A review by laefe
Fuggire. Memorie di un ostaggio by Guy Delisle

5.0

Mentre agli inizi del Duemila Bridget Jones al cinema chiedeva con civetteria a Daniel Cleaver cosa ne pensasse della situazione in Cecenia, nel mondo reale, nel 1997, nella notte fra l'1 e il 2 luglio, Christophe André veniva rapito a Nazran, dove lavorava per una ONG umanitaria, e portato oltre il confine ceceno. Ai rapitori serviva un ostaggio.
La sua prigionia durerà 111 giorni, e ce li racconta, lui, insieme a Guy Delisle.
Su Amazon avevo letto un commento che mi aveva fatto accapponare i capelli: un tizio aveva dato una stella perché fra le pagine del volume non aveva trovato il solito umorismo dell'autore. Non commenterò, ho voluto condividere la cosa solo perché anche voi possiate mandar influssi negativi a quella persona.
"Fuggire" è, ovviamente, un'opera diversa rispetto alle precedenti "cronache" di Delisle. È un'opera biografica su un rapimento, e, anzi, nonostante ciò non si impantana nel dramma e in una narrazione pesante. Delisle semplicemente scandisce i giorni quasi ad uno ad uno: la luce del sole prima alta, poi bassa, il soffitto con la lampadina sempre spenta, la porta chiusa a chiave, il pranzo, poi la cena, i pensieri, le speranze, i dubbi, le ipotesi... finalmente il sonno. E poi inizia un altro giorno. "Forse oggi mi libereranno". Poi la luce cala. Notte. Sonno. Un nuovo giorno.
Andando avanti con le pagine sentiamo la routine di quelle giornate di prigionia sempre più opprimente, un senso di claustrofobia che fa venire la tentazione di andare avanti il più velocemente possibile, anche per "liberare" più velocemente Christophe. La sua liberazione è a 400 pagine di distanza. Delisle fa immergere il lettore talmente tanto nella storia, che si sente quasi la responsabilità di non perder tempo a osservare le vignette e di arrivare alla fine il prima possibile.
Per concludere, una grande prova d'autore, e, soprattutto, un'importante storia da far conoscere.