Take a photo of a barcode or cover
A review by laefe
Lo scimmiotto by Arthur Waley, Wu Ch'eng-En
4.0
“Lo Scimmiotto” è la versione ridotta con capitoli selezionati (30 su 100) de “Il viaggio in Occidente”, grande classico della letteratura cinese del XVI secolo, conosciutissimo in tutto l’Oriente, e che trova diverse trasposizioni e influenze nel mondo del cinema, degli anime e dei manga (per dirne una: il Goku di Dragon Ball è fortemente ispirato allo Scimmiotto).
Ma di cosa parla la storia? È il racconto del viaggio del monaco buddhista Hsuan Tsang (soprannominato Tripitaka), che dalla Cina si dirige verso l’India per recuperare le Scritture che porteranno la salvezza fra gli uomini corrotti. Nel suo viaggio sarà aiutato dallo Scimmiotto, vero protagonista di questa storia, creatura leggendaria dotata di grande furbizia e sagacia, dal Porcellino, dotato invece semplicemente di grande appetito, da un demone fluviale, Sabbioso, e dal figlio del Re Drago. Questa “compagnia delle Scritture” troverà ovviamente mille ostacoli durante il cammino e vivranno diverse avventure.
A metà fra fiaba, mito e racconto d’avventura, “Il viaggio in Occidente” si basa sul vero viaggio di un monaco verso l’India per imparare i veri precetti del Buddhismo, e la cosa che mi ha più sorpreso è che, nonostante il racconto sia appunto una versione mitizzata di un vero pellegrinaggio, questo sia pieno di humor, di vicende assurde e divertenti e che la figura di spicco sia lo Scimmiotto. Tripitaka è un essere puro e devoto, ma davanti alle difficoltà frigna e si lamenta, è sempre lo Scimmiotto a risolvere la situazione, e lo fa come piace a lui, con inganni, astuzie e spasso personale. Ed è incredibilmente affascinante l’evoluzione del suo personaggio: da ribelle, costretto con trucchi magici all’obbedienza, a personaggio completamente positivo, che aiuta senza esser costretto, mantenendo però sempre quello spirito arguto e spassoso che lo contraddistingue. Un bellissimo personaggio. Come sono bellissime le atmosfere che si respirano durante la lettura, quelle dell’Oriente magico, abitato da demoni e spiriti e governato da leggi sovrannaturali.
Leggere “Lo Scimmiotto” è stata all’inizio una questione di curiosità, ma alla fine sono rimasta totalmente conquistata.
Ma di cosa parla la storia? È il racconto del viaggio del monaco buddhista Hsuan Tsang (soprannominato Tripitaka), che dalla Cina si dirige verso l’India per recuperare le Scritture che porteranno la salvezza fra gli uomini corrotti. Nel suo viaggio sarà aiutato dallo Scimmiotto, vero protagonista di questa storia, creatura leggendaria dotata di grande furbizia e sagacia, dal Porcellino, dotato invece semplicemente di grande appetito, da un demone fluviale, Sabbioso, e dal figlio del Re Drago. Questa “compagnia delle Scritture” troverà ovviamente mille ostacoli durante il cammino e vivranno diverse avventure.
A metà fra fiaba, mito e racconto d’avventura, “Il viaggio in Occidente” si basa sul vero viaggio di un monaco verso l’India per imparare i veri precetti del Buddhismo, e la cosa che mi ha più sorpreso è che, nonostante il racconto sia appunto una versione mitizzata di un vero pellegrinaggio, questo sia pieno di humor, di vicende assurde e divertenti e che la figura di spicco sia lo Scimmiotto. Tripitaka è un essere puro e devoto, ma davanti alle difficoltà frigna e si lamenta, è sempre lo Scimmiotto a risolvere la situazione, e lo fa come piace a lui, con inganni, astuzie e spasso personale. Ed è incredibilmente affascinante l’evoluzione del suo personaggio: da ribelle, costretto con trucchi magici all’obbedienza, a personaggio completamente positivo, che aiuta senza esser costretto, mantenendo però sempre quello spirito arguto e spassoso che lo contraddistingue. Un bellissimo personaggio. Come sono bellissime le atmosfere che si respirano durante la lettura, quelle dell’Oriente magico, abitato da demoni e spiriti e governato da leggi sovrannaturali.
Leggere “Lo Scimmiotto” è stata all’inizio una questione di curiosità, ma alla fine sono rimasta totalmente conquistata.