A review by thet0meraider
A Clockwork Orange by Anthony Burgess

challenging dark emotional reflective sad tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? Yes
  • Loveable characters? No
  • Diverse cast of characters? No
  • Flaws of characters a main focus? Yes

5.0

31 anni dopo l'uscita di Arancia Meccanica, Anthony Burgess ha detto, in un articolo per The Observer in cui riflette sul ruolo della sua novella nella diffusione della violenza giovanile: "[In the book and movie adaptation] the question was asked: is it permissible to kill free will in order to ensure the stability of society? Not many viewers of the film took notice of the question: most were too excited by the violence to bother about the philosophy of the concept".

E aggunge: "My argument was that action was anterior to art; that aggression was built into the human system and could not be taught by a book, film or play. [...] If one wished to believe that a book could instigate violence, the Bible could be one’s first choice, and yet this was taken to be the Word of God. [...] From the film of A Clockwork Orange youth did not learn aggression: it was aggressive already. What it did learn was a style of aggression, a mode of dressing violence up in a new way, a piquant sauce to season the raw meat of kicks, biffs and razor-slashings".


"Arancia Meccanica" è un romanzo straordinario che affronta temi complessi e sempre attuali con una prosa coinvolgente e innovativa. La storia, ambientata in un futuro distopico (anni '70, con il libro pubblicato nel 1962), segue le vicende di Alex DeLarge, un giovane delinquente immerso in una società violenta e decadente. Uno dei punti di forza del romanzo è sicuramente lo stile linguistico unico, che mescola l'inglese con uno slang che richiama il russo inventato dall'autore, noto come "Nadsat" (letteralmente, "adolescente", nella lingua del romanzo), arricchendo così la narrazione con una profondità e una vivacità impareggiabili.

Il tema centrale del conflitto tra libero arbitrio individuale e controllo sociale è trattato in modo magistrale, portando il lettore a riflettere sulle implicazioni morali delle azioni di Alex e sul ruolo della società nel plasmare il comportamento umano. La narrazione è avvincente e incalzante, mantenendo costantemente l'attenzione del lettore e offrendo spunti di riflessione profondi e stimolanti.

Ho trovato straziante, dall'inizio alla fine, la volontà di Alex si essere cattivo, punto e basta. Il ragazzo, appena quindicenne, non fa del male per ribellarsi al mondo - lo fa perché gli piace, ne gode, lo fa sentire al settimo cielo. E questo, devo dirlo, mi ha profondamente scossa. Non solo: finché rimane un ragazzo, Alex non ha intenzione di redimersi. Anzi.

Ci sono stati dei momenti in cui il mio metro morale mi ha portato a sentirmi in pena per Alex: vedere un ragazzino che piange per sé stesso, estremamente infelice, non è mai piacevole. Eppure le sensazioni altalenanti che ho provato nei confronti del protagonista devono portarmi anche a ragionare su di me, sulle mie credenze. Mi sono scoperta a provare godimento nel sapere Alex sottoposto alla cura riabilitativa forzata. Ho gioito nel sapere che non sarebbe più stato in grado di fare del male, anche se sotto forzatura, e nel constatare che la punizione era doppiamente efficace, perché ha rimosso anche il piacere che il ragazzino provava nell'ascoltare musica classica - peraltro con una spocchia davvero insopportabile.
Ho però anche sofferto per lui in diverse occasioni: nel vederlo usato e strumentalizzato da diverse fazioni politiche; nel saperlo respinto dalla famiglia (anche se se lo merita! Questa dualità, argh!) e solo e, per una volta, forse ingiustamente picchiato dalla brutale polizia (o magari, ancora, se lo è meritato per tutte le brutte azioni fatte in passato! Aaaaargh). Persino delle tendenze suicide mi sono dispiaciuta, pur restando dell'opinione che se la sia cercata.

Il romanzo trova una degna conclusione, a parer mio. Se si fosse chiuso diversamente, su una nota ancora negativa dopo tutto quello che abbiamo visto nel corso del romanzo, forse non lo avrei apprezzato così tanto.
Forse la cura è davvero solo la maturazione, forse basta solo davvero diventare grandi.

Sono davvero molto contenta di aver affrontato questa lettura. Sono arrivata senza aspettative e me ne sono andata arricchita, stimolata, piena di riflessioni da compiere sul mondo e, soprattutto, su di me. 

Consigliato!

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