A review by kirillov
The Interrogation by J.M.G. Le Clézio, Daphne Woodward

3.0

Libro atipico, spigoloso, arduo, potente. Le Clèzio lo scrive incredibilmente a soli 23 anni e si trova ad esordire con quello che è il suo testo sicuramente più coraggioso. Linguisticamente spinoso, libero dai vincoli della parola comune riesce allo stesso tempo ad essere estremamente figurativo. La storia si articola in maniera molto semplice, con un singolo protagonista e le sue manie, paranoie e le figure umane che vengono a vanno (ma per lo più vanno) all'interno della sua vita. Il libro è attraversato da una tematica non di certo unica nel suo genere, quella della fuga dalla modernità, ma riesce ad affrontarla attraverso un eremitismo che non riesce mai ad essere completamente tale ed apre alle contraddizioni del personaggio sino a portarlo verso il, a mio parere, tragico finale, il quale lascia intendere l'unica possibilità concessa dal dominio: la pazzia del fuggitivo. Questo eco della pazzia in Le Clèzio, che pubblica il libro nel 1963, richiama a mio parere fortemente "La Storia della Follia nell'Età Classica" di Foucault, datata 1961, la quale per l'appunto analizzava la psichiatrizzazione dell'antisociale ed il passaggio dall'accettazione del folle alla sua conclamata pericolosità e necessaria reclusione.
Le Clézio ha a mio parere il merito di aver affrontato un tema non certamente innovativo cercando di creare il nuovo direttamente attraverso la lingua. Ciò rende il libro, secondo me, superiore dal punto di vista stilistico rispetto al suo contenuto in senso stretto. Le tre stelle che decido di assegnare sono un voto di equilibrio che cerca di mediare tra una scrittura che mi ha travolto ed uno sviluppo del personaggio e della storia che, anche se da me apprezzati, non si contraddistinguono per una particolare originalità