favore del pubblico con una perfetta indignazione da copione, e un lungo ricettacolo di luoghi comuni.
Non sono entrata in sintonia con un personaggio come quello di Persefone, perché l’avrei preferita assetata di potere per il potere in sé, piuttosto che votata a cambiare il mondo e punire i malvagi (anche qui immagino il plauso delle nuove generazioni). E come tipicamente accade laddove oggigiorno viene applicato il bollino “femminista”, abbiamo una protagonista assolutamente al di sopra di ogni altro personaggio, sotto qualunque aspetto, tranne, ovviamente, la cura dell’aspetto esteriore (ah, le vere femministe!). Crea mondi (e ne fa avvizzire altri); ridà la vita alle anime dell’aldilà con la facilità con cui altri schioccano le dita, e così via. In pratica, al suo confronto, ogni altro divinità è una caccola.
Dall’altra parte, abbiamo Ade, la cui “morbidezza” funziona bene se inserita nel contesto della rom-com, proprio per il contrasto con l’immagine che si ha del personaggio, ma risulta poco convincente se vogliamo invece inserirla in un contesto più serio. È un dio, ma non gli vediamo fare nulla da dio (ruolo riservato alla sola Persefone).
Insomma: Bea Fitzgerald ha deciso di puntare sul sicuro, rivolgendosi ad un certo tipo di pubblico e dando loro esattamente quello che si aspettavano, sfruttando i trend del momento. Se sono arrivata alla sufficienza, è solo perché la parte di rom-com è decente.