A review by ilariam
Orient by Christopher Bollen

4.0

Orient è la tipica piccola città sulla costa orientale dove tutti si conoscono.
O almeno era così prima che fosse presa d'assalto da ricchi newyorkesi, artisti soprattutto, alla ricerca di una pittoresca location per i loro weekend e le vacanze.
Si, Orient non è più quella di volta, soprattutto perché qualcuno continua ad uccidere i suoi abitanti...

Quasi settecento pagine non è una scelta comune per un giallo, dove la narrazione è spesso stringata e concentrata principalmente sui "fatti".
Scoprire l'assassino, però, non è il vero cardine su cui si regge Orient di Christopher Bollen: è la città con le sue dinamiche ad essere il fulcro di tutto.
Ecco così le vecchie famiglie che si vedono pian piano sottrarre la terra, i nuovi arrivati guardati con sospetto, se non addirittura con astio, il tuttofare sempre ubriaco che potrebbe aver scoperto chissà cosa, l'anziana allevatrice d'api che non si lascia convincere dall'idea di una semplice casualità...

Christopher Bollen si concede il lusso di 700 pagine per descrivere tutto questo e molto più, concentrandosi soprattutto su Beth e Mills, investigatori improvvisati, loro malgrado sempre più coinvolti nei delitti che continuano a insanguinare Orient, dapprima bollati come semplici incidenti, ma che piano piano assumono i connotati di un macabro disegno, realizzato da qualcuno che, inesorabilmente e spietatamente, continua indisturbato a muoversi nell'ombra, seminando morte e panico.

Beth è tornata da poco nella sua città natale. Dopo anni a NewYork, dove aveva cercato di intraprendere, senza successo, la carriera di artista, ha deciso di abbandonare ogni velleità e di limitarsi al ruolo di moglie di un artista. Suo marito, Gavril, è infatti sulla cresta dell'onda, e i due si sono trasferiti a Orient, nella casa della madre di Beth, per mettere su famiglia, considerandolo un ambiente molto più sicuro rispetto alla caotica metropoli.
Mills viene da Modesto, in California. Abbandonato alla nascita dai genitori, la sua infanzia, così come la sua adolescenza, è stato un continuo passare da una famiglia affidataria all'altra. Alla ricerca di qualcosa di diverso, lascia tutto e si trasferisce A New York, dove finisce però schiavo delle droghe. A 19 anni sembra già non avere più un futuro. L'incontro con Paul sembra essere la svolta tanto attesa: l'uomo gli offre un tetto sopra la testa e gli propone di seguirlo ad Orient, dove deve far ordine nella vecchia dimora di famiglia. Il resto degli abitanti della città, però, non vede di buon occhio quel ragazzo senza famiglia che nasconde chissà quale oscuro passato. Non aiuta neanche il fatto che Mills sia gay e che nutra un certo interesse per il figlio dei vicini, Tommy, finendo nel mirino dell'oppressiva e intransigente Pam, la perfetta moglie-madre-casalinga americana, sempre alla ricerca di una crociata da portare avanti.
L'arrivo di Mills coincide anche con l'inizio della catena di omicidi che getta Orient in un incubo senza fine.

Sia Beth sia Mills si sentono dei pesci fuor d'acqua in quella città tanto chiusa, nonostante la prima sia nata lì; i due non ci mettono molto a stringere amicizia, e il loro legame viene rafforzato dal trovarsi casualmente a sapere ben più di quanto dovrebbero sui delitti e su chi potrebbe trarne vantaggio; anzi, Beth è la prima, dopo essere stata messa in guarda dalla vecchia Magdalena, a sospettare la mano di un unico assassino dietro a tutte quelle morti inaspettate.
Però, oltre all'indagine, ci sono anche tanti problemi personali da affrontare.
Beth è incinta, ma non è più tanto sicura di volere il bambino, nonostante la sua sia una gravidanza fortemente cercata; non l'ha ancora detto a suo marito, né tantomeno a sua madre, ossessionata dalla chirurgia plastica, dai debiti e dal desiderio di diventare nonna.
Mills sogna di essere adottato da Paul, e spera di aver finalmente trovato una casa; peccato non si possa dedicare solo a quello: ci sono anche le turbe ormonali dell'adolescenza, e quello strano rapporto che si instaura con Tommy, il tutto complicato dalla diffidenza della gente di Orient.
Quando finalmente è a tutti chiaro che c'è un assassino a piede libero, chi potrebbe essere un migliore capro espiatorio?

Il meccanismo della paura e del sospetto, anche nei confronti di chi si conosce da una vita, una volta innescato, non può più essere fermato: il vicino diventa un possibile omicida, e non c'è più nessuno di cui potersi fidare. Tutti sospettano di tutti, e segreti tenuti nascosti per tanto, tanto tempo cominciano ad affiorare.
C'è del marcio ad Orient, e pare che nessuno possa davvero dirsi senza uno scheletro nell'armadio, e mentre la lista dei papabili killer si allunga, lo fa anche quello delle vittime.

Il ritmo della narrazione è molto buono: non ci sono sbavature e tutto appare avere il suo perché, anche le digressioni sul passato di alcuni personaggi. Le pagine sembrano chiedere di essere divorate quanto più velocemente possibile.

Se ci limitiamo solo all'aspetto "giallo", capire chi sia il responsabile dei delitti non è poi così difficile; il lettore di narrativa poliziesca sa che quando ci sono tanti sospettati, il colpevole non può che essere colui che, per qualche ragione, si era tenuto al di sopra di ogni sospetto, soprattutto se i primi cominciano a morire l'uno dopo l'altro.
Ci sono diversi colpi di scena, alcuni forse un po' scontanti, altri, purtroppo, del tutto inattesi e che fanno male.

La soluzione finale, infatti, non dà il senso di catarsi che ci si aspetterebbe: lungo la strada si è smarrito troppo perché la verità possa davvero essere una consolazione.

Orient è un romanzo spietato, che lascia ben poco alla speranza (solo un piccolo, piccolissimo barlume). Non vuole rassicurare né illudere: l'ordine è stato perso per sempre e non potrà essere ristabilito; il ritratto che emerge della provincia e del sogno americano, ormai infranto da tempo, è così efficace e veritiero da lasciare attoniti.

Un romanzo sicuramente da consigliare.