A review by irene_marchiori
Sayonara, Gangsters by Genichiro Takahashi

4.0

Sayonara Gangsters è il libro che dà inizio alla scrittura postmoderna in giappone. È la prima opera del suo autore, che lo scrisse in seguito a un lungo periodo passato in prigione.
Abbiamo davanti mondo dove le persone non hanno un nome se non quelli che due amanti si assegnano l’un l’altro, in cui i gatti amano leggere i classici e i frigoriferi che sono anche Virgilio sono capaci di parlare, dei gangster continuano a uccidere i nuovi presidenti degli USA minuti dopo la loro elezione, e le assurdità non si fermano qui ma continuano all’infinito.
Quella che abbiamo davanti è un’opera che fa della sperimentazione il proprio cavallo di battaglia. Stile e trama vanno ad allinearsi e fondersi nella costruzione di un mondo tanto sottile quanto assurdamente sensato nella propria logica.
La storia è formata da sequenze rapide, capitoli brevi, una serie di “vignette” quasi, separate tra di loro in modo netto ma tutte collegate al nostro protagonista, il cui nome è proprio “Sayonara, Gangsters”. Vediamo delle fette della sua vita, infatti, dalla storia d’amore con Song Book alle sue lezioni in una scuola di poesia.
Spesso libri così sono difficili da leggere, ma qui succede qualcosa di diverso. Ciò che leggiamo è intriso di emotività e sentimento. Non è postmoderno nel senso di “talmente sperimentale da risultare vuoto e asciutto”. Ci troviamo davanti a tragedia e dolcezza lungo tutte le assurde pagine, una poesia da universo parallelo, temi di amore e solitudine e memoria si accompagnano in una strana mistura con tutto il resto di ciò che compone il romanzo.