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A review by dory_a
The kingdom. Benvenuti nel luogo in cui il lieto fine è realtà by Jess Rothenberg
mysterious
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? A mix
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? It's complicated
3.5
Ana è una delle Fantasiste del Regno: il parco a tema attualmente più tecnologicamente avanzato del mondo dove è possibile visitare numerose "Terre" - Safari Land, Winter Land, Magic Land, Sea Land - osservare da vicino specie animali ormai estinte nel mondo reale e dove le Fantasiste - principesse in parte umane, in parte androide - hanno il compito di intrattenere i visitatori ed esaudire ogni loro desiderio. Il Regno è l'unica casa che le Fantasiste abbiano mai conosciuto ed per questo che Ana, fin da quanto è stata creata, non ha fatto altro che seguire le regole e svolgere con diligenza i suoi compiti senza mai mettere in dubbio le parole di Mamma e Papà e le misure di sicurezza installate dal Regno per proteggere lei e tutte le altre Fantasiste. Al Regno però stanno succedendo cose alquanto strane: gli animali muoiono ad una velocità preoccupante, alcune sue sorelle - le altre principesse - si comportano in modo decisamente non conforme e il parco ha assunto un nuovo addetto alla manutenzione che sa più di quanto dovrebbe. Sarà proprio l'incontro con quest'ultimo a stravolgere completamente la vita di Ana: prima, perché è il primo essere umano a non trattarla come se fosse una macchina e dopo, quando in seguito ad un inaspettato colpo di scena Ana verrà accusata del suo omicidio, ritrovandosi al centro di uno dei processi più importanti di sempre. Ma cos'è successo davvero quel fatidico giorno?
Non è la prima volta che leggo un romanzo di Jess Rothenberg, tanti anni fa infatti lessi Storia catastrofica di te e di me e mi piacque talmente tanto da dargli addirittura cinque stelline. Di solito, quando il libro di un autore mi piace così tanto cerco sempre di recuperare qualche altra sua opera per capire se quel primo libro è stato un caso o se magari mi trovo davanti ad un potenziale nuovo autore preferito. Nel caso di The Kingdom però a spingermi a leggerlo non è stato tanto il fatto che si trattasse di un romanzo di Jess Rothenberg ma semplicemente la sua interessante premessa. Tutto sommato, a me The Kingdom è piaciuto anche se non tanto quanto mi piacque Storia catastrofica di te e di me (anche se comunque dovrei rileggerlo perché non è detto che la mia opinione non sia cambiata), nonostante questo però è innegabile che le premesse di questa autrice siano sempre originali ed intriganti.
Una delle cose che ho apprezzato di più di The Kingdom è sicuramente il fatto che la storia si dipana su ben tre linee temporali: al centro di tutto c'è il processo di Ana per l'omicidio di Owen per cui abbiamo una linea temporale ambientata prima del processo, una ambientata durante e una dopo. Un'altra cosa che mi è piaciuta tantissimo è che Jess Rothenberg ha deciso di utilizzare un tipo di narrazione diversa per tutte e tre le linee temporali: per la prima abbiamo quindi una narrazione di tipo convenzionale dove l'unica voce narrante è quella di Ana che ci spiega com'è la sua vita al parco, chi sono le altre Fantasiste, qual è il loro compito ma anche come funziona il Regno in generale, le attrazioni presenti, i servizi che offrono etc., soprattutto però questa parte serve a presentarci e a farci conoscere Owen, questo nuovo addetto alla manutenzione che sa cose che non dovrebbe sapere, e ci vengono appunto raccontati i mesi che hanno preceduto il processo fino ad arrivare al fatidico giorno dell'omicidio di Owen. Per la seconda linea temporale - ambientata dopo il fatto ed in tribunale - Jess Rothenberg ha deciso di sfruttare l'elemento mixed media pertanto il processo ci viene raccontato attraverso le trascrizioni dei video delle telecamere per esempio oppure riportandoci documenti ed email importanti per capire come sono andate le cose. Anche per la terza linea temporale - quella ambientata dopo il processo durante la quale seguiamo Ana mentre viene interrogata un'ultima volta da un dipendente del parco - è stata scelta una narrazione un po' particolare ovvero la trascrizione del (lungo) confronto tra i due personaggi. Insomma, visto come è impostato è veramente difficile annoiarsi durante la lettura di The Kingdom dato che si passa continuamente dal passato al presente, dal parco al tribunale oppure a dove si sta tenendo l'interrogatorio post-processo; inoltre, credo che Jess Rothenberg sia stata davvero molto brava innanzitutto a non far confondere il lettore ma anche ad inserire i mixed media al momento giusto, soprattutto quando era necessario spezzare un po' il racconto del passato. Per quanto mi riguarda, mi è piaciuto anche il mistero che ho trovato ben costruito e gestito; ovviamente il lettore è già ben consapevole che il tutto si concluderàapparentemente con l'omicidio di Owen da parte di Ana ed infatti la parte bella e sorprendente non è di certo questa, ma scoprire a mano a mano come e perché si arriva ad un evento così drastico. Va detto che The Kingdom si basa più che altro sulla costruzione della tensione e della suspense e sul ricostruire lentamente il periodo che ha preceduto il processo e le dinamiche dell'omicidio e nonostante io creda che l'autrice abbia fatto bene a puntare su questi aspetti e a me piacciano i mystery un po' lenti, credo pure che non si sarebbe dovuta concentrare così tanto sul build-up - lo fa ha fatto praticamente fino all'eccesso - dato che poi alla fine non è rimasto il tempo necessario per la risoluzione del mistero che ho infatti trovato molto frettolosa e per niente all'altezza di un build-up fatto in pratica dall'inizio alla fine del libro; detto questo, sono comunque rimasta abbastanza soddisfatta dalla risoluzione, sebbene risulti anche un po' prevedibile. Per quanto riguarda invece gli altri misteri sparsi nel corso del romanzo, sono rimasta un po' insoddisfatta: non tanto perché alcuni sono riuscita ad intuirli, ma perché non mi ha fatto particolarmente impazzire come Jess Rothenberg li ha gestiti, per me infatti quest'ultima avrebbe dovuto dedicargli molto più spazio ed attenzione visto che chiamano in causa temi troppi importanti per essere affrontati in maniera tanto superficiale e sbrigativa.
Un altro punto a favore di The Kingdom è sicuramente l'ambientazione - mi riferisco ovviamente a Il Regno, il parco divertimenti - che Jess Rothenberg ci fa conoscere nei minimi dettagli, dando spesso l'impressione di trovarsi veramente lì; inoltre, trattandosi di un parco enorme e pieno di sorprese, l'autrice ce ne fa fa esplorare diverse parti per cui l'ambientazione risulta raramente monotona e noiosa. Io personalmente ho trovato particolarmente interessante il contrasto tra questo parco divertimenti magico e meraviglioso e gli oscuri segreti che nasconde, soprattutto per quanto riguarda il modo - a dir poco pessimo - in cui vengono trattati gli animali e le Fantasiste.
Ho poi apprezzato tantissimo anche la protagonista di The Kingdom, Ana; quest'ultima all'inizio si rifiuta di credere che il parco ed i suoi dipendenti possano fare del male ai loro animali e alle loro Fantasiste, dopotutto il parco rimane comunque l'unica casa che abbia mai avuto e le persone che la circondano l'hanno sempre trattata con tanta cura ed amore, quando però le prove a sfavore del Regno diventano sempre di più e sempre più gravi, di conseguenza anche le opinioni e l'atteggiamento di Ana iniziano a cambiare. Il personaggio di Ana ed in particolare il suo character development sono senza dubbio alcune delle cose che ho preferito di più di The Kingdom, anche perché l'autrice riesce a mostrarcelo anche senza entrare effettivamente nella sua testa e senza mostrarci il suo punto di vista visto che due delle linee temporali non sono raccontate dalla sua prospettiva. Per quanto riguarda il resto dei personaggi, avere un cast composto principalmente da androidi è sia una forza sia un limite. È una forza perché comunque è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del romanzo ed è in pratica il motivo principale che mi ha spinto a leggerlo, dato che attraverso le creature e le Fantasiste del Regno l'autrice incoraggia i lettori a riflettere su questioni che da a qui a poco riguarderanno anche la vita reale (e che, anzi, in parte la riguardano già): può un ibrido/un androide/un'IA provare delle emozioni? Dovrebbe provarle? Dovremmo considerare questi esseri delle macchine o delle persone? Quali criteri dovremmo prendere in considerazione, magari proprio la capacità di provare delle emozioni? Meriterebbero dei diritti, se sì quali? I crimini commessi contro di loro dovrebbero essere considerati tali, oppure no? Insomma, da questo punto di vista, The Kingdom dà decisamente da pensare. Decidere di concentrare una storia su personaggi del genere è però anche un limite dato che alcune delle Fantasiste presentano dei modelli vecchi, per cui è praticamente impossibile dargli una vera e propria personalità; senza contare che anche le Fantasiste più avanzate ed aggiornate sono sempre e comunque controllate dal Regno. Detto questo, nemmeno Owen ovvero il nuovo addetto alla manutenzione assunto dal parco - un ragazzo umano - è riuscito a colpirmi più di tanto. Più che altro, non sono mai riuscita a comprenderlo veramente, nemmeno quando Jess Rothenberg ha iniziato a chiarire tutti i suoi atteggiamenti e le sue decisioni ambigue; sinceramente credo che ciò sia dovuto al fatto che la linea temporale che precede il processo sia narrata solo ed esclusivamente dal punto di vista di Ana e per quanto mi riguarda l'autrice non è stata in grado di approfondire Owen a dovere attraverso il solo punto di vista della protagonista di The Kingdom.
Personalmente però, l'aspetto meno entusiasmante del romanzo è senza dubbiola storia d’amore tra Owen e Ana ; non solo perché l'evoluzione del loro rapporto è molto sbrigativa e i due non passano poi così tanto tempo insieme - per cui sarebbe stato comunque difficile farmi appassionare a loro come coppia - ma anche perché l'ho trovata un'aggiunta abbastanza inutile, soprattutto se è stata inserita per dimostrare la capacità di Ana di provare sentimenti come l'affetto e l'amore , dato che per me la protagonista di The Kingdom aveva già dimostrato di saperlo fare visto l'affetto che prova nei confronti delle altre Fantasiste.
Tutto sommato comunque, a me The Kingdom è piaciuto e mi fa piacere di averlo finalmente recuperato - se non altro per gli ottimi spunti di riflessione che offre; inoltre, come ho già sottolineato, terrò senz'altro d'occhio le prossime uscite dell'autrice!
Non è la prima volta che leggo un romanzo di Jess Rothenberg, tanti anni fa infatti lessi Storia catastrofica di te e di me e mi piacque talmente tanto da dargli addirittura cinque stelline. Di solito, quando il libro di un autore mi piace così tanto cerco sempre di recuperare qualche altra sua opera per capire se quel primo libro è stato un caso o se magari mi trovo davanti ad un potenziale nuovo autore preferito. Nel caso di The Kingdom però a spingermi a leggerlo non è stato tanto il fatto che si trattasse di un romanzo di Jess Rothenberg ma semplicemente la sua interessante premessa. Tutto sommato, a me The Kingdom è piaciuto anche se non tanto quanto mi piacque Storia catastrofica di te e di me (anche se comunque dovrei rileggerlo perché non è detto che la mia opinione non sia cambiata), nonostante questo però è innegabile che le premesse di questa autrice siano sempre originali ed intriganti.
Una delle cose che ho apprezzato di più di The Kingdom è sicuramente il fatto che la storia si dipana su ben tre linee temporali: al centro di tutto c'è il processo di Ana per l'omicidio di Owen per cui abbiamo una linea temporale ambientata prima del processo, una ambientata durante e una dopo. Un'altra cosa che mi è piaciuta tantissimo è che Jess Rothenberg ha deciso di utilizzare un tipo di narrazione diversa per tutte e tre le linee temporali: per la prima abbiamo quindi una narrazione di tipo convenzionale dove l'unica voce narrante è quella di Ana che ci spiega com'è la sua vita al parco, chi sono le altre Fantasiste, qual è il loro compito ma anche come funziona il Regno in generale, le attrazioni presenti, i servizi che offrono etc., soprattutto però questa parte serve a presentarci e a farci conoscere Owen, questo nuovo addetto alla manutenzione che sa cose che non dovrebbe sapere, e ci vengono appunto raccontati i mesi che hanno preceduto il processo fino ad arrivare al fatidico giorno dell'omicidio di Owen. Per la seconda linea temporale - ambientata dopo il fatto ed in tribunale - Jess Rothenberg ha deciso di sfruttare l'elemento mixed media pertanto il processo ci viene raccontato attraverso le trascrizioni dei video delle telecamere per esempio oppure riportandoci documenti ed email importanti per capire come sono andate le cose. Anche per la terza linea temporale - quella ambientata dopo il processo durante la quale seguiamo Ana mentre viene interrogata un'ultima volta da un dipendente del parco - è stata scelta una narrazione un po' particolare ovvero la trascrizione del (lungo) confronto tra i due personaggi. Insomma, visto come è impostato è veramente difficile annoiarsi durante la lettura di The Kingdom dato che si passa continuamente dal passato al presente, dal parco al tribunale oppure a dove si sta tenendo l'interrogatorio post-processo; inoltre, credo che Jess Rothenberg sia stata davvero molto brava innanzitutto a non far confondere il lettore ma anche ad inserire i mixed media al momento giusto, soprattutto quando era necessario spezzare un po' il racconto del passato. Per quanto mi riguarda, mi è piaciuto anche il mistero che ho trovato ben costruito e gestito; ovviamente il lettore è già ben consapevole che il tutto si concluderà
Un altro punto a favore di The Kingdom è sicuramente l'ambientazione - mi riferisco ovviamente a Il Regno, il parco divertimenti - che Jess Rothenberg ci fa conoscere nei minimi dettagli, dando spesso l'impressione di trovarsi veramente lì; inoltre, trattandosi di un parco enorme e pieno di sorprese, l'autrice ce ne fa fa esplorare diverse parti per cui l'ambientazione risulta raramente monotona e noiosa. Io personalmente ho trovato particolarmente interessante il contrasto tra questo parco divertimenti magico e meraviglioso e gli oscuri segreti che nasconde, soprattutto per quanto riguarda il modo - a dir poco pessimo - in cui vengono trattati gli animali e le Fantasiste.
Ho poi apprezzato tantissimo anche la protagonista di The Kingdom, Ana; quest'ultima all'inizio si rifiuta di credere che il parco ed i suoi dipendenti possano fare del male ai loro animali e alle loro Fantasiste, dopotutto il parco rimane comunque l'unica casa che abbia mai avuto e le persone che la circondano l'hanno sempre trattata con tanta cura ed amore, quando però le prove a sfavore del Regno diventano sempre di più e sempre più gravi, di conseguenza anche le opinioni e l'atteggiamento di Ana iniziano a cambiare. Il personaggio di Ana ed in particolare il suo character development sono senza dubbio alcune delle cose che ho preferito di più di The Kingdom, anche perché l'autrice riesce a mostrarcelo anche senza entrare effettivamente nella sua testa e senza mostrarci il suo punto di vista visto che due delle linee temporali non sono raccontate dalla sua prospettiva. Per quanto riguarda il resto dei personaggi, avere un cast composto principalmente da androidi è sia una forza sia un limite. È una forza perché comunque è sicuramente uno degli aspetti più interessanti del romanzo ed è in pratica il motivo principale che mi ha spinto a leggerlo, dato che attraverso le creature e le Fantasiste del Regno l'autrice incoraggia i lettori a riflettere su questioni che da a qui a poco riguarderanno anche la vita reale (e che, anzi, in parte la riguardano già): può un ibrido/un androide/un'IA provare delle emozioni? Dovrebbe provarle? Dovremmo considerare questi esseri delle macchine o delle persone? Quali criteri dovremmo prendere in considerazione, magari proprio la capacità di provare delle emozioni? Meriterebbero dei diritti, se sì quali? I crimini commessi contro di loro dovrebbero essere considerati tali, oppure no? Insomma, da questo punto di vista, The Kingdom dà decisamente da pensare. Decidere di concentrare una storia su personaggi del genere è però anche un limite dato che alcune delle Fantasiste presentano dei modelli vecchi, per cui è praticamente impossibile dargli una vera e propria personalità; senza contare che anche le Fantasiste più avanzate ed aggiornate sono sempre e comunque controllate dal Regno. Detto questo, nemmeno Owen ovvero il nuovo addetto alla manutenzione assunto dal parco - un ragazzo umano - è riuscito a colpirmi più di tanto. Più che altro, non sono mai riuscita a comprenderlo veramente, nemmeno quando Jess Rothenberg ha iniziato a chiarire tutti i suoi atteggiamenti e le sue decisioni ambigue; sinceramente credo che ciò sia dovuto al fatto che la linea temporale che precede il processo sia narrata solo ed esclusivamente dal punto di vista di Ana e per quanto mi riguarda l'autrice non è stata in grado di approfondire Owen a dovere attraverso il solo punto di vista della protagonista di The Kingdom.
Personalmente però, l'aspetto meno entusiasmante del romanzo è senza dubbio
Tutto sommato comunque, a me The Kingdom è piaciuto e mi fa piacere di averlo finalmente recuperato - se non altro per gli ottimi spunti di riflessione che offre; inoltre, come ho già sottolineato, terrò senz'altro d'occhio le prossime uscite dell'autrice!