A review by borislimpopo
The Mongoliad: Book One by Greg Bear, Mark Teppo, Erik Bear

3.0

Greg Bear, Erik Bear, Mark Teppo, Neal Stephenson, Joseph Brassey, Cooper Moo, E.D. deBirmingham (2012). The Mongoliad: Book One (The Foreworld Saga). Las Vegas: 47North. 2012. ISBN 9781612182360. Pagine 443. 4,38 €
The Mongoliad

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Non stiamo parlando di un libro serio. Stiamo parlando di una fantasia geek di un gruppo di appassionati di armi marziali soprattutto occidentali (e non è una contraddizione in termini). Capita che questi appassionati siano anche autori di libri di fiction e di computer games (l’unico ben noto a me, e di conseguenza a voi affezionati lettori di questo blog, è Neal Stephenson, di cui abbiamo parlato più volte, ad esempio qui, qui e qui) e che quindi, inevitabilmente direi, costruiscano una storia a partire dai loro giochi a fil di spada.

Ne traggono prima un sito, in cui il romanzo si sviluppa interattivamente o quasi: mongoliad.com. Poi il sito diventa un libro, o meglio una serie, il cui secondo volume è annunciato per fine settembre.

Il che fa sì che questo primo volume resti incompiuto come una sinfonia di Schubert o come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, senza nemmeno la foglia di fico di suggerire una fine provvisoria. Sapremo aspettare.

I paraphernalia offerti dal sito sono abbastanza divertenti (la cosa migliore è l’enciclopedia compilata dai fan) ma del tutto irrilevanti.

Gli stessi autori si prendono in giro, come ben illustra questo finto trailer di Neal Stephenson:

Necessariamente, un romanzo ambientato nel 1241 richiede almeno qualche frase in latino. Ma uno si aspetterebbe che gli errori non siano inevitabili, e che autori tanto perfezionisti da ricreare le scene di combattimento interpellando esperti da tutto il mondo si avvalgano dell’opera di un editor o almeno di un correttore di bozze. E invece no, ed ecco che scappano strafalcioni che ai miei tempi avrebbero meritato un brutto voto:

“Ego audio Domine. Animus humilis igitur sub ptoenti manu Dei est. Mundus sum ego, et absque delicto immaculatus. Verbum vester in me caro et ferrum erit.” [3842]

Ma persino in un romanzo leggero leggero come questo qualche piccola frase memorabile si riesce a trovare:

“Warriors fight, Gansukh; that is their purpose in life. But eventually, there is no one left to fight, and they must learn how to think.” [829]

“There is no justice. Your Christian God looks down on all and sees every sparrow, but cares nothing for the children. He is a god of birds.” [1505]