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A review by mariaste_
The Geek Feminist Revolution: Essays by Kameron Hurley
4.0
4.25
Questa collezione di saggi si può descrivere come "arrabbiata". Non è però quella furia cieca e distruttiva, quello sfogo totalmente casuale e fine a se stesso. Racconta di come questa rabbia sia diventata una sorta di laser diretto, in maniera quasi chirurgica, nei confronti di situazione, persone e fatti che hanno permeato la nostra vita sin dall'infanzia e che fatichiamo a percepire come sbagliati e ingiusti.
Si mette in gioco il ruolo della donna, si parla di relazioni tossiche, di quanto la gente abbia bisogno degli altri prima di mettersi in gioco, di molestie su internet e molestie vere e proprie. Ah sì compaiono anche i simpaticissimi Sad e Rabid Puppies.
Si percepisce anche la differenza culturale tra me e l'autrice (per quanto dal suo punto di vista, e credo anche da un punto di vista strettamente antropologico, io e lei siamo entrambe donne caucasiche quasi coetanee), il gap tra l'essere italiani e l'essere statunitensi. Ho letto con genuino orrore il saggio su come abbia scoperto di avere il diabete di tipo I e ho ringraziato più e più volte di essere nata in un paese che, per quanto pieno di difetti, non mi fa certo pensare che non sarò in grado di avere un farmaco salvavita senza assicurazione medica.
Nel compenso una lettura femminista diversa da quelle delle Adichie, con un coinvolgimento emotivo forse anche superiore ma con un'accessibilità assolutamente inferiore rispetto ai brevi saggi della scrittrice africana.
Questa collezione di saggi si può descrivere come "arrabbiata". Non è però quella furia cieca e distruttiva, quello sfogo totalmente casuale e fine a se stesso. Racconta di come questa rabbia sia diventata una sorta di laser diretto, in maniera quasi chirurgica, nei confronti di situazione, persone e fatti che hanno permeato la nostra vita sin dall'infanzia e che fatichiamo a percepire come sbagliati e ingiusti.
Si mette in gioco il ruolo della donna, si parla di relazioni tossiche, di quanto la gente abbia bisogno degli altri prima di mettersi in gioco, di molestie su internet e molestie vere e proprie. Ah sì compaiono anche i simpaticissimi Sad e Rabid Puppies.
Si percepisce anche la differenza culturale tra me e l'autrice (per quanto dal suo punto di vista, e credo anche da un punto di vista strettamente antropologico, io e lei siamo entrambe donne caucasiche quasi coetanee), il gap tra l'essere italiani e l'essere statunitensi. Ho letto con genuino orrore il saggio su come abbia scoperto di avere il diabete di tipo I e ho ringraziato più e più volte di essere nata in un paese che, per quanto pieno di difetti, non mi fa certo pensare che non sarò in grado di avere un farmaco salvavita senza assicurazione medica.
Nel compenso una lettura femminista diversa da quelle delle Adichie, con un coinvolgimento emotivo forse anche superiore ma con un'accessibilità assolutamente inferiore rispetto ai brevi saggi della scrittrice africana.