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A review by momotan
L'esilio del tiranno by Raymond E. Feist
3.0
Ovviamente, il terzo volume di una trilogia è praticamente incomprensibile senza avere presenti i primi due libri.
In questi libri, il protagonista era Artiglio del falco d’argento, un giovane appartenente alla tribù degli Orosini. Tribù che venne massacrata da una banda di mercenari al soldo del Duca di Olasko. Artiglio venne salvato dal figlio di Pug, il mago eroe della Riftwar, e venne allevato ed istruito per diventare un’arma del Conclave, un gruppo segreto di individui che lottavano contro alcune entità maligne, già responsabili della Guerra del Serpente.
Artiglio assunse il nome di Tal Hawkins, si fece passare per nobile e divenne il più abile spadaccino di quelle terre, al punto da venire assunto al servizio del Duca. Lì rimase, lavorando come sicario per il suo nemico, fino a quando il Duca non lo tradì facendolo incarcerare. A quel punto fuggì e, alla testa di diversi eserciti radunatisi per fermare le ambizioni del Duca e del suo malvagio consigliere -che in realtà era il nemico del Conclave, un mago malvagio ed immortale che ricercava solo il caos- si impadronì del suo regno.
Alla fine del secondo libro, il Duca venne esiliato: lo teletrasportarono sull’altro continente del mondo, un luogo di cui ignorava perfino la lingua, e lo lasciarono da solo nel deserto.
Kaspar
Incredibilmente, il protagonista di questo libro è proprio Kaspar, ex-Duca di Olasko.
Sopravvissuto al deserto e agli schiavisti, trova rifugio in una fattoria dove col tempo impara la lingua locale. Oltre ad una più importante comprensione, e cioè la comprensione della vita della gente comune, che aveva sempre ignorato trattandola come numeri su pergamene.
Più il tempo passava, e più Kaspar capisice che il mago che era diventato suo consigliere lo aveva plagiato, facendogli prendere decisioni cui mai avrebbe pensato e che mai avrebbe volontariamente accettato.
Certo non sarebbe mai stato considerato un buono, e il suo mago aveva trovato del marcio su cui far leva, ma sostanzialmente la sua ambizione era stata quella di rafforzare il ducato per evitare che venisse infestato da guerre; ciò a cui puntava era la soddisfazione della sua popolazione.
Intenzionato a riprendersi il trono, Kaspar comincia un lungo cammino verso casa, consapevole di dover trovare un modo per attraversare l’oceano. Incappa invece in un’armatura nera, malvagia, che lo cattura con un incantesimo impedendogli di sbarazzarsene e costringendolo a portarla sempre più a ovest.
Quando finalmente si libera dell’incantesimo, conosce la vera natura dell’armatura. Sa che viene da un’altra dimensione, e sa che finchè questa cosa rimarrà su Midkemia -il suo mondo- si apriranno sempre più varchi tra le dimensioni, facendo passare mostri potentissimi. Fino a quando un esercito invincibile non sarebbe passato dai varchi, distruggendo il suo mondo.
E’ per evitare la distruzione del mondo (da cui sa che nè lui nè le poche persone a cui tiene riuscirebbero a salvarsi) che accetta di portare l’armatura dai suoi vecchi nemici: Tal e il Conclave.
E questi, seppure dopo un’iniziale indifferenza, lo accetteranno tra di loro per ascoltare il suo racconto.
E dopo aver combattuto fianco a fianco contro il suo antico consigliere ed i suoi servitori, si giunge alla prevedibile conclusione di questo viaggio di maturazione dell’ex-duca: il suo ingresso nel conclave, che si sta preparando per l’imminente guerra contro il mago malvagio.
Maturazione
Un cambiamento che avrebbe dell’incredibile, se non fosse stato gestito molto bene.
Kaspar non è un buono, non lo sarà probablimente mai. Nè finge di esserlo.
La prima parte del suo viaggio serve però per far capire (a noi e a lui) che nemmeno è malvagio come era sembrato, che era colpa del mago che lo aveva soggiogato.
La seconda parte è frutto di una costrizione: se non seguisse la direzione in cui l’incantesimo di cui è vittima lo sospinge, morirebbe. Quindi non può fare altro che proseguire, fino a quando non arriva al Padiglione degli Dèi e gli viene mostrata la verità sull’armatura.
La terza parte è finalmente una sua scelta. Sceglie di rischiare la vita per portare quell’oggetto dai suoi nemici, perchè sono gli unici in grado di farla sparire prima che distrugga il mondo. Rimane affascinato dalla loro scuola. Dal loro potere.
Alla fine, quando è chiaro che hanno gli stessi nemici -e quando ormai lui ha rinunciato a riprendersi il trono, sul quale ormai siede la sorella e che è adesso sicuro e in pace con i regni confinanti- il passo verso il suo divenire un agente del Conclave è breve, nonchè scontato.
Trilogia
La pecca di questa trilogia è che, rispetto alla Riftwar, alla Guerra del Serpente, alla Darkwar… beh, questa trilogia non ha senso compiuto.
Il primo libro ci mostra Artiglio, dallo sterminio della sua tribù fino al suo ingresso al servizio del Duca, che compare pochissimo.
Il secondo libro ci mostra la caduta di Artiglio, la sua riscossa, la caduta del Duca. E ci mostra il vero nemico, il mago Varen.
Il terzo riabilita il Duca, che risale dal fondo fino a entrare nel Conclave.
Alla fin fine, però, la trilogia fa solo da prologo alla prossima saga, introduce il Conclave delle Ombre e crea due personaggi come Tal e Kaspar. Due guerrieri, due personaggi molto profondi… ma nient altro.
Per quanto ben scritta, alla fine risulta un poco deludente come saga
In questi libri, il protagonista era Artiglio del falco d’argento, un giovane appartenente alla tribù degli Orosini. Tribù che venne massacrata da una banda di mercenari al soldo del Duca di Olasko. Artiglio venne salvato dal figlio di Pug, il mago eroe della Riftwar, e venne allevato ed istruito per diventare un’arma del Conclave, un gruppo segreto di individui che lottavano contro alcune entità maligne, già responsabili della Guerra del Serpente.
Artiglio assunse il nome di Tal Hawkins, si fece passare per nobile e divenne il più abile spadaccino di quelle terre, al punto da venire assunto al servizio del Duca. Lì rimase, lavorando come sicario per il suo nemico, fino a quando il Duca non lo tradì facendolo incarcerare. A quel punto fuggì e, alla testa di diversi eserciti radunatisi per fermare le ambizioni del Duca e del suo malvagio consigliere -che in realtà era il nemico del Conclave, un mago malvagio ed immortale che ricercava solo il caos- si impadronì del suo regno.
Alla fine del secondo libro, il Duca venne esiliato: lo teletrasportarono sull’altro continente del mondo, un luogo di cui ignorava perfino la lingua, e lo lasciarono da solo nel deserto.
Kaspar
Incredibilmente, il protagonista di questo libro è proprio Kaspar, ex-Duca di Olasko.
Sopravvissuto al deserto e agli schiavisti, trova rifugio in una fattoria dove col tempo impara la lingua locale. Oltre ad una più importante comprensione, e cioè la comprensione della vita della gente comune, che aveva sempre ignorato trattandola come numeri su pergamene.
Più il tempo passava, e più Kaspar capisice che il mago che era diventato suo consigliere lo aveva plagiato, facendogli prendere decisioni cui mai avrebbe pensato e che mai avrebbe volontariamente accettato.
Certo non sarebbe mai stato considerato un buono, e il suo mago aveva trovato del marcio su cui far leva, ma sostanzialmente la sua ambizione era stata quella di rafforzare il ducato per evitare che venisse infestato da guerre; ciò a cui puntava era la soddisfazione della sua popolazione.
Intenzionato a riprendersi il trono, Kaspar comincia un lungo cammino verso casa, consapevole di dover trovare un modo per attraversare l’oceano. Incappa invece in un’armatura nera, malvagia, che lo cattura con un incantesimo impedendogli di sbarazzarsene e costringendolo a portarla sempre più a ovest.
Quando finalmente si libera dell’incantesimo, conosce la vera natura dell’armatura. Sa che viene da un’altra dimensione, e sa che finchè questa cosa rimarrà su Midkemia -il suo mondo- si apriranno sempre più varchi tra le dimensioni, facendo passare mostri potentissimi. Fino a quando un esercito invincibile non sarebbe passato dai varchi, distruggendo il suo mondo.
E’ per evitare la distruzione del mondo (da cui sa che nè lui nè le poche persone a cui tiene riuscirebbero a salvarsi) che accetta di portare l’armatura dai suoi vecchi nemici: Tal e il Conclave.
E questi, seppure dopo un’iniziale indifferenza, lo accetteranno tra di loro per ascoltare il suo racconto.
E dopo aver combattuto fianco a fianco contro il suo antico consigliere ed i suoi servitori, si giunge alla prevedibile conclusione di questo viaggio di maturazione dell’ex-duca: il suo ingresso nel conclave, che si sta preparando per l’imminente guerra contro il mago malvagio.
Maturazione
Un cambiamento che avrebbe dell’incredibile, se non fosse stato gestito molto bene.
Kaspar non è un buono, non lo sarà probablimente mai. Nè finge di esserlo.
La prima parte del suo viaggio serve però per far capire (a noi e a lui) che nemmeno è malvagio come era sembrato, che era colpa del mago che lo aveva soggiogato.
La seconda parte è frutto di una costrizione: se non seguisse la direzione in cui l’incantesimo di cui è vittima lo sospinge, morirebbe. Quindi non può fare altro che proseguire, fino a quando non arriva al Padiglione degli Dèi e gli viene mostrata la verità sull’armatura.
La terza parte è finalmente una sua scelta. Sceglie di rischiare la vita per portare quell’oggetto dai suoi nemici, perchè sono gli unici in grado di farla sparire prima che distrugga il mondo. Rimane affascinato dalla loro scuola. Dal loro potere.
Alla fine, quando è chiaro che hanno gli stessi nemici -e quando ormai lui ha rinunciato a riprendersi il trono, sul quale ormai siede la sorella e che è adesso sicuro e in pace con i regni confinanti- il passo verso il suo divenire un agente del Conclave è breve, nonchè scontato.
Trilogia
La pecca di questa trilogia è che, rispetto alla Riftwar, alla Guerra del Serpente, alla Darkwar… beh, questa trilogia non ha senso compiuto.
Il primo libro ci mostra Artiglio, dallo sterminio della sua tribù fino al suo ingresso al servizio del Duca, che compare pochissimo.
Il secondo libro ci mostra la caduta di Artiglio, la sua riscossa, la caduta del Duca. E ci mostra il vero nemico, il mago Varen.
Il terzo riabilita il Duca, che risale dal fondo fino a entrare nel Conclave.
Alla fin fine, però, la trilogia fa solo da prologo alla prossima saga, introduce il Conclave delle Ombre e crea due personaggi come Tal e Kaspar. Due guerrieri, due personaggi molto profondi… ma nient altro.
Per quanto ben scritta, alla fine risulta un poco deludente come saga