Un libro nella vita

L'8 novembre 1963, lo storico Eric J. Hobsbawn - l'autore di Il secolo breve - scrive che non c'è niente di buono nella musica dei Beatles, che in realtà manco è musica, ma solo un rumore amplificato elettricamente che tutti sono in grado di produrre e che tutti si dimenticheranno ben presto. Caro professor Hobsbawn: indagare sul passato è un conto, prevedere il futuro è un altro.

Un collega di Hobsbawn, il professor Alberto Maria Banti, che insegna Storia culturale a Pisa ed è uno dei più quotati storici italiani in assoluto, dedica questo libro davvero interessante e divertente a uno dei dischi più famosi di sempre. C'è il racconto della sua genesi, la sua struttura - anche da un punto di vista musicale - la storia della copertina, l'accoglienza, le reazioni.

Non si parla solo di Sgt. Pepper's, ma anche dei Beatles più in generale, pure se il libro non è una biografia dei quattro. Aiuta, comunque, a capire quel fenomeno al momento mai eguagliato - ma neanche ci si è andati vicino - del successo dei Beatles. A me ha sempre colpito una cosa: il fatto che, dopo i primi LP, cioè quando abbandonano i concerti e diventano una 'studio band' i Beatles siano riusciti a rinnovarsi così velocemente, un disco dopo l'altro. Non facevano mai una cosa uguale a quella di prima, anche se tra un'opera e l'altra passavano solo pochi mesi.

Forse era l'epoca, forse erano proprio loro, forse un mix di questo e altro. In definitiva, un libro per chi con i Beatles ci è cresciuto (cioè tanta gente).