Ho concluso questa graphic novel ieri. Che devo dire se non che è la migliore che ho letto fin'ora, che è fondamentale per far sapere cosa è accaduto e cosa accade in Kurdistan, quello che non dicono alla tv e che ormai si sono dimenticati che esiste. L'ho amata dall'inizio alla fine, dentro mi ha fatto spesso piangere, commuovere, aver paura per le persone che vivono e combattono lì, sentire ammirazione per chi crede nella causa da unirsi all'esercito e dare la vita per un cambiamento. Si sa già com'è questo mondo, ma leggere che la Turchia, che dovrebbe stare dalla parte dei Curdi, fa ciò che gli conviene e li ha attaccati e già prima li attaccava.. schifo.. è così brutto che in questo mondo non vengono prima le persone, i suoi diritti, i suoi sentimenti, ma il profitto e l'egoismo.. Proprio senza cuore.. come il signore che hanno incontrato a Tal Abyad. A lui non interessava che ora che stava sotto le forze ypg e ypj vivevano meglio, al sicuro, liberi di essere chi sono. A lui importava andare e tornare dal lavoro in fretta, e che con l'Isis si faceva tutto velocemente. Tanto chissenefrega se dei bambini vengono seppelliti vivi, delle donne e delle bambine violentate, tagliano la testa alle persone, bombardano i loro villaggi e paesi.. Sono il colmo le persone che pensano cose del genere. Comunque è davvero bella come graphic novel rispetto alle altre perché è informativa, ti fa riflettere, ti fa sapere e ragionare su cosa accade un po' più a sud est rispetto a te. Ti fa sapere come la gente dice no, a me non va bene vivere così, si rimbocca le maniche e fa qualcosa. Come i Curdi sono ospitali con tutti, a chi è in difficoltà. Non so se in Italia in una situazione del genere saremmo così.. e mi rende triste pensarlo. Mi sono piaciute e mi hanno commossa anche le pagine che ha aggiunto nel 2020 su Lorenzo Orsetti. È bello sapere che anche una persona che non è curda, credeva nella causa e voleva fare qualcosa per rendersi utile. E come sa sempre fare Zerocalcare, anche raccontando una situazione del genere, sa metterci del humor al punto giusto, che non stona.