A review by cealceo
Io non mi chiamo Miriam by Majgull Axelsson

4.0

Un romanzo che ho apprezzato molto anche su alcuni punti avrei preferito qualcosa di più (soprattutto per Wyatt to riguarda il post Ravensbrück e la vita in Svezia di Miriam/Malika dal punto di vista psicologico. Avrei preferito un approfondimento ulteriore del personaggio.

Per quanto riguarda il romanzo in sé la struttura del racconto Dove passato e presente si alternavano l'ho molto gradita perché permette al lettore di avere delle boccate di ossigeno. Inoltre ho apprezzato il fatto che sia compito del lettore aggiungere di suo interesse pezzi mancanti.

Non è il primo romanzo a tema Shoah che leggo: nella mia carriera di lettrice ho accumulato molti libri che narrano dei campi e molte testimonianze di chi è sopravvissuto. La maggior parte di questi scritti erano di ebrei sia italiani che non, ma principalmente ebrei e tutte storie vere. Questo è il primo scritto che tratta una storia con una protagonista che non è esistita veramente e che non sia ebrea. Difatti Miriam/Malika è di etnia rom. Cosa mi ha lasciato questo libro? Molte cose al di là del racconto dei campi: mi ha fatto cambiare idea su un vecchio mio preconcetto che consisteva di lasciar raccontare dei campi solo a chi fosse sopravvissuto e un punto di vista diverso e ulteriore sull'etnia rom.
Questo romanzo mi ha spinto ad approfondire la cultura rom e a volerne sapere di più.
Questo romanzo mi ha convinta sul fatto che si possono scrivere romanzi sulla Shoah e i campi di concentramento senza esserne stati testimoni. (per questo punto rimando alla postfazione a fine volume)