Take a photo of a barcode or cover
A review by stephthepanda
La formula dell'attrazione by Paola Chiozza
5.0
Paola Chiozza non si smentisce mai, ad ogni sua pubblicazione alza sempre di più l’asticella e la dedizione che ha lei nella scrittura si vede proprio dalle conoscenze che lei mette all’interno del suo libro.
Non a caso, lei stessa ammette nei ringraziamenti, di aver seguito delle lezioni sia di fisica che di ingegneria aerospaziale; argomenti fondamentali per quella che è la trama de libro.
----
Se dovessi descrivere questo libro, probabilmente utilizzerei:
1) Passione (si, con la P maiuscola);
2) montagne russe;
3) Rivincita.
Passione dei protagonisti e tra i protagonisti, passione per ciò che fanno, per ciò in cui credono.
Non a caso, è proprio ciò in cui credono che li porta ad una serie di costanti miss understanding; facendoti salire su una montagna russa di emozioni: ridi, ti arrabbi, ma soprattutto soffri insieme ai protagonisti.
Soffri per il loro amore, soffri per il loro passato (ancora piango per quella bomboniera di matrimonio con dentro la rappresentazione di un buco nero).
Perché?
Perché entrambi sono due ragazzini che per un motivo, o per un altro, si sono ritrovati a dover crescere troppo in fretta.
Cosa fa generalmente un bambino?
Sogna, sogna più che può! E così, fanno i nostri protagonisti.
E questo porta li porta ad una costante paura di essere feriti, spingendoli a cercare di dover proteggere il loro bambino interiore, e di conseguenza i loro sogni.
Sogni che NESSUNO riesce a capire, tranne loro due, i quali si capiscono a vicenda e, per assurdo, è proprio nel loro capirsi che non si comprendono (c'è differenza tra capire e comprendere).
Lo so, è assurdo, ma fidatevi quando vi dico che, leggendo il libro, saprete ciò che intendo.
Infine, rivincita.
Parola emblematica per descrivere questo libro perché:
- Chase (il nostro protagonista maschile) ha una rivincita contro la falsità che regnava nel suo ambiente, ma soprattutto contro il padre (un po’ di daddy issues non fanno male, dai);
- Becca (la nostra protagonista femminile), ha una rivincita contro se stessa e contro chi l’ha bullizzata nella sua adolescenza.
I flashback, sono distruttivi.
Penso di non aver mai pianto così tanto, probabilmente perché posso immedesimarmi, posso capire a pieno quello che viene descritto, posso ritrovarmi in ciò che è successo.
Ma non serve averlo obbligatoriamente vissuto, perché i POV (point of view) di entrambi i personaggi sono descritti in maniera così vera, così “viva”, che (a mio parere) è inevitabile che ti immedesimi in ognuno di loro.
E’ proprio questo, che permette al lettore di non schierarsi da nessuna parte, perché capisci Rebecca, ma al contempo, capisci Chase e non gliene fai una colpa; non ci riesci!
Anche se in determinati momenti, vorresti.
E poi c’è il filone del padre di Rebecca, importante per entrambi i nostri protagonisti, che vi rapirà ed entrerà dentro al cuore (anche in questo caso, leggendo il libro, comprenderete).
Non vi nego, che c’è stato un momento in cui ho temuto/dubitato che questo filone non venisse concluso, che venisse lasciato un po’ al caso o al pensiero del lettore; ma Paola Chiozza non lascia NULLA al caso!
Il modo con cui viene concluso, come se fosse una specie di passaggio del testimone.. WOW!
Concludendo, mi sembra come se il libro volesse dire:
- Non smettere mai di credere mai nei tuoi sogni;
- Proteggi quel bambino interiore, ma allo stesso tempo permettigli di crescere; vivilo, ma non trascurarlo mai!
Non a caso, lei stessa ammette nei ringraziamenti, di aver seguito delle lezioni sia di fisica che di ingegneria aerospaziale; argomenti fondamentali per quella che è la trama de libro.
----
Se dovessi descrivere questo libro, probabilmente utilizzerei:
1) Passione (si, con la P maiuscola);
2) montagne russe;
3) Rivincita.
Passione dei protagonisti e tra i protagonisti, passione per ciò che fanno, per ciò in cui credono.
Non a caso, è proprio ciò in cui credono che li porta ad una serie di costanti miss understanding; facendoti salire su una montagna russa di emozioni: ridi, ti arrabbi, ma soprattutto soffri insieme ai protagonisti.
Soffri per il loro amore, soffri per il loro passato (ancora piango per quella bomboniera di matrimonio con dentro la rappresentazione di un buco nero).
Perché?
Perché entrambi sono due ragazzini che per un motivo, o per un altro, si sono ritrovati a dover crescere troppo in fretta.
Cosa fa generalmente un bambino?
Sogna, sogna più che può! E così, fanno i nostri protagonisti.
E questo porta li porta ad una costante paura di essere feriti, spingendoli a cercare di dover proteggere il loro bambino interiore, e di conseguenza i loro sogni.
Sogni che NESSUNO riesce a capire, tranne loro due, i quali si capiscono a vicenda e, per assurdo, è proprio nel loro capirsi che non si comprendono (c'è differenza tra capire e comprendere).
Lo so, è assurdo, ma fidatevi quando vi dico che, leggendo il libro, saprete ciò che intendo.
Infine, rivincita.
Parola emblematica per descrivere questo libro perché:
- Chase (il nostro protagonista maschile) ha una rivincita contro la falsità che regnava nel suo ambiente, ma soprattutto contro il padre (un po’ di daddy issues non fanno male, dai);
- Becca (la nostra protagonista femminile), ha una rivincita contro se stessa e contro chi l’ha bullizzata nella sua adolescenza.
I flashback, sono distruttivi.
Penso di non aver mai pianto così tanto, probabilmente perché posso immedesimarmi, posso capire a pieno quello che viene descritto, posso ritrovarmi in ciò che è successo.
Ma non serve averlo obbligatoriamente vissuto, perché i POV (point of view) di entrambi i personaggi sono descritti in maniera così vera, così “viva”, che (a mio parere) è inevitabile che ti immedesimi in ognuno di loro.
E’ proprio questo, che permette al lettore di non schierarsi da nessuna parte, perché capisci Rebecca, ma al contempo, capisci Chase e non gliene fai una colpa; non ci riesci!
Anche se in determinati momenti, vorresti.
E poi c’è il filone del padre di Rebecca, importante per entrambi i nostri protagonisti, che vi rapirà ed entrerà dentro al cuore (anche in questo caso, leggendo il libro, comprenderete).
Non vi nego, che c’è stato un momento in cui ho temuto/dubitato che questo filone non venisse concluso, che venisse lasciato un po’ al caso o al pensiero del lettore; ma Paola Chiozza non lascia NULLA al caso!
Il modo con cui viene concluso, come se fosse una specie di passaggio del testimone.. WOW!
Concludendo, mi sembra come se il libro volesse dire:
- Non smettere mai di credere mai nei tuoi sogni;
- Proteggi quel bambino interiore, ma allo stesso tempo permettigli di crescere; vivilo, ma non trascurarlo mai!