A review by eustachio
Trilogia della città di K. by Ágota Kristóf

4.0

Klaus e Lucas sono fratelli gemelli. Hanno quattro anni quando la guerra comincia e la madre uccide il padre in preda alla rabbia. Una delle pallottole colpisce Lucas e potrebbe renderlo handicappato a vita. La madre impazzisce, Lucas viene mandato in un centro di riabilitazione, Klaus viene preso in custodia dalla donna con cui il padre aveva tradito la madre.
Durante la guerra il centro di Lucas viene bombardato, lui viene affidato a una donna anziana in una cittadina vicino alla frontiera (la «Nonna»). Klaus cerca Lucas invano (lo intravede ma non lo riconosce), torna definitivamente dalla madre, ora di nuovo a casa, ma vive nell'ombra del fratello, morto o scomparso che sia.
Alla fine della guerra la città viene presa da degli stranieri. Lucas riesce a oltrepassare la frontiera e vive all'estero per molti anni. Vivono vite intere, passano cinquant'anni.
Klaus lavora come un tipografo, scrive poesie, diventa famoso come scrittore sotto lo pseudonimo di Klaus Lucas.
Lucas ha una vita più mediocre. Scrive la sua storia ritoccandola, mischiando realtà e fantasia: alcuni elementi sono veri, come la guerra, gli anni passati dalla «Nonna» e alcuni nomi di persone che incontra, ma altri sono falsi.
Quello che leggiamo per due terzi del libro è una menzogna. I due gemelli insieme dalla Nonna che raccontano la loro esperienza ne Il grande quaderno finché uno dei due non oltrepassa la frontiera. Claus è andato, Lucas rimane. Lucas è sconvolto dall'assenza del fratello, e questa è La prova. Claus ritorna, ma Lucas è scomparso dopo l'ennesimo dolore. Ma Claus non è che Lucas, e Lucas è andato oltre la frontiera. Lì ha vissuto e ora è tornato per cercare suo fratello. Klaus non lo riconosce, non gli dice la verità sulla madre pazza, non accetta la sua esistenza. Lucas si suicida. Klaus conclude il libro di Lucas, scrivendo la seconda parte de La terza menzogna, e medita di suicidarsi nello stesso modo del fratello, dopo la morte della madre.
Solo nella morte la famiglia potrà riunirsi.

È un puzzle che si compone andando avanti con la storia, una matassa da sbrogliare per dividere la realtà dalla fantasia.
Due terzi del libro sono una menzogna. Non è solo la guerra che ha colpito il paese dei bambini, è la «cosa», la tragedia familiare che li condanna a un destino infelice. Nemmeno nell'immaginazione Lucas si salva. Nemmeno all'estero. Nemmeno quando ritroverà il fratello.

Lo stile è secco e crudo. La storia negativa e terribile. La Kristof scrive di un mondo senza speranza e senza pietà, dove tutti vivono in una «solitudine mortale».