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ghillyam 's review for:
L'età dell'innocenza
by Edith Wharton
emotional
funny
reflective
fast-paced
Plot or Character Driven:
Character
Strong character development:
Complicated
Loveable characters:
Yes
Diverse cast of characters:
No
Flaws of characters a main focus:
Yes
L'ironia imperante è sinonimo di una lucidità mentale che fa capire quanto Edith Wharton fosse consapevole dei meccanismi che muovevano la società all'interno della quale viveva.
Adoro il fatto che Archer, May ed Ellen risultino personaggə tridimensionali in virtù del fatto che sono descritti attraverso un female gaze che, per l'appunto consapevole dei non detti e delle regole soggiacenti ai ruoli maschili e femminili, li rappresenta tanto dal punto di vista innovativo proprio dell'autrice quanto da quello tradizionale che per forza di cose fa parte di loro e che proprio per questo diventa esso stesso qualcosa di inedito.
Per dire, di Archer si avverte l'ipocrisia ma anche la genuina tendenza al voler andare oltre quello che la società vuole che lui sia, pur tuttavia non riuscendoci; e così anche la condiscenza attraverso cui il suo sguardo ci presenta May fa apparire lei più di quello che il personaggio di Archer vede, proprio perché qui entrano in campo gli occhi dell'autrice che con il suo stile anapologetico fa intuire che è Archer ad essere limitato nel comprenderla. Idem Ellen che, nell'aura da "non come le altre" appuntatale da Archer e gli altri, non si riduce esclusivamente a ciò ma rivela tanti aspetti di sé.
Ancora non avevo trovato qualcosa di simile nella mia scoperta dei classici e devo dire che l'ho apprezzato davvero molto.
Adoro il fatto che Archer, May ed Ellen risultino personaggə tridimensionali in virtù del fatto che sono descritti attraverso un female gaze che, per l'appunto consapevole dei non detti e delle regole soggiacenti ai ruoli maschili e femminili, li rappresenta tanto dal punto di vista innovativo proprio dell'autrice quanto da quello tradizionale che per forza di cose fa parte di loro e che proprio per questo diventa esso stesso qualcosa di inedito.
Per dire, di Archer si avverte l'ipocrisia ma anche la genuina tendenza al voler andare oltre quello che la società vuole che lui sia, pur tuttavia non riuscendoci; e così anche la condiscenza attraverso cui il suo sguardo ci presenta May fa apparire lei più di quello che il personaggio di Archer vede, proprio perché qui entrano in campo gli occhi dell'autrice che con il suo stile anapologetico fa intuire che è Archer ad essere limitato nel comprenderla. Idem Ellen che, nell'aura da "non come le altre" appuntatale da Archer e gli altri, non si riduce esclusivamente a ciò ma rivela tanti aspetti di sé.
Ancora non avevo trovato qualcosa di simile nella mia scoperta dei classici e devo dire che l'ho apprezzato davvero molto.