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momotan 's review for:
Among Thieves
by Douglas Hulick
Purtroppo questo libro mi ha lasciato abbastanza indifferente.
Dico purtroppo perché da un punto di vista oggettivo non ci sono pecche: lo stile è scorrevole, il ritmo serrato, non ci sono spiegazioni lunghe e inutili, non si dilunga troppo in fatti secondari o di scarsa importanza per la trama, ha sempre presente la storia centrale, ha un protagonista e pochi co-protagonisti.
Il mondo è interessante anche se non cade nell'infodump facendoci scoprire qualcosa di questa ambientazione poco a poco.
I personaggi sono ben variegati e differenziati, anche se qualche pecca nelle caratterizzazioni c'è (Drothe non sembra proprio una persona così pericolosa, e malgrado nessuno si fidi di nessuno lui finisce col dire la verità a un mare di gente).
Quindi non so bene di cosa si tratti... forse il fatto che non sono riuscito a sentirmi vicino a nessuno, né a Drothe né a Bronze né ovviamente agli upright men o ai due Grey princes che compaiono.
Forse il fatto che i legami da un indizio all'altro sembrano troppo tirati, che il modo in cui Drothe è tirato dentro a questa vicenda sembra troppo pretestuoso.
Forse il fatto che anche il finale (pur telefonato) alla fine è abbastanza irrealistico.
Non saprei.
Il libro si legge velocemente grazie al ritmo e alla sua semplicità, ed è curioso vedere un libro di questo tipo scritto in prima persona (anche se così facendo sarebbe dovuto trapelare prima il doppio gioco, già quando Drothe aveva comparato le azioni di Nicco e Kells) ma manca quel quid che ti fa entrare nelle pagine e nella storia, che ti fa appassionare, che ti fa chiedere cosa accadrà dopo.
Un bel contenitore, ma vuoto.
Mi spiace ma per me l'avventura con il kin finisce qui.
Dico purtroppo perché da un punto di vista oggettivo non ci sono pecche: lo stile è scorrevole, il ritmo serrato, non ci sono spiegazioni lunghe e inutili, non si dilunga troppo in fatti secondari o di scarsa importanza per la trama, ha sempre presente la storia centrale, ha un protagonista e pochi co-protagonisti.
Il mondo è interessante anche se non cade nell'infodump facendoci scoprire qualcosa di questa ambientazione poco a poco.
I personaggi sono ben variegati e differenziati, anche se qualche pecca nelle caratterizzazioni c'è (Drothe non sembra proprio una persona così pericolosa, e malgrado nessuno si fidi di nessuno lui finisce col dire la verità a un mare di gente).
Quindi non so bene di cosa si tratti... forse il fatto che non sono riuscito a sentirmi vicino a nessuno, né a Drothe né a Bronze né ovviamente agli upright men o ai due Grey princes che compaiono.
Forse il fatto che i legami da un indizio all'altro sembrano troppo tirati, che il modo in cui Drothe è tirato dentro a questa vicenda sembra troppo pretestuoso.
Forse il fatto che anche il finale (pur telefonato) alla fine è abbastanza irrealistico.
Non saprei.
Il libro si legge velocemente grazie al ritmo e alla sua semplicità, ed è curioso vedere un libro di questo tipo scritto in prima persona (anche se così facendo sarebbe dovuto trapelare prima il doppio gioco, già quando Drothe aveva comparato le azioni di Nicco e Kells) ma manca quel quid che ti fa entrare nelle pagine e nella storia, che ti fa appassionare, che ti fa chiedere cosa accadrà dopo.
Un bel contenitore, ma vuoto.
Mi spiace ma per me l'avventura con il kin finisce qui.