A review by ilariam
Il tuo ultimo gioco by Rachel Abbott

3.0

Il presupposto di partenza è piuttosto interessante: ad un anno dalla misteriosa morte di Alex, suo fratello Lucas riunisce tutte le persone presenti quel giorno nella tenuta di famiglia, convinto che uno di loro sia l'assassino. Li costringe a rivivere quella serata nei minimi particolari, minacciando di rivelare i loro segreti più oscuri, sperando che unendo i ricordi di ciascuno si possa ricostruire il quadro in grado di inchiodare il colpevole.
È una situazione che ricorda i gialli classici, il che non può certo dispiacermi. Peccato che il risultato non rispecchi le aspettative.
L'autrice si perde per strada, indugiando inutilmente sulle sottotrame sentimentali (tutti rapporti in crisi quelli dei nostri personaggi), e non riesce mai ad essere davvero convincente, in particolare quando sarebbe il caso di gettare un po' polvere negli occhi, giusto per insinuare un qualche dubbio.
Il colpo di scena principale, infatti, è pressoché scontato e non sorprende certo il lettore che sia in grado di fare almeno due più due.
Allo stesso modo, il colpevole è, guarda caso, chi descritto sempre in termini poco lusinghieri.
Perplessa inoltre per la mancanza di una forte condanna morale per un certo segreto (non è un qualcosa su cui ci si può riservare di riflettere; richiede un taglio netto, immediato).

Il libro può essere considerato il secondo di una serie, dato che la Abbott riporta sulla scena il personaggio di Stephanie King, già vista ne La tua ultima bugia: la detective rimane però più che altro sullo sfondo, come elemento di raccordo, tanto che qualcuno prima di lei arriva ad unire i puntini: la King risolve il mistero del rapimento di Alex avvenuto circa 13 anni prima, ma a capire cosa sia davvero successo quella notte di un anno fa è Jemma Hudson; la polizia potrebbe tranquillamente rimanere all'oscuro per chissà quanto se chi sa non decidesse infine di parlare.

In conclusione: inizio promettente, risultato deludente.