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elliania 's review for:
Lucrezia Borgia
by Bernard Wall, Maria Bellonci, Barbara Wall
Molti descrivono quest’opera come una delle migliori biografie di Lucrezia Borgia, e a fine lettura posso capire perché.
Ripartendo “da zero”, come la Bellonci stessa specifica nelle note finali, ovvero andando alle fonti primarie della storia Borgiana in Italia (soprattutto lettere, resoconti, testimonianze dell’epoca o dei decenni successivi) l’autrice va oltre le immagini stereotipate di Lucrezia sia come incestuosa avvelenatrice, complice delle trame del padre e del fratello, sia come vittima passiva, semplice burattino nelle mani delle trame famigliari. Quello che resta di questo libro, una volta chiusa l’ultima pagina, è un ritratto reale dell’Italia di fine Quattrocento, con Lucrezia come centro della narrazione, ma anche lunghi - e molto interessanti - capitoli dedicati agli altri personaggi, primi fra tutti Cesare - per il quale, nemmeno a dirlo, servirebbero ben più che pochi capitoli per rendere pienamente giustizia alla sua complessità -, la famiglia d’Este di Ferrara, gli Aragona di Napoli, ma anche personaggi che occupano poco spazio, ma che riescono ad affascinare e lasciano la curiosità di approfondire la loro storia - ad esempio Beatrice d’Este, Caterina Sforza, Sancia d’Aragona, i duchi di Urbino e quelli di Mantova. La Bellonci si sofferma molto sul carattere dei personaggi, ricostruendone le intenzioni attraverso le loro azioni e le loro parole, e anche laddove non ci siano certezze storicamente provate, offre un quadro ragionato delle possibilità, formulando ipotesi o teorie.
Non pesano gli “anni” di questa biografia, scritta nel 1939, che scorre via senza annoiare, ricca di dettagli e curiosità anche per quello che concerne la vita quotidiana, gli usi e le abitudini di quello che resta, a mio avviso, il periodo più affascinante della storia italiana.
Ripartendo “da zero”, come la Bellonci stessa specifica nelle note finali, ovvero andando alle fonti primarie della storia Borgiana in Italia (soprattutto lettere, resoconti, testimonianze dell’epoca o dei decenni successivi) l’autrice va oltre le immagini stereotipate di Lucrezia sia come incestuosa avvelenatrice, complice delle trame del padre e del fratello, sia come vittima passiva, semplice burattino nelle mani delle trame famigliari. Quello che resta di questo libro, una volta chiusa l’ultima pagina, è un ritratto reale dell’Italia di fine Quattrocento, con Lucrezia come centro della narrazione, ma anche lunghi - e molto interessanti - capitoli dedicati agli altri personaggi, primi fra tutti Cesare - per il quale, nemmeno a dirlo, servirebbero ben più che pochi capitoli per rendere pienamente giustizia alla sua complessità -, la famiglia d’Este di Ferrara, gli Aragona di Napoli, ma anche personaggi che occupano poco spazio, ma che riescono ad affascinare e lasciano la curiosità di approfondire la loro storia - ad esempio Beatrice d’Este, Caterina Sforza, Sancia d’Aragona, i duchi di Urbino e quelli di Mantova. La Bellonci si sofferma molto sul carattere dei personaggi, ricostruendone le intenzioni attraverso le loro azioni e le loro parole, e anche laddove non ci siano certezze storicamente provate, offre un quadro ragionato delle possibilità, formulando ipotesi o teorie.
Non pesano gli “anni” di questa biografia, scritta nel 1939, che scorre via senza annoiare, ricca di dettagli e curiosità anche per quello che concerne la vita quotidiana, gli usi e le abitudini di quello che resta, a mio avviso, il periodo più affascinante della storia italiana.