A review by elettraelettra
Le affinità elettive by Johann Wolfgang von Goethe

1.0

Non ricordo di aver mai voluto la morte di ogni singolo personaggio in un libro.
Quelli che sono, grazie a dio, finalmente morti non mi bastano, avrei voluto un capitolo ancora (cosa che non avrei mai pensato considerando che guardavo con astio il non abbastanza veloce approssimarsi della fine!) in cui morivano anche gli altri due.
Ok, cominciamo dall'inizio.
La trama non sta in piedi. Marito e moglie non si amano, entrambi ne sono consapevoli, entrambi amano altri, nulla impedisce loro il divorzio, né la volontà, né i soldi, né alcun intervento esterno, né le opinioni del prossimo o le usanze dell'epoca (tutti divorziano a destra e a manca senza biasimo da parte di nessuno!)... ma loro no, loro decidono di soffrire e tormentarsi e fustigarsi e piagnucolare.
Qualcuno potrebbe obbiettare che il punto non è la trama ma l'insegnamento che la storia permette di esporre. Non è la prima volta che leggo Goethe, ma wow!, non me lo ricordavo tanto misogino!
Come una donna dimostra il proprio amore per un uomo? Adattandosi a lui al punto da scomparire in lui (lei impara a scrivere esattamente come lui?!) e dall'adattare le proprie capacità in modo da nascondere le sue debolezze (lui suona il flauto da schifo per cui lei impara a suonare in modo da valorizzare quanto schifo faccia). Ogni volta che ho dovuto leggere di quanto una donna sia gentile e aggraziata e silenziosa e efficiente e controllata e saggia contro l'uomo che invece è impetuoso e passionale e capace di organizzazione e valoroso... avrei preferito che qualcuno mi pestasse un piede. Predestinazione? Sì sì ho capitolo, erano destinati a stare assieme, non lo fanno, muoiono. Bel messaggio, originale, toccante, sensazionale (nel caso non si fosse capito, la frase è da leggere con molta, molta, mooooolta ironia). Sì qui e là si colgono profondi e interessanti messaggi, ma sono ficcati tra le pagine in modo tanto assurdo e deliberato da risultare quasi un elenco di aforismi.
Stile: indovina indovina? Orribile. L'inizio è comico, la protagonista, per nessuna ragione al mondo si mette a riassumere la sua vita al marito in un bel discorsetto a beneficio del lettore. Grazie tante, ma non mi risulta sia così che funzioni un romanzo. Avrebbe potuto inserire una cavolo di introduzione stile teatro se proprio non riusciva ad inserire la storia in altro modo, o che so io. Assolutamente pessimo. Ma questo è solo l'inizio, per tutta la storia ci sono situazioni simili, in cui personaggi fanno discorsi che non hanno senso o confessano cose che non ha senso confessino se non perché così la trama avanza senza 'perdere tempo'. E' morto un bambino?, sì, beh, sono tutti più o meno contenti della cosa quindi, amen, non c'è ragione di perdere tempo in inutili sentimentalismi. Due personaggi devono avere la loro scenetta insieme?, il terzo 'inventa una scusa qualunque' e se ne va, di sicuro non vale la pena inventarsi effettivamente una scusa, basta scrivere letteralmente 'inventò una scusa qualunque' et voilà. Arrivano personaggi nuovi? Facciamo che tutti sappiano chi è innamorato di chi o che basti loro guardare in faccia un personaggio e lo capiscano al volo. Non c'è nessuna profondità, nessun vero sentimento. Si amano ma non si riesce nemmeno a capire cosa amino l'uno dell'altro. Sono semplicemente destinati l'uno all'altro, punto. Ottilia? Lei è un capolavoro, cambia addirittura personalità. All'inizio sembra un po' sempliciotta, ha difficoltà ad imparare e non si tratta solo di timidezza, le cose le si debbono spiegare con una connessione logica e lentamente perché possa apprenderle... dopo un po' di pagine è una donna piena di talento, prende in mano la gestione della casa senza problemi, gestisce il personale, sa suonare, scrivere (all'inizio aveva delle difficoltà), dipingere, perfino stare in società senza grossi problemi!

Insomma, se non si era capito a mio modestissimo e probabilmente ignorante opinione (il romanzo è considerato un classico!) il libro non vale il tempo di nessuno. L'unico pregio che mi viene in mente è che è breve (e anche qui: non abbastanza).
Consigliato: no.