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dolcedisdetta 's review for:
Carrie
by Stephen King
Carrie è il meraviglioso esordio letterario di Stephen King che tutt* sembrano conoscere e che io, ahimè, non avevo mai letto fino a questo momento, avendo visto solo il film diretto da De Palma ormai tanti anni fa.
In questo romanzo credo che King abbia già messo ben a fuoco una delle sue idee fisse: l'indagine sulla mostruosità della mente umana, al di là di qualsiasi demone o entità soprannaturali. In sostanza, infatti, e non credo sia certo una novità quella che sto per dire, il vero "mostro" di questa storia non è Carrie White, bensì tutti gli altri personaggi che le girano attorno, dalla madre ai compagni di scuola, ai docenti. Nessuno, e dico nessuno si comporta bene con lei: dal pietismo alla più violenta cattiveria gratuita dell'adolescenza, Carrie White non fa che subire. E, alla fine, esplode, come qualsiasi altra vittima di bullismo o di oppressione domestica.
La sua esplosione è, in fin dei conti, un atto performativo devastante, che rade al suolo e disintegra tutto ciò che trova sul proprio cammino: è la soluzione estrema e radicale da parte di chi viene abusato e deriso ogni singolo minuto della propria vita. La soluzione finale, non mediata da alcun tipo di misura sociale e anti-bullismo, è la più semplice e pura vendetta a tutto campo.
Credo che Carrie sia un classico della letteratura contemporanea anche perché, a distanza di diversi decenni, ancora sa parlare con vividi accenti alle nuove generazioni: è un inno a ripensare i rapporti adolescenziali e scolastici, a quelli tra genitori e figl*, in nome di una lotta al bullismo, alla grassofobia, al fondamentalismo religioso, e chi più ne ha più ne metta.
In questo romanzo credo che King abbia già messo ben a fuoco una delle sue idee fisse: l'indagine sulla mostruosità della mente umana, al di là di qualsiasi demone o entità soprannaturali. In sostanza, infatti, e non credo sia certo una novità quella che sto per dire, il vero "mostro" di questa storia non è Carrie White, bensì tutti gli altri personaggi che le girano attorno, dalla madre ai compagni di scuola, ai docenti. Nessuno, e dico nessuno si comporta bene con lei: dal pietismo alla più violenta cattiveria gratuita dell'adolescenza, Carrie White non fa che subire. E, alla fine, esplode, come qualsiasi altra vittima di bullismo o di oppressione domestica.
La sua esplosione è, in fin dei conti, un atto performativo devastante, che rade al suolo e disintegra tutto ciò che trova sul proprio cammino: è la soluzione estrema e radicale da parte di chi viene abusato e deriso ogni singolo minuto della propria vita. La soluzione finale, non mediata da alcun tipo di misura sociale e anti-bullismo, è la più semplice e pura vendetta a tutto campo.
Credo che Carrie sia un classico della letteratura contemporanea anche perché, a distanza di diversi decenni, ancora sa parlare con vividi accenti alle nuove generazioni: è un inno a ripensare i rapporti adolescenziali e scolastici, a quelli tra genitori e figl*, in nome di una lotta al bullismo, alla grassofobia, al fondamentalismo religioso, e chi più ne ha più ne metta.