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tigerlilies 's review for:
X
by Valentina Mira
X é la rottura dei tabù, é la catena che si spezza, é il muro di silenzio che si infrange.
X é dolore, X é liberazione.
X é una storia vera e noi, come società tutta, dobbiamo tendere le orecchie e ascoltare ciò che Valentina Mira ha da dirci.
X é catarsi.
L’autrice si mette a nudo, si sporca le mani per permetterci di vedere ciò che non vogliamo vedere: il punto di vista di una ragazzina vittima di stupro e di omertà, vittima di fascismo.
Mira si riprende la sua storia e ce la restituisce con una crudezza commovente, a tratti disarmante, di fronte a cui il fascista che si crede invincibile perde il suo potere ricattatorio.
Non mi ha convinta al 100% lo stile, che da adolescente avrei adorato ma con il gusto di oggi un po’ meno. Sottolineo però che è l’opera prima di Mira, e come tale é indubbiamente da ammirare.
Il libro é una lunga lettera al fratello dell’autrice, il quale non solo non le ha mai creduto ma ha deciso di sparire dalla sua vita per restare invece in quella di G, lo stupratore.
Scrive Mira: “Dammi la mano, lascia che ti porti in un posto. C’è un tuo amico, dove andiamo, e tua sorella in un tempo in cui ancora le volevi bene: dovresti sentirti a tuo agio. Tu mi hai regalato il tuo canto di Natale, il peggiore che potessi immaginare, vederti amico suo, suo complice: lascia che sia io, ora, a interpretare il ruolo del fantasma dei Natali passati; permettimi di tornarti in sogno, scuotendo le catene a cui mi avete legata; lascia che smuova un po’ della polvere a cui il tuo silenzio mi ha costretta. Preparati, perché questo è il mio, di canto di Natale. E non sono mica tanto sicura che ti piacerà”.
X é dolore, X é liberazione.
X é una storia vera e noi, come società tutta, dobbiamo tendere le orecchie e ascoltare ciò che Valentina Mira ha da dirci.
X é catarsi.
L’autrice si mette a nudo, si sporca le mani per permetterci di vedere ciò che non vogliamo vedere: il punto di vista di una ragazzina vittima di stupro e di omertà, vittima di fascismo.
Mira si riprende la sua storia e ce la restituisce con una crudezza commovente, a tratti disarmante, di fronte a cui il fascista che si crede invincibile perde il suo potere ricattatorio.
Non mi ha convinta al 100% lo stile, che da adolescente avrei adorato ma con il gusto di oggi un po’ meno. Sottolineo però che è l’opera prima di Mira, e come tale é indubbiamente da ammirare.
Il libro é una lunga lettera al fratello dell’autrice, il quale non solo non le ha mai creduto ma ha deciso di sparire dalla sua vita per restare invece in quella di G, lo stupratore.
Scrive Mira: “Dammi la mano, lascia che ti porti in un posto. C’è un tuo amico, dove andiamo, e tua sorella in un tempo in cui ancora le volevi bene: dovresti sentirti a tuo agio. Tu mi hai regalato il tuo canto di Natale, il peggiore che potessi immaginare, vederti amico suo, suo complice: lascia che sia io, ora, a interpretare il ruolo del fantasma dei Natali passati; permettimi di tornarti in sogno, scuotendo le catene a cui mi avete legata; lascia che smuova un po’ della polvere a cui il tuo silenzio mi ha costretta. Preparati, perché questo è il mio, di canto di Natale. E non sono mica tanto sicura che ti piacerà”.