A review by aleamo99
Il cappotto by Nikolaj Gogol'

emotional hopeful lighthearted sad fast-paced
  • Plot- or character-driven? Plot
  • Strong character development? No
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? No

3.75

"La più grande storia breve russa mai scritta", secondo Nabokov. Un classico che fa vibrare tutte le corde dell'empatia e dà un'idea di cosa fosse la povertà nella San Pietroburgo di inizio Ottocento.

Protagonista è probabilmente l'uomo col nome più bello di tutta la letteratura russa: Akakij Akakievič, umile impiegato che vive esclusivamente per il suo modesto lavoro ed è spesso vittima degli scherni degli altri colleghi. Egli si identifica completamente con il suo lavoro ripetitivo e monotono con un approccio che oggi definiremmo alienante: gli manca quel goccio di personalità che lo caratterizzerebbe come individuo e non semplice lavoratore. Va detto che Gogol’ non vuole narrare le vicende del suo protagonista dandogli uno spaccato esclusivamente drammatico, essendo interessato a mettere in luce anche gli aspetti grotteschi o comici della storia, vedi il finale fantastico.

Un racconto tenero, triste e comico allo stesso tempo. Akakij Akakievič è innocuo e insignificante: nessuno si accorge della sua scomparsa come nessuno, di fatto, si è accorto della sua esistenza. "E Pietroburgo rimase senza Akakij Akakievič, come se mai fosse esistito. Scomparve e si dileguò un essere che nessuno aveva difeso, che a nessuno era stato caro, per nessuno interessante, che non aveva attirato su di sé nemmeno l’attenzione del naturalista, il quale pure non disdegna di infilare su uno spillo una comunissima mosca e di osservarla al microscopio, un essere che aveva sopportato docilmente tutte le irrisioni del suo ufficio ed era sceso nella tomba senza aver compiuto alcuna straordinaria impresa".

E' tenero come il protagonista risponda alle offese dei colleghi, rivendicando la propria dignità di essere umano: "Lasciatemi in pace, perché mi offendete?". Il cappotto agisce profondamente su di lui: lo cambia perfino, rendendolo più deciso di carattere e, incredibile ma vero, distratto sul lavoro. Non si sente più solo ed è come se "un’amabile compagna avesse acconsentito a percorrere insieme a lui la strada della vita".

Leggermente superiore a "La figlia del capitano": ho apprezzato la presenza di note tenere e malinconiche che Pëtr Andréevic & Co. non sono riusciti a trasmettermi. Ed è paradossale, ma è questo che Gogol' ha cercato di veicolare, che un rapporto tra un uomo e un cappotto susciti più emozioni rispetto al rapporto tra Pëtr e Masha.