A review by lettore_sopravvalutato
Il sentiero della notte by Guy Gavriel Kay

5.0

Arrivare all'alba

"E poi la storia narrava di come tutti e due fossero passati insieme sulle mura della Notte, che circondavano tutti i mondi viventi, verso la luminosità della dimora del Tessitore."

"Dovresti sapere che sono giaciuto morto a Caer Sidi, che è Cader Sedat, Corona Borealis dei re fra le stelle. Saprai che quel castello si trova sull'asse di incrocio di tutti i mondi, con il mare che batte contro le sue mura e tutte le stelle del cielo che vi girano attorno."
"Anche così, nonostante il luogo in cui hai giaciuto, rimani comunque mortale, spadaccino.
Vorresti morire per il figlio di Rakoth Maugrim?"


"Ebbe la visione del lupo e del ragazzo che si passavano vicini nell'oscurità del bosco prima che sorgesse la luna, che si passavano così vicini e non lo sapevano, non lo avrebbero mai saputo. Oppure sì? C’era una parte dell’anima che si tendeva, in qualche modo, verso possibilità mancate per un soffio, futuri che non sarebbero mai stati, a causa di una distanza così piccola in una foresta, di notte?"

Esistono libri, dentro casa mia, che hanno preso polvere per oltre vent'anni.
Fa bene al cuore ridare vigore a letture per lungo tempo dimenticate, soprattutto quando tali letture si rivelano essere dei gioielli come, appunto, la trilogia di Fionavar scritta da Kay.
Tanti sono i percorsi che i protagonisti decidono di intraprendere; tanti sono i destini in gioco; tante sono le emozioni che il lettore prova per epiche conclusioni o piccoli dettagli che, all'interno di questo mosaico, trovano il loro posto.
La trilogia non è rivoluzionaria all'interno del genere - tutt'altro, visto il capillare retaggio tolkeniano che lo stesso Kay ha sfruttato nella stesura de Il Silmarillion - né gode di un wolrdbuilding profondo e complesso come quello de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, Il Libro Malazan dei Caduti o La Ruota del Tempo; trattasi semplicemente di una storia classica raccontata con garbo e guizzo poetico.