A review by momotan
L'anno della lepre by Arto Paasilinna

4.0

Vatanen è un giornalista quasi quarantenne, che vive una vita normalissima. Ma una sera l'incontro con una lepre selvatica, quasi investita dall'auto su cui stava viaggiando, cambia la sua vita: sceso per soccorrerla, viene travolto da un'illuminazione. Si accorge di non amare la sua vita, anzi! Una moglie che non ama e dalla quale non è amato, un lavoro che ormai odia e che ha frantumato i suoi sogni giovanili, la disillusione che poco a poco ha ingrigito la sua visione della vita... decide così di partirsene a piedi per i boschi, insieme alla lepre dalla zampa steccata.
La lepre diventerà il suo fedele compagno di viaggio, ormai addomesticata, abituata a Vatanen e fiduciosa del suo giudizio.

In questo suo peregrinare incontrerà un'infinità di personaggi spaziando per tutta la Finlandia, scoprendo di non sopportare più la vita "civilizzata" e urbana del sud del paese, e trovandosi sempre più a suo agio con uno stile di vita più semplice, più di fatica, a contatto con la natura.
Vivrà prevalentemente nei campi e nei boschi, incontrerà pescatori, ubriachi, tagliaboschi, maestri di sci ma anche ricchi annoiati, dignitari diplomatici, poliziotti e scienziati.

Le sue avventure paradossali fanno quasi pensare alla struttura del Don Chisciotte, la tematica del comprendere di non sopportare più la propria esistenza e del volerla cambiare mi ha fatto pensare al Fight Club, la lepre che accompagnerà sempre Vatanen (tranne in una breve parentesi confusa di cui lui stesso ricorderà ben poco) sembra parente del Bianconiglio di Alice, e seguendola infatti il giornalista esce dal mondo reale in cui ha sempre vissuto per entrare in una nuova dimensione quasi bucolica, semplice, fatta di emozioni più tangibili, di rapporti interpersonali, di comunione con la natura.

Un po' satira, un po' denuncia, un po' elogio dei paesaggi e della natura finlandesi, questo libro è stato per me un'assoluta sorpresa.