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matteott 's review for:
L'isola del tesoro
by Robert Louis Stevenson
È l'autore stesso, nel pezzo di auto-esegesi "My first book: Treasure Island" che troviamo in appendice all'edizione Feltrinelli di questo racconto, a darci la chiave di lettura più penetrante, il modo più semplice di accedere al segreto del meccanismo narrativo dell'Isola del Tesoro: "Sarebbe stato un racconto per ragazzi; niente psicologia, né ricercatezza di stile".
E non si può che essere d'accordo con Stevenson: l'essenza di questo romanzo è quella di un puro movimento della trama, priva di qualsivoglia riflessione o considerazione troppo pesante. La freccia direzionale del racconto procede spedita, attraverso avventure, scontri, peripezie che si susseguono velocemente, senza rischio di annoiare il lettore. Forse non è un metodo perfetto: gli eventi sembrano a volte fin troppo scheletrici nel loro verificarsi, ed il finale arriva con più velocità di quanto ci saremmo aspettati. Ma è comunque una sensazione rinfrescante, ed invita quasi ad abbandonarsi al flusso degli eventi, senza sovrastrutture mentali, godendosi le avventure piratesche che l'autore ha preparato per noi.
Impossibile poi non citare il punto più solido di tutto il libro: la figura di Long John Silver, il pirata "cavaliere di ventura" capace di efferate malvagità, doppi giochi e che tuttavia mantiene una dignità peculiare, in bilico tra comportamenti onorevoli e nefandezze senza quartiere. Un personaggio memorabile.
E non si può che essere d'accordo con Stevenson: l'essenza di questo romanzo è quella di un puro movimento della trama, priva di qualsivoglia riflessione o considerazione troppo pesante. La freccia direzionale del racconto procede spedita, attraverso avventure, scontri, peripezie che si susseguono velocemente, senza rischio di annoiare il lettore. Forse non è un metodo perfetto: gli eventi sembrano a volte fin troppo scheletrici nel loro verificarsi, ed il finale arriva con più velocità di quanto ci saremmo aspettati. Ma è comunque una sensazione rinfrescante, ed invita quasi ad abbandonarsi al flusso degli eventi, senza sovrastrutture mentali, godendosi le avventure piratesche che l'autore ha preparato per noi.
Impossibile poi non citare il punto più solido di tutto il libro: la figura di Long John Silver, il pirata "cavaliere di ventura" capace di efferate malvagità, doppi giochi e che tuttavia mantiene una dignità peculiare, in bilico tra comportamenti onorevoli e nefandezze senza quartiere. Un personaggio memorabile.