A review by auryn
Brevemente risplendiamo sulla terra by Ocean Vuong

slow-paced

2.5

Partiamo da un assunto sempre vero: la scrittura del sé è sempre di chi scrive. Non è per noi, non è per un ipotetico prossimo, è un'ispezione delle viscere per leggere il passato anziché il futuro.
E diciamo che le budella di nessuno sono particolarmente accattivanti.
E questo tentativo di rendere insieme ripugnante e poetico ciò che è brutto è proprio ciò che fa fallire questo libro. Nel tentativo, a parer mio esasperato, di mostrarci quanto facciano orrore certi orrori, quanto l'uomo sia in fondo solo un animale che ha la sfortuna di poter parlare di sé, si ottiene l'effetto opposto. Il racconto di questa realtà che vuole essere vera e spietata risulta finto, costruito, un esercizio narrativo che non dà ordine al caos ma che lo glorifica in modo vuoto e impersonale. È la rilettura di una narrazione americana sentita troppe volte, un mare in cui affoga quel tentativo di autodeterminazione che parte dalla difficoltà di potersi esprimere e in quel tentativo di lingua che vuole fingersi sporca e cruda si spegne lasciando qualcosa che finisce per essere catalogato come dimenticabile.