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Les Enfants Terribles by Jean Cocteau
4.0

 Guardai la versione cinematografica de "Les Enfants Terribles" quando avevo diciassette anni, e ammetto che all'epoca non penso di averlo capito al cento per cento; il bianco e nero (a cui non ero abituata), le atmosfere surreali e scure e il finale tragico mi lasciarono comunque molto sgomento.

Cocteau ha scritto questo racconto durante un periodo in una clinica di riabilitazione, nel tentativo di disintossicarsi dall'oppio. Benché i riferimenti alla droga appaiano diverse volte, in realtà il racconto non ne parla direttamente, nel senso che non va concepito come un racconto sulla droga. La dipendenza, però, tratteggia le relazioni e le dinamiche dei rapporti, costituiti da scontri fra dominanti (Elizabeth e Paul) e sottomessi (Agathe e Gérard), e allo stesso tempo, gli stessi dominanti sono a loro volta dominati, vittime delle proprie passioni.
I due orfani Agathe e Gérard, che ruotano attorno ai due fratelli, sono i personaggi più lucidi, eppure si sottomettono di buon grado ai giochi e alle assurdità di Elizabeth e Paul, non riuscendo a farne a meno.

Il contesto in cui i ragazzi vivono - dapprima la disordinata abitazione in Rue Montmarte, e poi, il palazzone lasciato in eredità a Elizabeth da un ricco marito che muore improvvisamente - rappresenta la mancanza e il vuoto delle guide e delle figure genitoriali, che per un motivo (la morte) o per un altro (il lavoro) sono pressoché assenti.
I ragazzi vengono lasciati da soli a esplorare il percorso di crescita che li porta all'età adulta, dalla responsabilità alle pulsioni sessuali, con conclusioni piuttosto ambivalenti. Se da un lato i ragionevoli Agathe e Gérard si adattano alla normalità della vita borghese, Elizabeth e Paul la rifiutano, finendo col divenire le vittime dei loro stessi giochi.

Cocteau ha redatto "Les Enfants Terribles" in fretta, scrivendolo più per se stesso che per il pubblico, un racconto confuso e onirico che contribuisce a tratteggiare il complesso immaginario di questo grande autore.