A review by nefreth
Lesioni personali by Margaret Atwood

4.0

Rennie è una giornalista canadese di lifestyle reduce da una mastectomia per un cancro al seno che si ritrova in un'isoletta dei caraibi per scrivere un articolo per il giornale per cui lavora, ma si troverà coinvolta in un incubo più grande di lei.
La Atwood è maestra nel disegnare il disagio. Per le prima 300 pagine sentiamo quello della giornalista devastata dalla malattia al punto da sognare di venire divorata dai vermi dall'interno, che rifiuta il tocco del suo uomo e brama quello di un semisconosciuto, che si divide tra paranoie e affido. Sull'isola la giornalista inizia a legare con una serie di personaggi ambigui e pagina dopo pagina senti che starà per succedere qualcosa, che queste sue scelte la porteranno ad un punto di non ritorno. Pur non accadendo pressochè nulla a livello di trama senti questa tensione strisciante, aspetti che dietro l'angolo accada qualcosa.
E poi, d'improvviso, quando ormai speri che tutto andrà bene, che era solo un'impressione..
una rivolta e tutto cambia. E nella seconda parte del libro Margaret Atwood tira fuori il suo secondo pezzo forte: la capacità di descrivere come ci si senta schiacciati dall'impossibilità di essere padroni della propria vita, in balia di un autorità violenta e corrotta.
E poi il cerchio si chiude, si ritorna nei consueti panorami ma ben sapendo che quell'incubo rimarrà per sempre un grumo di angoscia che non si scioglierà mai.