A review by nyeran
Kobane calling by Zerocalcare

5.0

Qamishlo è il capoluogo del cantone di Cizre. Qui la guerra ha una faccia e un nome. Molte facce, anzi. Molti nomi. Tanti quanti sono i pali della luce. Su ognuno è appesa la foto di un combattente caduto. In quella guerra all'Isis di cui ci piace tanto riempirci la bocca. Tanto la combattono altri.

✿ Ecco, questo me lo aspettavo già un po' di più. Da un reportage di guerra ti aspetti delle mazzate emotive una pagina si e l'altra pure. E qui ce ne stanno, una dietro l'altra proprio pem pem pem, anzi ratatata, ma almeno zero ti fa riprendere un po' fiato inframmezzandole con vignette o storie più leggere, quasi comiche, e te la fa quasi pija bene. E quindi che posso aggiungere alle tante parole già sentite, già lette, già scritte e già dette? Niente. Questo libro è tanto bello quanto è una mazzata al cuore e le lacrime che mi ha fatto scendere non erano quel pianto disperato di tristezza o dolore ma erano lacrime silenziose, calme e rabbiose. Perchè ciò che ti colpisce durante la lettura è il senso di impotenza e di ingiustizia che è presente in tutte le storie. A Mesher come a Suruc come a Zakho. Quando ti sale proprio l'acido e la cattiveria e l'odio per il genere umano. E arrivi ad odiare più i potenti che hanno voltato le spalle ad un popolo che quelli che li invadono. Perché almeno dai secondi sai cosa aspettarti. Ringrazio zerocalcare per questa storia, per la prefazione, per avermi portato con lui a vedere quanto può essere schifoso il mondo e quanto potente la speranza e la forza degli uomini che nonostante tutto e tutti combattono.