A review by stephthepanda
Un attimo soltanto by Paola Chiozza

4.0

Coincidenza che io abbia finito questo libro nel mentre che io tornavo (anche se per poco) nella mia amata Puglia? Io non credo.

Questo libro è stato come tornare a casa, ma soprattutto tornare ad una parte di me che avevo momentaneamente messo da parte, ovvero quella amante del mare, amante dell'acqua, del vento, ma soprattutto della vela.
Non avevo mai pensato che qualcuno avrebbe potuto mettere per iscritto, tutte quelle che sono state le mie sensazioni nel mentre che timonavo una barca, ebbene.. Paola ci è riuscita.
Ne sono sorpresa? Assolutamente no.

Non nego però, che per quanto non avessi dubbi in merito alla capacità di Paola di mettere per iscritto i miei pensieri, i miei sentimenti (perché in qualche modo lei sembra sempre essermi nel cervello), avevo timore che questo sport romance, avrebbe mancato di termini tecnici e che si sarebbe limitato ad una semplificazione di quello che è il mondo della vela.
Paola, perdonami, perché ho dubitato.

Sentire parlare di nodi, di vela, di venti, di virate, strambate, di scotte e chi più ne ha, più ne metta (e per di più in maniera CORRETTA, il che non è sempre scontato) è stato, non solo stupendo, ma un piacevole tuffo nel passato.

La storia mi è piaciuta molto, i nostri protagonisti mi hanno fatto dannare, ma soprattutto si sono fatti odiare, specialmente Troy il nostro personaggio principale maschile.
Perché? Perché il suo personaggio mi sembrava decisamente troppo incoerente all'inizio della storia. Facile disprezzare la classe sociale alto-locata con i soldi, se poi ci sguazzi dentro e non fai nulla di concreto per dimostrare di essere il ribelle che dici di essere.
Per carità, c'è un perché a questo suo comportamento, però diamine CHE NERVI.
Per quanto riguarda Alizèe invece, il discorso è diverso. Lei tendenzialmente mi è piaciuta da subito.
Un personaggio forte, ma soprattutto fedele a se stessa; forse fin troppo!
Insomma, ad un certo punto mi sono ritrovata a chiedermi dove fosse la linea di demarcazione da essere fedeli a se stessi e l'essere orgogliosi, non lo nego.

Il percorso di crescita di Troy, però, mi è piaciuto molto, ha ribaltato totalmente le carte in tavola su quelle che erano le mie iniziali impressioni di lui, specialmente al personaggio del padre.

Ecco, mai ho amato così tanto un personaggio secondario, quanto il padre di Troy e Liam.
Un personaggio secondario ben costruito che, nonostante non sia sempre presente nella storia, risulta essere fondamentale e, secondo me, la chiave di lettura di questo sport romance.
Gli altri personaggi secondari come: Dalila (la sorella di Alizee), Liam (il fratello di Troy), Sophie (sorella di Troy e Liam), Ludovico (migliore amico della nostra donzella, emblema dell' eccezione che conferma la regola) e la mamma di Alizee, sono tutti ben descritti, ma ammetto che avrei preferito un approfondimento maggiore non solo sulla storia dei fratelli dei nostri protagonisti (che all'inizio mi è sembrata leggermente forzata, ma poi mi sono ricreduta e sono finita per adorarli), ma sulla mamma della nostra protagonista, di cui abbiamo una idea, perché la sofferenza (e non solo) di lei si intravede in Alizee (come se la nostra protagonista non solo avesse ereditato parte del corredo genetico, ma avesse ereditato tutte le ferite ed i dolori della stessa), ma è come se mancasse un pezzo.
Ammetto che mi sarebbe piaciuto avere dei momenti di confronto cuore a cuore tra madre e figlia, forse leggere del cambio di idea sulla relazione della figlia o semplicemente leggere del momento in cui la madre abbassa il muro del "te l'avevo detto" e accoglie la figlia ridandole parte dell'infanzia che, in qualche modo, le è stata tolta; come se quelle attenzioni e/o preucazioni fossero solo dedicate alla minore e non anche alla maggiore.
Come se la maggiore fosse perennemente obbligata ad essere quella forte, quella che deve sapere tutto a priori, come se fosse quella a cui non è concesso commettere l'errore e nel caso, soffrire per questo.

Ho apprezzato molto, l'ambientazione italiana; non pensavo che avessi bisogno così tanto di un libro ambientato nella nostra terra, fino a quando non mi sono ritrovata a leggere "Un attimo soltanto".

Questo libro mi ha lasciato tanto, ma soprattutto mi è rimasto in mente quello che è IL momento tra Troy e il padre: "Fai pace con quel bambino, cosa vuole l'uomo?", perché spesso si rimane intrappolati in un passato che non ci appartiene più, rimanendo ancorati a quello che avremmo voluto e quello che però non rispecchia più la realtà di oggi.
Ma soprattutto, accettare che scegliere la strada più difficile, non è sbagliato, che alle volte per alcune persone (io sono persone) è l'unico modo per essere soddisfatti, per crescere e va bene così.

Questo libro è quasi un inno a essere liberi, liberi da quelle che sono le aspettative che hanno gli altri, ma liberi da quelle che sono le aspettative che abbiamo noi, di noi stessi.
A non seguire obbligatoriamente un percorso, ma adattarci a quella che è la corrente, a quello che è il vento, a risalirlo o a seguirlo, se necessario.
Perché la vita può essere un mare in tempesta alle volte, ma ognuno è timoniere della propria barca.