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blackjessamine 's review for:
Doppio sogno
by Arthur Schnitzler, Giuseppe Farese
Un romanzo breve, o forse sarebbe meglio dire un racconto lungo, che ho divorato in poche ore, trascinata da una prosa scorrevolissima.
La narrazione si apre con una tranquilla scenetta famigliare, una coppia borghese tranquilla e piuttosto felice che accompagna a dormire l'amata figlioletta, nulla di più canonico e regolare. Fino a quando, però, i ricordi delle emozioni suscitate da un ballo in maschera non incrinano questa razionale tranquillità: Fridolin e Albertine si raccontano eventi passati, eventi all'apparenza insignificanti, vissuti quasi esclusivamente nelle loro teste, che tuttavia acquistano forza e iniziano a scheggiare la superficie liscia e all'apparenza perfetta di una vita soddisfacente e tranquilla. Emergono desideri inconfessati, istinti, pulsioni sessuali che a livello conscio i due protagonisti hanno sempre cercato di negare, di annullare e ignorare.
La trama in sé sembrerebbe carente, Fridolin si abbandona ad una notte che sembrerebbe ricca di bagordi, si lancia in ogni possibile avventura che potrebbe portare ad una trasgressione e al tradimento, senza che - per sua volontà o per il corso degli eventi - nulla si concretizzi in qualcosa di più reale, in qualcosa che vada oltre le intenzioni e la mente del giovane medico. Ci si affaccia su strani misteri, eventi che forse possono suscitare curiosità e voglia di sapere che cosa veramente c'è dietro (affascina la figura della meravigliosa e misteriosa monaca, il destino della Pierrette lascia un senso di attesa non appagato), ma tuttavia è anche chiaro che non è questo ciò che conta del racconto. Sono solo spunti, appigli, scuse per parlare d'altro, per lasciare che gli istinti inconsci di Fridolin trovino una via di fuga, trovino la possibilità di emergere, se non altro come forze sconvolgenti in grado di far mettere in discussione all'uomo tutta la sua esistenza.
Albertine, dal canto suo, sogna, e dal suo sogno, che sconvolgerà le certezze del marito, emergono gli stessi elementi inconsci che hanno animato la notte di Fridolin: nulla accade realmente, non c'è nessun avvenimento che rischia di apportare un cambiamento concreto alla vita dei due, eppure è innegabile che qualcosa sia successo. La forza dei sentimenti inconsci, delle emozioni represse, ignorate ma pur sempre fortemente presenti è il vero motore di tutta la storia.
In un periodo un cui la psicanalisi muoveva i suoi primi passi, questo lungo racconto sembra cogliere perfettamente il fermento e i fremiti che dovevano aver smosso l'aria di una Vienna ancora incerta.
Certo, in alcuni punti mi sarebbe piaciuto che il racconto fosse maggiormente approfondito, ma in ogni caso ho apprezzato molto lo stile e i temi di questo romanzo.
La narrazione si apre con una tranquilla scenetta famigliare, una coppia borghese tranquilla e piuttosto felice che accompagna a dormire l'amata figlioletta, nulla di più canonico e regolare. Fino a quando, però, i ricordi delle emozioni suscitate da un ballo in maschera non incrinano questa razionale tranquillità: Fridolin e Albertine si raccontano eventi passati, eventi all'apparenza insignificanti, vissuti quasi esclusivamente nelle loro teste, che tuttavia acquistano forza e iniziano a scheggiare la superficie liscia e all'apparenza perfetta di una vita soddisfacente e tranquilla. Emergono desideri inconfessati, istinti, pulsioni sessuali che a livello conscio i due protagonisti hanno sempre cercato di negare, di annullare e ignorare.
La trama in sé sembrerebbe carente, Fridolin si abbandona ad una notte che sembrerebbe ricca di bagordi, si lancia in ogni possibile avventura che potrebbe portare ad una trasgressione e al tradimento, senza che - per sua volontà o per il corso degli eventi - nulla si concretizzi in qualcosa di più reale, in qualcosa che vada oltre le intenzioni e la mente del giovane medico. Ci si affaccia su strani misteri, eventi che forse possono suscitare curiosità e voglia di sapere che cosa veramente c'è dietro (affascina la figura della meravigliosa e misteriosa monaca, il destino della Pierrette lascia un senso di attesa non appagato), ma tuttavia è anche chiaro che non è questo ciò che conta del racconto. Sono solo spunti, appigli, scuse per parlare d'altro, per lasciare che gli istinti inconsci di Fridolin trovino una via di fuga, trovino la possibilità di emergere, se non altro come forze sconvolgenti in grado di far mettere in discussione all'uomo tutta la sua esistenza.
Albertine, dal canto suo, sogna, e dal suo sogno, che sconvolgerà le certezze del marito, emergono gli stessi elementi inconsci che hanno animato la notte di Fridolin: nulla accade realmente, non c'è nessun avvenimento che rischia di apportare un cambiamento concreto alla vita dei due, eppure è innegabile che qualcosa sia successo. La forza dei sentimenti inconsci, delle emozioni represse, ignorate ma pur sempre fortemente presenti è il vero motore di tutta la storia.
In un periodo un cui la psicanalisi muoveva i suoi primi passi, questo lungo racconto sembra cogliere perfettamente il fermento e i fremiti che dovevano aver smosso l'aria di una Vienna ancora incerta.
Certo, in alcuni punti mi sarebbe piaciuto che il racconto fosse maggiormente approfondito, ma in ogni caso ho apprezzato molto lo stile e i temi di questo romanzo.