A review by _persephone19_
Rashōmon e altri racconti by Ryūnosuke Akutagawa

3.0

Quando comprai questo libro avevo intenzione di scoprire il racconto “Rashōmon”, perché ne avevo sentito parlare e la mia curiosità era tanta. Poi per una questione più che altro di completezza (oltre che mia mentale), ho iniziato a leggere in ordine tutti i racconti presenti all’interno.

La prima cosa che ho notato è stato il modo di descrivere, mi ha affascinata, il racconto “Nel bosco” è stato il primo approccio che ho avuto alla scrittura di Akutagawa, ma ne sono rimasta particolarmente sorpresa, perché per quanto fosse breve, è stata una lettura fluida. Oltre al fatto che in alcuni casi predominasse questa caratteristica del grottesco, e senza troppi giri di parole, ha cercato di rendere più esplicite possibili le immagini che ognuno potrebbe avere davanti durante la lettura. Suscitandone forti impressioni. Comprendendo il fatto che questa prima parte dei racconti, considerando al 50% anche il “Registro dei morti”, c’è quello sfondo magico, surreale tipico delle fiabe, e per come noi occidentali le conosciamo, fare il confronto con questo tipo di racconti è un gioco intellettuale interessante, perché la morale della fiaba che viene raccontata a noi in qualche modo è più immediata, invece in questo caso sono molto più articolate, intrise di molta spiritualità, e per chi vive con tradizioni e credenze differenti rispetto a quelle proposte in queste pagine diviene tutto molto più complesso da comprendere.

C’è uno stacco importante, e reputo faccia da tramite l’ultimo racconto di quella che io ho visto come una “prima parte”, che è il già citato “Registro dei morti”. Inizia ad esserci come un’esasperazione dei valori, della quotidianità, della società nella quale lo scrittore viveva. Si percepisce l’inquietudine che provava, e ad un certo punto sembra difficile non immedesimarsi. Continua a colpirmi la forza descrittiva della sua scrittura, alcuni passaggi sembrano davvero difficili da comprendere e magari anche privi di senso, ma potrebbe essere alla fine solo un puntino da unire alla fine del racconto.
Sono rimasta a volte con il punto interrogativo, cercando di ripensare a ciò che avevo letto, per comprendere cosa volesse dire lo scrittore, però mi sono anche resa conto che questi dubbi li abbia lasciati volontariamente.

Lascia un senso di malinconia, ma ognuno di noi le deve dare un nome proprio

Tra i miei racconti preferiti:
~La principessa di Rokunomiya;
~Il filo di ragnatela;
~Ruota dentata;
~Vita di uno stolto: Tōkyō, L’‹‹io››, Il dipinto, La luna.