Scan barcode
A review by claudiatralenuvole
Cambiare l'acqua ai fiori by Valérie Perrin
5.0
Quando un libro colpisce, è difficile parlarne. Qual è la parola adatta a descrivere questo romanzo? Malinconico, misterioso, vivo? “Cambiare l’acqua ai fiori” è tutto ciò e molto altro ancora. È un viaggio nella memoria, nel dolore e nelle passioni, un intreccio di storie che non sempre hanno un lieto fine, ma che sanno comunque regalare un sorriso.
Non si può seguire Violette Toussaint, la protagonista, e non sentirsi travolti dalle sue emozioni, tanto forti quanto trattenute. Una donna all’apparenza mite, perfettamente a suo agio tra i morti, che si fa carico di alleviare le sofferenze degli altri, ma che non permette a nessuno di conoscere le sue. La vita di Violette, la vita che aveva prima di diventare la guardiana del cimitero di Branchion-en-Chalon, è avvolta nel mistero. I compaesani sanno che suo marito è scomparso poco dopo essere arrivati in Borgogna, che ama fare giardinaggio e parlare con le tombe dei defunti. Ma chi è questa donna solitaria che veste di colori scuri e non sorride mai?
Il lettore è l’unico ad avere accesso ai pensieri di Violette, che, dopo l’incontro con un affascinante commissario in lutto per sua madre, ripercorre i suoi passi e torna col pensiero all’adolescenza, a suo marito, ai dolori sopraggiunti col matrimonio. E, nel frattempo, altre storie si intrecciano a quella di Violette: gli amori, le amicizie, i tradimenti delle persone che si sono poste sul suo cammino, ma anche i segreti dei defunti di Branchion-en-Chalon, che continuano a vivere nei ricordi e nelle carte lasciate a chi li ha amati e vive ancora.
La scrittura di Valérie Perrin riesce in un’impresa per nulla semplice, tiene col fiato sospeso senza annoiare mai, affonda nelle emozioni più profonde senza scadere nella banalità. Tra le pagine c’è tutto: desiderio bruciante, malinconia, lutto, rinascita. Non mancano momenti in cui leggere fa male, in cui bisogna chiudere il libro e dedicarsi ad altro. La commozione, talvolta, è meravigliosamente insopportabile.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è una storia di desideri inespressi, di amori trovati, perduti e ritrovati, di sogni infranti e resurrezioni. Valérie Perrin mostra che è possibile rinascere dalle proprie ceneri, che il dolore esiste ed è reale, ma che si può superare. Che per quanto sia lungo l’inverno, in primavera sbocceranno i fiori.
Non si può seguire Violette Toussaint, la protagonista, e non sentirsi travolti dalle sue emozioni, tanto forti quanto trattenute. Una donna all’apparenza mite, perfettamente a suo agio tra i morti, che si fa carico di alleviare le sofferenze degli altri, ma che non permette a nessuno di conoscere le sue. La vita di Violette, la vita che aveva prima di diventare la guardiana del cimitero di Branchion-en-Chalon, è avvolta nel mistero. I compaesani sanno che suo marito è scomparso poco dopo essere arrivati in Borgogna, che ama fare giardinaggio e parlare con le tombe dei defunti. Ma chi è questa donna solitaria che veste di colori scuri e non sorride mai?
Il lettore è l’unico ad avere accesso ai pensieri di Violette, che, dopo l’incontro con un affascinante commissario in lutto per sua madre, ripercorre i suoi passi e torna col pensiero all’adolescenza, a suo marito, ai dolori sopraggiunti col matrimonio. E, nel frattempo, altre storie si intrecciano a quella di Violette: gli amori, le amicizie, i tradimenti delle persone che si sono poste sul suo cammino, ma anche i segreti dei defunti di Branchion-en-Chalon, che continuano a vivere nei ricordi e nelle carte lasciate a chi li ha amati e vive ancora.
La scrittura di Valérie Perrin riesce in un’impresa per nulla semplice, tiene col fiato sospeso senza annoiare mai, affonda nelle emozioni più profonde senza scadere nella banalità. Tra le pagine c’è tutto: desiderio bruciante, malinconia, lutto, rinascita. Non mancano momenti in cui leggere fa male, in cui bisogna chiudere il libro e dedicarsi ad altro. La commozione, talvolta, è meravigliosamente insopportabile.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è una storia di desideri inespressi, di amori trovati, perduti e ritrovati, di sogni infranti e resurrezioni. Valérie Perrin mostra che è possibile rinascere dalle proprie ceneri, che il dolore esiste ed è reale, ma che si può superare. Che per quanto sia lungo l’inverno, in primavera sbocceranno i fiori.