A review by dory_a
As Good As Dead by Holly Jackson

dark emotional mysterious tense medium-paced
  • Plot- or character-driven? A mix
  • Strong character development? It's complicated
  • Loveable characters? It's complicated
  • Diverse cast of characters? It's complicated
  • Flaws of characters a main focus? Yes

3.5

Sono passati alcuni mesi dagli eventi di Good Girl, Bad Blood e Pippa Fitz-Amobi sta avendo non poche difficoltà a tornare alla normalità, ancora tormentata dall'ultimo caso su cui ha indagato; come se non bastasse poi, Max Hastings ha scelto proprio questo momento per denunciarla per diffamazione. Pip è convinta che solo indagando su un ultimo caso - un caso dove magari non ci sia nessunissimo dubbio su chi siano i buoni e chi i cattivi - riuscirà finalmente a tornare sula strada giusta. Non può immaginare che il caso questa volta potrebbe riguardare proprio lei: gli uccelli morti e gli omini fatti col gesso apparsi improvvisamente sul suo vialetto infatti non possono essere né casuali né scherzi dei vicini, ma per forza opera di uno stalker e tutti gli indizi sembrano rimandare al Duct Tape Killer, un noto serial killer della zona. Perché anche se qualcuno è stato già accusato e condannato per i crimini commessi dal DT Killer, è chiaro che il vero DT Killer sia ancora a piede libero e sembra che abbia scelto lei come sua prossima vittima...

Dopo aver aspettato più di un anno per leggere il secondo volume della trilogia, questa volta non ce l'ho fatta proprio ad aspettare: subito dopo aver concluso Good Girl, Bad Blood, ho immediatamente acquistato As Good As Dead, che ho iniziato a leggere non appena mi è arrivato a casa, tanta era la curiosità di scoprire come si sarebbe conclusa la storia di Pip. Ammetto che, vista la mia esperienza positiva con i primi due volumi, avevo delle aspettative abbastanza alte per As Good As Dead e speravo vivamente che il finale si sarebbe rivelato all'altezza del resto della trilogia. Tutto sommato, a me As Good As Dead non è dispiaciuto, purtroppo però l'ho trovato un finale soddisfacente solo in parte - per alcuni motivi che svelerò nel corso della recensione - e dei tre volumi è sicuramente quello che ho preferito di meno.

Innanzitutto, As Good As Dead è il volume che più si distanzia dal resto della trilogia - per quanto riguarda l'impostazione più che altro - ma non è di certo per questo che l'ho trovato inferiore gli altri due volumi, anzi; comunque, proprio come in A Good Girl's Guide to Murder e Good Girl, Bad Blood, anche in As Good As Dead c'è ovviamente un caso da risolvere - Pip deve scoprire l'identità del suo stalker e quindi del DT Killer - la differenza sta nel fatto che Pip indaga veramente poco e a, alla fin fine, il colpevole è pure abbastanza prevedibile (cosa comprensibile visto che i sospettati sono pochissimi), inoltre il caso viene risolto relativamente presto e difatti il fulcro di questo volume non è tanto il caso ma ciò che succede a Pip e tutto ciò che ne consegue: la storia prende infatti una svolta inaspettata e decisamente scioccante, per quanto mi riguarda però io l'ho trovata anche in linea con la trilogia e con tutto quello che è successo nei volumi precedente, soprattutto se si prendono in considerazione la strada intrapresa da Holly Jackson e alcuni discorsi e riflessioni presenti in Good Girl, Bad Blood.

La direzione che l'autrice ha voluto far prendere a questo ultimo volume quindi è senza dubbio interessante e coerente ma è anche un po' azzarda ed infatti io all'inizio non sapevo proprio che pensare, alla fine però secondo me la scelta di Holly Jackson si è rivelata vincente: nonostante il cambio di rotta, anche nel caso di As Good As Dead la suspense e la tensione rimangono alte dall'inizio alla fine, la storia mi ha appassionata ed incuriosita talmente tanto da non riuscire e staccarmi dalle pagine tanta era la voglia di scoprire cosa si sarebbe inventata Pip, quale sarebbe stata la sua prossima mossa, come si sarebbe concluso il tutto (in particolare, se Pip sarebbe effettivamente riuscita
a  farla franca)
. Per capire quanto fossi presa da As Good As Dead, vi basterà sapere che le 550 pagine (circa) da cui è composto il libro mi sono sembrate scorrere lisce come l'olio, una cosa che non avrei mai pensato di dire visto che all'epoca mi lamentai della lunghezza di A Good Girl's Guide to Murder (che conta più di 100 pagine in meno). Detto questo, vi consiglio vivamente di mettere da parte il vostro scettiscismo - ancora più del solito - altrimenti non so quanto possa piacervi questo libro.

In As Good As Dead poi l'autrice ha continuato ed esplorare i concetti di giusto vs. sbagliato, bene vs. male, cattivi vs. buoni, compiendo un ulteriore passo avanti da questo punto di vista e facendo di Pip l'espressione delle tante sfaccettature che caratterizzano questi concetti, a dimostrazione del fatto che i loro confini sono molto più labili di quanto ci piacerebbe pensare. Come ho già sottolineato nella recensione di Good Girl, Bad Blood, volume dopo volume Pip si è allontanata sempre di più dall'idea di brava ragazza che aveva dato in A Good Girl's Guide to Murder, diventando non soltanto molto più complessa anche molto più ambigua e questa evoluzione/involuzione - dipende quale prospettiva si decide di adottare - è sicuramente una delle cose che ho apprezzato di più di questa trilogia. In As Good As Dead possiamo dire che Pip raggiunge l'apice di questa evoluzione/involuzione compiendo delle decisioni a dir poco interessanti; ora, con questo non voglio dire che condivido e/o giustifico le scelte che la protagonista decide di compiere nel corso del romanzo ma Holly Jackson è stata davvero brava a farmi quantomeno comprendere Pip ed il suo comportamento, cercando di fare in modo che sembrassero il meno improbabile e fuori dal personaggio possibile.

Nonostante tutto però, ribadisco che per me As Good As Dead è il volume più debole della trilogia e i motivi sono vari. Innanzitutto, a lungo andare mi è iniziata a pesare parecchio la mancanza di due degli aspetti che più avevo amato nei volumi precedenti: l'elemento mix media - che per forza di cose è poco presente - e risolvere il mistero di turno insieme a Pip (nel caso di As Good As Dead infatti le indagini sono molto superficiali e il caso viene risolto prima della metà del libro). Tuttavia ad avermi veramente deluso di questo volume conclusivo non è stato questo, ma il fatto che l'autrice abbia completamente ignorato le inevitabili conseguenze sulla propria salute mentale che accompagnano un'azione come quella che Pip compie in questo libro, perché a prescindere da quanto 
sia pessima una persona è praticamente impossibile non rimanere traumatizzati dopo averla uccisa
; Pip invece - nel
capitolo ambientato nel futuro
- non sembra avere nessun problema da questo punto di vista, nonostante non abbia mai cercato
nessun aiuto professionale
e abbia pure deciso di
isolarsi ed allontanarsi da tutte le persone a lei care
. Ora, se si fosse trattato di un altro libro probabilmente avrei lasciato correre - nei mystery/thriller non è raro ignorare le ripercussioni che gli eventi hanno sulla salute mentale dei personaggi - ma Holly Jackson mi è sempre sembrata molto attenta a queste cose: proprio all'inizio di As Good As Dead l'autrice insiste nel mostrarci quanto Pip sia rimasta provata in seguito agli avvenimenti di Good Girl, Bad Blood per cui sono rimasta delusa che alla fine abbia invece scelto la strada più facile, banale ed irrealistica. Inoltre - e mi rendo conto che questa cosa in realtà non sia poi così grave ma comunque non mi ha fatto particolarmente impazzire - per me in questo volume è stata data troppa importanza a Ravi, non in quanto personaggio (a me Ravi piace pure!) ma in quanto ragazzo di Pip: avrei voluto che Pip, nel suo momento più buio e difficile, avesse tratto forza non soltanto dal pensiero di Ravi ma anche da quello dei suoi genitori e del suo fratellino, visto che nei volumi precedenti erano sembrati molto uniti; proprio in generale comunque, almeno per me, una parte dell'importanza data a Ravi e alla storia d'amore tra lui e Pip, Holly Jackson avrebbe dovuto darla alla famiglia di quest'ultima e magari anche agli amici (considerando anche l'importante ruolo che giocano in As Good As Dead).

Insomma, io da As Good As Dead - trattandosi del gran finale - mi aspettavo decisamente qualcosa in più; nonostante questo però, mi sento comunque di consigliare questa trilogia dato che per me rimane una delle migliori trilogie young adult mystery/thriller lette negli ultimi anni!