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giorgiamonni 's review for:
American Psycho
by Bret Easton Ellis
Patrick Bateman è un broker newyorchese totalmente inserito nel suo mondo e ha tutto quello che un uomo come lui può desiderare: è giovane, attraente, ricco, del tutto omologato.
In una realtà di yuppies tutti uguali, vestiti nello stesso modo, con le stesse ragazze e le stesse abitudini, Patrick si differenzia per un suo “hobby”: in preda a deliri uccide spietatamente chiunque gli si trovi davanti (forse chiunque non è corretto, ho avuto l’impressione che uccidesse solo chi non entra nella sua visione di mondo). Il libro è una raccolta di descrizioni di atti quotidiani del protagonista, dal suo punto di vista. Se amate descrizioni con dovizia di particolari, è il libro che fa per voi. Questo libro vuole essere una feroce critica al consumismo senza freni, a mio parere riuscita. Noi conosciamo il punto di vista di un uomo talmente conforme alla sua realtà, una realtà che tende infatti a distruggere l’identità personale, da essere sostituibile con chiunque altro; persino Patrick ne è cosciente. Colpisce particolarmente come nessuno nel libro sia interessato ad altro al di fuori di se stesso: Patrick ammette a più riprese di aver commesso crimini turpissimi, ma nessuno gli crede mai. Anche il fatto che Patrick non venga mai arrestato: forse perché Patrick non commette realmente gli omicidi, ma avviene tutto nella sua testa? Durante la lettura me lo sono chiesta di continuo. Le descrizioni possono risultare pesanti, ma le ritengo necessarie perché solo grazie a queste riusciamo in un primo momento ad inquadrare Patrick e i suoi amici (che sono indistinguibili, tanto che anche il protagonista spesso li confonde) e poi per entrare nel suo mondo completamente. Non consiglio questo libro a chi è impressionabile, specialmente nella seconda parte vengono descritte scene crude e violente, non adatte a tutti. Sicuramente si tratta di un libro che lascia il lettore sconvolto e con molte domande.
In una realtà di yuppies tutti uguali, vestiti nello stesso modo, con le stesse ragazze e le stesse abitudini, Patrick si differenzia per un suo “hobby”: in preda a deliri uccide spietatamente chiunque gli si trovi davanti (forse chiunque non è corretto, ho avuto l’impressione che uccidesse solo chi non entra nella sua visione di mondo). Il libro è una raccolta di descrizioni di atti quotidiani del protagonista, dal suo punto di vista. Se amate descrizioni con dovizia di particolari, è il libro che fa per voi. Questo libro vuole essere una feroce critica al consumismo senza freni, a mio parere riuscita. Noi conosciamo il punto di vista di un uomo talmente conforme alla sua realtà, una realtà che tende infatti a distruggere l’identità personale, da essere sostituibile con chiunque altro; persino Patrick ne è cosciente. Colpisce particolarmente come nessuno nel libro sia interessato ad altro al di fuori di se stesso: Patrick ammette a più riprese di aver commesso crimini turpissimi, ma nessuno gli crede mai. Anche il fatto che Patrick non venga mai arrestato: forse perché Patrick non commette realmente gli omicidi, ma avviene tutto nella sua testa? Durante la lettura me lo sono chiesta di continuo. Le descrizioni possono risultare pesanti, ma le ritengo necessarie perché solo grazie a queste riusciamo in un primo momento ad inquadrare Patrick e i suoi amici (che sono indistinguibili, tanto che anche il protagonista spesso li confonde) e poi per entrare nel suo mondo completamente. Non consiglio questo libro a chi è impressionabile, specialmente nella seconda parte vengono descritte scene crude e violente, non adatte a tutti. Sicuramente si tratta di un libro che lascia il lettore sconvolto e con molte domande.