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A review by stephthepanda
Parlarne tra amici by Sally Rooney
2.0
Mi è piaciuto? Boh.
Per voi che siete abituati a leggere le mie recensioni chilometriche, sapete che è molto raro che un libro mi lasci con così poche parole e per di più con pensieri così confusi.
Partiamo dal presupposto che a Sally Rooney NON piace scrivere personaggi semplici, di facile interpretazione e/o comprensione; anzi, totalmente il contrario.
C'è palesemente una vena sadica nella nostra autrice, perché altrimenti non si spiega la sua passione nel far ammattire i propri lettori e soprattutto non si spiega il suo profondo amore per il "mai una gioia".
"Parlarne tra amici" è, a mio modesto parere, la versione hardcore di "Persone normali", perché mentre nel secondo ti ritrovi a comprendere i personaggi pur non condividendo le ragioni (in alcune occasioni), per quanto riguarda il primo, questa "benedizione" non ci è concessa.
Un'altra caratteristica dei romanzi della Rooney (o perlomeno di questi due che ho letto) è che i nostri protagonisti hanno una incapacità nella comunicazione.
Riuscire a parlare dei propri sentimenti? Riuscire a dare voce ai propri pensieri? U T O P I A.
Frances, la nostra protagonista femminile è l'emblema di questa "problematica", perché se semplicemente avesse provato a condividere i propri dolori, i propri pensieri, le proprie paure e/o le proprie gioie, la maggior parte dei suoi problemi o non sarebbero esistiti o si sarebbero risolti nell'arco di qualche giorno. A tratti mi è sembrato contradittorio, calcolando che lei sia una poetessa, ma dall'altro canto il perché lei abbia questo tipo di difficoltà e/o incapacità, lo sappiamo; ci viene "spiegato" un po' tramite il suo pov, un po' tramite parole/litigi di altri personaggi, un po' tramite quello che succede.
Tendenzialmente lei ha paura di essere vista, ma allo stesso tempo lo desidera dal più profondo del suo cuore (non è un caso che noi scopriamo il suo nome, SOLO quando lei percepisce di essere vista come un'attrice protagonista della sua vita e non più come una comparsa, da parte di Nick).
Il mio rapporto con questa protagonista è descrivibile dall' "Odi et amo"; in alcuni momenti l'ho apprezzata, in alcuni momenti mi ci sono anche rivista, in altri momenti non l'ho proprio sopportata, non l'ho minimamente compresa (e non so se sia una cosa voluta o meno).
Altra caratteristica che ho riscontrato in questo romanzo come in "persone normali" è: la disfunzionalità.
Ogni personaggio: Frances, Nick, Bobbie e Melissa, è legato tra di loro mediante un rapporto disfunzionale (per tutta una serie di motivazioni che vengono illustrate e/o comprese durante la lettura).
E' decisamente un romanzo difficile, ma allo stesso tempo interessante, vedasi: l'interpretazione femminista di alcune tematiche e/o vedasi: l'analisi del tradimento e delle sue sfaccettature; ragion per cui mi viene da dirvi: se preferite personaggi moralmente ligi, questo libro non fa per voi.
Se non vi piace andare a sviscerare la psiche dei personaggi, questo libro non fa per voi.
Se non vi piacciono i finali aperti, questo libro non fa per voi.
Non è un caso, infatti, che cito la questione "finale" perché se c'è una cosa che NON mi ha convinto per nulla è proprio questo.
Mi spiego meglio, in sè per sè il problema non è il finale aperto, quanto tutte le decisioni della storia (specialmente la "penultima") che portano poi a questa conclusione, perché (a mio modesto parere), NON ha senso.
L'ultimissima parte, la comprendo, specialmente se facciamo l'analisi su quello che è il personaggio di Nick (che ha una serie di problemi legati alla salute mentale, che ha subito un 4bus0 che però non riesce a riconoscere). La comprendo se facciamo l'analisi su quella che è l'interiorità di Frances, però per il resto? ZERO.
Alcune scelte sono oggettivamente forzate e non le hai viste arrivare (per lo meno per come si è evoluta la storia dall'inizio verso la seconda metà).
Concludendo, non so sinceramente cosa dire, però se volete ammattirvi appresso a: Frances, Nick, Bobbie e Melissa (personaggio odioso), come ho fatto io, fate pure hahah.
Per voi che siete abituati a leggere le mie recensioni chilometriche, sapete che è molto raro che un libro mi lasci con così poche parole e per di più con pensieri così confusi.
Partiamo dal presupposto che a Sally Rooney NON piace scrivere personaggi semplici, di facile interpretazione e/o comprensione; anzi, totalmente il contrario.
C'è palesemente una vena sadica nella nostra autrice, perché altrimenti non si spiega la sua passione nel far ammattire i propri lettori e soprattutto non si spiega il suo profondo amore per il "mai una gioia".
"Parlarne tra amici" è, a mio modesto parere, la versione hardcore di "Persone normali", perché mentre nel secondo ti ritrovi a comprendere i personaggi pur non condividendo le ragioni (in alcune occasioni), per quanto riguarda il primo, questa "benedizione" non ci è concessa.
Un'altra caratteristica dei romanzi della Rooney (o perlomeno di questi due che ho letto) è che i nostri protagonisti hanno una incapacità nella comunicazione.
Riuscire a parlare dei propri sentimenti? Riuscire a dare voce ai propri pensieri? U T O P I A.
Frances, la nostra protagonista femminile è l'emblema di questa "problematica", perché se semplicemente avesse provato a condividere i propri dolori, i propri pensieri, le proprie paure e/o le proprie gioie, la maggior parte dei suoi problemi o non sarebbero esistiti o si sarebbero risolti nell'arco di qualche giorno. A tratti mi è sembrato contradittorio, calcolando che lei sia una poetessa, ma dall'altro canto il perché lei abbia questo tipo di difficoltà e/o incapacità, lo sappiamo; ci viene "spiegato" un po' tramite il suo pov, un po' tramite parole/litigi di altri personaggi, un po' tramite quello che succede.
Tendenzialmente lei ha paura di essere vista, ma allo stesso tempo lo desidera dal più profondo del suo cuore (non è un caso che noi scopriamo il suo nome, SOLO quando lei percepisce di essere vista come un'attrice protagonista della sua vita e non più come una comparsa, da parte di Nick).
Il mio rapporto con questa protagonista è descrivibile dall' "Odi et amo"; in alcuni momenti l'ho apprezzata, in alcuni momenti mi ci sono anche rivista, in altri momenti non l'ho proprio sopportata, non l'ho minimamente compresa (e non so se sia una cosa voluta o meno).
Altra caratteristica che ho riscontrato in questo romanzo come in "persone normali" è: la disfunzionalità.
Ogni personaggio: Frances, Nick, Bobbie e Melissa, è legato tra di loro mediante un rapporto disfunzionale (per tutta una serie di motivazioni che vengono illustrate e/o comprese durante la lettura).
E' decisamente un romanzo difficile, ma allo stesso tempo interessante, vedasi: l'interpretazione femminista di alcune tematiche e/o vedasi: l'analisi del tradimento e delle sue sfaccettature; ragion per cui mi viene da dirvi: se preferite personaggi moralmente ligi, questo libro non fa per voi.
Se non vi piace andare a sviscerare la psiche dei personaggi, questo libro non fa per voi.
Se non vi piacciono i finali aperti, questo libro non fa per voi.
Non è un caso, infatti, che cito la questione "finale" perché se c'è una cosa che NON mi ha convinto per nulla è proprio questo.
Mi spiego meglio, in sè per sè il problema non è il finale aperto, quanto tutte le decisioni della storia (specialmente la "penultima") che portano poi a questa conclusione, perché (a mio modesto parere), NON ha senso.
L'ultimissima parte, la comprendo, specialmente se facciamo l'analisi su quello che è il personaggio di Nick (che ha una serie di problemi legati alla salute mentale, che ha subito un 4bus0 che però non riesce a riconoscere). La comprendo se facciamo l'analisi su quella che è l'interiorità di Frances, però per il resto? ZERO.
Alcune scelte sono oggettivamente forzate e non le hai viste arrivare (per lo meno per come si è evoluta la storia dall'inizio verso la seconda metà).
Concludendo, non so sinceramente cosa dire, però se volete ammattirvi appresso a: Frances, Nick, Bobbie e Melissa (personaggio odioso), come ho fatto io, fate pure hahah.