A review by caramels
Non avevo capito niente by Diego De Silva

1.0

La parola chiave qui è insopportabile. E' stata davvero una pena riuscire ad arrivare all’ultima pagina. Ho trovato questo libro insopportabile, a cominciare dalla voce narrante del protagonista, che mostra un atteggiamento paternalistico e spocchioso verso chiunque ed è assolutamente intollerabile. Tale protagonista vorrebbe dare l'aria dell'uomo vissuto che cerca di considerare eventi ordinari o come epifanie o come oltraggiose assurdità con cui non può assolutamente abbassarsi a competere. Tutto gli risulta snervante e faticoso, (si innervosisce persino se qualcuno lo guarda per strada) e i suoi sforzi così come gli sforzi narrativi dell'autore risultano estremamente pretenziosi e mi hanno fatto ripetutamente perdere la voglia di vivere (e di leggere, più che altro). Le sue osservazioni pseudo-filosofiche rasentano la banalità dei temi scolastici (“Le persone tendono sempre a somigliare a se stesse.” Dimmi che non l’hai detto veramente, ti prego, dimmi che è stata solo una mia allucinazione), è un viscido e un miserabile che si diverte a mettere in difficoltà chiunque gli si trovi davanti senza neanche un motivo preciso, fa il finto modesto nel suo lavoro, ma la verità è che è un incompetente che non legge neanche i documenti prima di firmarli (e non c'è niente di ironico né buffo in questo, solo odioso fastidio); si lamenta di non avere lavoro sostenendo che è la categoria ad essere in crisi, che ci sono troppi avvocati in giro e bla bla bla, quando in realtà il problema è lui. E' lui che è maledettamente mediocre. Inoltre, tutti sembrano stargli sui nervi. Di seguito alcuni degli epiteti con cui chiama i personaggi che interagiscono con lui nel corso del romanzo:

Il cretino
Quel cretino
L’essere immondo
La merda
Il figlio di puttana
La troia
Il cornutone
Lo stronzo
Il fr*cio


Persino il cane è stronzo, non so se ho reso l’idea. E non è solo il protagonista ad essere insopportabile: non c'è un solo personaggio che sia uno che risulti anche lontanamente non dico simpatico ma almeno verosimile e diverso dal mucchio. Nessuno ispira sentimenti positivi o del tutto negativi (persino quello sarebbe stato preferibile): solo irritazione.

Vorrei astenermi dal giudizio sull'utilizzo di due espressioni: "la verità" e "ma tu vedi un poco la Madonna", perciò mi limiterò a dire solamente: AAAAAAAAAHHHHHH!!! (aka urlo di disperata frustrazione contro l'oscurità della notte, che anzi ripesandoci potrebbe essere persino più soddisfacente).

Per quanto riguarda la storia, essa non ha quasi contenuto e quel poco contenuto che ha si perde nei dialoghi artefatti che rendono il tutto ancora più insopportabile (se fai una domanda, ogni tanto potresti anche metterci un punto interrogativo alla fine. Non capisco lo scopo per cui domande del tipo: Che succede, Vincenzo. / Chi era al telefono. / Ma che hai combinato. restino senza punto interrogativo. Non c’è assolutamente nessuna ragione retorica o poetica o quello che sia per una cosa del genere.) e nelle digressioni, e quando dico digressioni intendo capitoli interi con tanto di titolo in grassetto dedicato ad argomenti che vengono artificiosamente infilati nella storia ma che non apportano assolutamente niente ad essa: sono solo la manifestazione del pensiero dell'autore e in più occasioni mi è sorto il serio dubbio che il romanzo fosse solo strumentale ai suoi bei temini sulla camorra, sull'amore e via dicendo. Insopportabile. L’unica cosa che mi è piaciuta di questo libro è stata l’averlo finito. (Ho usato la parola insopportabile cinque volte, con questa sei, e sono ancora troppo poche).