A review by matteottt
Topkapi by Elsbeth Herlin, Matthias Ponnier, Eric Ambler

4.0

Il canovaccio narrativo che Eric Ambler ci presenta in Topkapi (anche conosciuto come The Light of Day) è di particolare interesse: la figura di Arthur, protagonista anti-eroe, ladruncolo senza morale, è un efficacissimo capovolgimento della figura della spia senza difetti, sempre pronta all'azione e priva di tentennamenti - non è difficile notare l'estrema distanza di questa spia "improvvisata", gettata nell'azione contro la sua volontà, dal granitico Bond di Fleming, di cui Arthur è quasi una copia in negativo, tutto bassezza morale e fisica dove la spia britannica si distingue per senso del dovere e prestanza. Intorno a questo atipico centro gravitano numerosi altri attori, di stampo più classico ma tratteggiati in modo eccellente e raffinato: dalla bionda femme fatale Miss Lipp al pragmatico Harper, passando per le figure appartenenti al mondo dello spionaggio, possiamo notare come Ambler sappia perfettamente manovrare la sua penna, in modo da presentarci figure perfettamente verosimili, tutt'altro che una sequela di stereotipi - un risultato non così scontato per un libro di letteratura gialla (e quindi vittima dello stigma del giallo come un genere "basso") pubblicato agli inizi degli anni '60.

Forte di un'ambientazione suggestiva, di un cast ineccepibile e di un ritmo narrativo perfettamente oliato, la storia delle vicissitudini di Arthur, spia per caso, si snoda attraverso 240 indimenticabili pagine, la cui attrazione sul lettore è impossibile da mettere a tacere: tutto viaggia in un'atmosfera di meraviglia ed attesa, genialmente costellata di colpi di scena, fino alle pagine finali, dove forse qualcosa si incrina - il finale, affrettato e un po' deludente, non rende giustizia alle bellissime pagine che lo precedono, dove il perfetto controllo della macchina narrativa consente ad Ambler di regalarci un capolavoro del giallo che raggiunge i livelli di Simenon e Fleming.