A review by ludovicaciasullo
Accabadora by Michela Murgia

4.0

Di questo romanzo la prima cosa che colpisce è l'ambientazione. Una Sardegna rurale, dimenticata, che funziona secondo regole precise che si imparano molto presto. Ma dopo la fascinazione per questo mondo forse perduto, o comunque incredibilmente lontano, è scattato in me qualcosa di ben più profondo. Cosa significano quelle regole, cosa rappresentano quelle tradizioni? Le parole di Bonaria, o della narratrice ci svelano che "Il dolore è nudo, e il nero serve a coprirlo, non a farlo vedere"; ci spiegano che "Niente a Soreni era sbeffeggiato e tenuto ai margini quanto uno stupido, perché se l'astuzia, la forza e l'intelligenza si potevano vincere ad armi pari, la stupidità non aveva peggiore nemico di sé stessa, e la sua fondamentale imprevedibilità la rendeva pericolosa negli amici più ancora che nei nemici. Il danno era che in nessuno dei due casi la nomea di stupido si sarebbe potuta accompagnare al rispetto, bene prioritario in un posto dove di beni non ce n'erano poi molti altri."

Queste intensissime digressioni sul funzionamento di una morale che superficialmente appare bigotta e retrograda, ma che a ben guardare cela anche importanti significati, sono a mio avviso la colonna portante del romanzo.

Alcuni istituti sociali, come la sorta di adozione che lega le due protagoniste, o l'eutanasia informale praticata da Bonaria, sfuggono alla nostra concezione di filiazione o diritto alla vita, eppure la Murgia riesce a presentarceli come naturali propaggini di un'umanità che non si appoggia a leggi e procedure burocratiche, ma che piuttosto si guarda nell'anima e cerca di fare del proprio meglio con quello che ha.

Armata di una storia potente e di una penna fina, la Murgia ci rivela come i desideri, le pulsioni, le speranze delle persone sono simili dappertutto. Come le gestiamo cambia, sicuramente, ma l'umanità, sotto sotto, è una nozione universale.

Una sola cosa non mi ha convinto: la parentesi torinese. Non ne ho capito fino in fondo l'utilità ai fini del resto dello sviluppo narrativo, né mi ha suscitato particolari emozioni.

Questo romanzo mi lascia un sorriso consapevole, e un monito: "Gli ci volle qualche minuto per ricordarsi chi e cosa era, che riemergere da se stessi è tanto più difficile quanto più si è profondi."