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A review by pino_sabatelli
Oppenheimer. Trionfo e caduta dell'inventore della bomba atomica by Kai Bird, Martin Sherwin
4.0
Finalmente ho terminato la lettura di questa ponderosissima, documentatissima e dettagliatissima biografia.
Il libro, come il film di Nolan, si dilunga molto sull’inchiesta a cui Oppenheimer fu sottoposto nel 1954: forse troppo.
Al termine della, talvolta faticosa, lettura, pensavo che avrei desistito dall’acquisto della biografia scritta da Monk.
Poi però ne ho scaricato l’estratto e ho letto: “benché Bird e Sherwin descrivessero con compiutezza, e in dettaglio [sic!], la vita personale di Oppenheimer e le sue attività politiche hanno ignorato del tutto o sintetizzato al massimo i suoi contributi alla fisica. […] Se si vuole capire Oppenheimer, occorre riflettere su questa sua appassionata ricerca (…)”.
Poiché concordo in pieno, prima o poi affronterò l’altrettanto ponderosa biografia scritta dal filosofo inglese (di cui ho già - molto - apprezzato quella su Wittgenstein).
Chi, infatti, meglio di un filosofo, potrebbe analizzare in modo profondo e originale l’uomo che, dopo il test Trinity, passò il resto della vita a riflettere sulle implicazioni etiche del suo lavoro che, per la prima volta nella storia, aveva messo a rischio (e continua a farlo) la stessa possibilità di sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta?
Il libro, come il film di Nolan, si dilunga molto sull’inchiesta a cui Oppenheimer fu sottoposto nel 1954: forse troppo.
Al termine della, talvolta faticosa, lettura, pensavo che avrei desistito dall’acquisto della biografia scritta da Monk.
Poi però ne ho scaricato l’estratto e ho letto: “benché Bird e Sherwin descrivessero con compiutezza, e in dettaglio [sic!], la vita personale di Oppenheimer e le sue attività politiche hanno ignorato del tutto o sintetizzato al massimo i suoi contributi alla fisica. […] Se si vuole capire Oppenheimer, occorre riflettere su questa sua appassionata ricerca (…)”.
Poiché concordo in pieno, prima o poi affronterò l’altrettanto ponderosa biografia scritta dal filosofo inglese (di cui ho già - molto - apprezzato quella su Wittgenstein).
Chi, infatti, meglio di un filosofo, potrebbe analizzare in modo profondo e originale l’uomo che, dopo il test Trinity, passò il resto della vita a riflettere sulle implicazioni etiche del suo lavoro che, per la prima volta nella storia, aveva messo a rischio (e continua a farlo) la stessa possibilità di sopravvivenza dell’uomo su questo pianeta?