Scan barcode
A review by heideblume
L'altare dei morti by Henry James
2.0
Cosa pensare di una prosa piacevole il cui contenuto, tutto sommato, mi risulta insapore? Troppa santità per i miei gusti. Sento fin qui la puzza di incensi e crisantemi. La prima parte è molto raffinata, delicata, solenne, ma quando George Stransom esce dalla “bolla di santità” il libro prende una piega noiosa riassumibile con “E quindi?”. Bella idea di fondo, questo lo ammetto, ma gli esiti a non mi convincono.
La novella narra la vita spirituale di un uomo che patisce visceralmente tutti i suoi lutti, in particolare quello della promessa sposa Mary, disdegnando chi, a differenza sua, prova (e riesce) a rifarsi una vita. Mentre tutti vanno avanti, lui vive in un eterno passato. Si isola. Costruisce un culto dei morti personalizzato, estraneo a qualunque religione ma ispirato a molte. Nella sua mente accende un cero per ogni lutto che lo ha colpito e ogni giorno rivive i momenti passati con quella persona. Questo è il modo in cui si costringe a vivere tutti i giorni. Per decenni. Quando trova una chiesa con un altare trascurato, chiede al sagrestano di potersene occupare. Non gli sembra vero. Finalmente può concretizzare i rituali mentali che lo hanno accompagnato per anni. In questo altare onora solo i defunti particolarmente intimi e taglia fuori il suo ex-migliore amico, ignaro che la donna a cui poi si lega (BOOM! You've been friendzoned!) sia la vedova di quest'uomo, e quindi, neanche a farlo apposta, in questo altare trova posto anche lui. Di prepotenza!
Possiamo chiamarla novella gotica? L'atmosfera è fredda, funebre, claustrofobica. Lo stile è solenne. Molti lo hanno definito “ghost story without ghost” perché queste presenze, seppur mai manifestantisi, sono presenti in forma di ricordo. Un ricordo talmente ingombrante che impedisce di vivere ed essere felice. Alcuni la chiamano storia d'amore eterno, di vita oltre la morte, ma di fatto qui hanno vissuto tutti TRANNE il nostro protagonista. Mi pare più un uomo agli arresti domiciliari.
La novella narra la vita spirituale di un uomo che patisce visceralmente tutti i suoi lutti, in particolare quello della promessa sposa Mary, disdegnando chi, a differenza sua, prova (e riesce) a rifarsi una vita. Mentre tutti vanno avanti, lui vive in un eterno passato. Si isola. Costruisce un culto dei morti personalizzato, estraneo a qualunque religione ma ispirato a molte. Nella sua mente accende un cero per ogni lutto che lo ha colpito e ogni giorno rivive i momenti passati con quella persona. Questo è il modo in cui si costringe a vivere tutti i giorni. Per decenni. Quando trova una chiesa con un altare trascurato, chiede al sagrestano di potersene occupare. Non gli sembra vero. Finalmente può concretizzare i rituali mentali che lo hanno accompagnato per anni. In questo altare onora solo i defunti particolarmente intimi e taglia fuori il suo ex-migliore amico, ignaro che la donna a cui poi si lega (BOOM! You've been friendzoned!) sia la vedova di quest'uomo, e quindi, neanche a farlo apposta, in questo altare trova posto anche lui. Di prepotenza!
Possiamo chiamarla novella gotica? L'atmosfera è fredda, funebre, claustrofobica. Lo stile è solenne. Molti lo hanno definito “ghost story without ghost” perché queste presenze, seppur mai manifestantisi, sono presenti in forma di ricordo. Un ricordo talmente ingombrante che impedisce di vivere ed essere felice. Alcuni la chiamano storia d'amore eterno, di vita oltre la morte, ma di fatto qui hanno vissuto tutti TRANNE il nostro protagonista. Mi pare più un uomo agli arresti domiciliari.