Scan barcode
A review by dory_a
Wonderstruck by Brian Selznick
emotional
inspiring
reflective
medium-paced
- Plot- or character-driven? Character
- Strong character development? Yes
- Loveable characters? Yes
- Diverse cast of characters? It's complicated
- Flaws of characters a main focus? No
4.0
Sono passati alcuni mesi da quando la mamma di Ben è venuta a mancare, eppure il dolore per la sua perdita non accenna a diminuire nonostante gli zii abbiano deciso di accoglierlo a casa loro e stiano facendo del loro meglio per farlo sentire il benvenuto; Ben però, pur essendogli grato, desidera ora più che mai scoprire finalmente chi sia suo padre, così quando nella sua vecchia casa trova un indizio che sembra riferirsi a lui, Ben non ci pensa due volte a recarsi a New York, con la speranza di trovarlo e conoscerlo.
Circa cinquanta anni prima, anche Rose - una bambina di Hoboken - ha deciso di partire alla volta di New York, anche se per un motivo completamente diverso: trascurata e non compresa dai genitori, Rose ha pensato di mettersi in viaggio alla ricerca della sua attrice di cinema preferita, Lillian Mayhew.
Riusciranno Ben e Rose ad arrivare sani e salvi a New York? Ma soprattutto, riusciranno a trovare quello che stanno cercando?
Era da quando vidi ed adorai Hugo Cabret, l'adattamento cinematografico di La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, che volevo leggere un romanzo di Brian Selznick (l'autore del libro appunto); inizialmente, volevo recuperare proprio il libro da cui è stato tratto il film in modo da rivivere attraverso un media diverso la storia ma poi dopo aver letto le trame di altre sue opere e aver scoperto che in quasi tutte sono presenti delle illustrazioni che vanno ad arricchire ulteriormente la storia, ho sviluppato un certo interesse verso la maggior parte dei suoi lavori. Dopo vari anni dalla visione di Hugo Cabret, sono finalmente riuscita a leggere qualcosa di Brian Selznick e anche se non si è trattato del romanzo a cui è ispirato (che comunque prima o poi voglio recuperare!), si è trattato di un libro altrettanto interessante e particolare: mi riferisco appunto a Wonderstruck, nel quale Selznick ci racconta la storia di due bambini utilizzando due tipi di narrazione diversi, per uno le parole, per l'altra le immagini. Tutto sommato, a me Wonderstruck è piaciuto molto, devo ammettere però di averci messo un bel po' ad apprezzarlo veramente.
La storia - o meglio le storie - contenuta in Wonderstruck è molto semplice ma comunque appassionante e d'impatto: da un lato abbiamo appunto Ben, un bambino che ha da poco perso la mamma e per questo vuole ora risalire all'identità del padre e magari incontrarlo e conoscerlo pure, dall'altro abbiamo invece Rose, un bambina da sempre circondata da adulti - in primis i genitori - che non fanno altro che trascurarla e che non si sono mai presi la briga di capire di cosa Rose avesse veramente bisogno. Entrambi i protagonisti di Wonderstruck sono convinti che è a New York che sono nascoste le risposte a tutte le loro domande e a tutti i loro dubbi, che sarà grazie alla Grande Mela che capiranno finalmente qual è il loro posto nel mondo e qual è il segreto per essere davvero felici, e sarà lì che troveranno qualcuno, magari una famiglia, che li capisca e li ami senza riserve. Oltre a ciò, ad accumunare Ben e Rose c'è anche il fatto che sono entrambi sordi: lei lo è fin dalla nascita, lui invece - nato sordo solo da un orecchio - lo diventa completamente (anche se temporaneamente) solo nel corso del romanzo, in seguito ad un incidente e vediamo quindi che impatto ha tutto ciò sulle loro vite e come gli altri si pongono nei loro confronti. Personalmente, credo che Brian Selznick abbia fatto un buon lavoro per quanto riguarda la caratterizzazione dei due protagonisti di Wonderstruck: tralasciando la loro decisione di fuggire di casa e recarsi in una grande città completamente da soli (una cosa molto irrealistica), nel corso della storia danno sempre l'impressione di essere due bambini di dodici anni, che sanno ancora poco e niente del mondo e di loro stessi. Ben e Rose sono due personaggi a cui è praticamente impossibile non affezionarsi e per cui fare il tifo: sarà per la loro scelta di abbandonare la sicurezza della loro casa per raggiungere una città come New York che sembra allo stesso tempo coraggiosa e d'ispirazione ma anche azzardata e pericolosa, sarà per il fatto che nella loro breve vita ne hanno già passate così tante che uno vorrebbe solo che trovassero un po' di pace e felicità e che la trovassero il prima possibile.
Wonderstruck comunque riesce a distinguersi rispetto a tanti altri romanzi grazie al fatto che Brian Selznick ha deciso di utilizzare due tipi di narrazione diversi per raccontare le storie dei due personaggi: la storia di Ben infatti presenta una narrazione molto più "tradizionale" per cui il mezzo utilizzato per raccontarla è appunto la parola (scritta), mentre la storia di Rose si dipana solo ed esclusivamente attraverso le immagini. Prima di Wonderstruck, non avevo mai letto un romanzo con una narrazione "visiva" (se ovviamente non si contano i fumetti e i graphic novel) e non sapevo esattamente cosa aspettarmi né se sarei riuscita ad apprezzare questo tipo di storytelling. Brian Selznick però è stato veramente molto bravo ed è riuscito a sfruttare i punti di forza di entrambi gli storytelling e a farli brillare tutti e due, oltre a fare in modo che sia la storia di Ben che quella di Rose avessero lo stesso grande impatto. Inoltre, mi congratulo con l'autore di Wonderstruck anche per il modo ingegnoso da lui utilizzato per fare in modo che le storie dei due bambini si compensassero a vicenda.
Un ruolo estremamente importante sia nella storyline di Ben che in quella di Rose lo ricoprono sicuramente i musei e tutta l'importanza e lo spazio dedicati a questi ultimi è un'altra delle cose che ho apprezzato tantissimo di Wonderstruck: nel corso del libro ci viene rivelato come sono nati i musei, che cosa veniva conservato al loro interno all'inizio, come sono cambiati nel corso degli anni, in particolare com'è cambiata la loro funzione e il modo di essere organizzati, senza contare le altre innumerevoli ed interessati curiosità ed informazioni che ci vengono date a riguardo; i musei in Wonderstruck sono talmente tanto fondamentali che addirittura una buona parte del romanzo è ambientata letteralmente in un museo! Rimanendo sempre nel campo dell'arte (in generale), in Wonderstruck trova spazio anche un'altra forma d'arte ovvero il cinema di cui si parla più che altro nella storia di Rose essendo Lillian Mayhew (la sua attrice preferita) un'attrice di cinema. Io personalmente ho adorato tutti gli accenni e le curiosità - che sono relativamente pochi - del cinema di quegli anni e non mi sarebbe affatto dispiaciuto se Selznick avesse deciso di dargli più peso, anche perché la storyline di Rose è ambientata nel 1927 un anno rivoluzionario per il cinema dato che si inizia a passare dal muto al sonoro e sarebbe stato molto interessante se l'autore avesse ulteriormente approfondito le conseguenze di questo grande cambiamento sulle persone sorde.
Tuttavia, per quanto io stessi trovando il romanzo appassionante e coinvolgente e mi stessi affezionando sempre di più ai suoi due protagonisti, Wonderstruck ci ha messo un bel po' a conquistarmi (o quantomeno a farlo del tutto). Nello specifico, la svolta c'è stata solo verso la fine ovvero quando viene svelato cos'è a legare Ben e Rose (ed alcune cose un po' incomprensibili iniziano finalmente ad acquistare un senso) e le loro due storie si intrecciano diventando una sola, ma doppiamente bella ed emozionante. Probabilmente, il finale di Wonderstruck è una delle cose che ho adorato di più del libro soprattutto per la scelta di Brian Selznick di dare sia alla storia di Ben che a quella di Rose Spoileruna conclusione felice ed ottimista: come ho già sottolineato, nonostante la loro giovanissima età, Rose e Ben non hanno avuto una vita esattamente semplice (Ben si è ritrovato improvvisamente senza una mamma, mentre nel caso di Rose i suoi genitori non si sono mai sforzata di capirla, decidendo di ignorare bellamente i suoi desideri ed i suoi bisogni) e Brian Selznick non ci nasconde né sminuisce le loro difficoltà, alla fine ha scelto però di concludere Wonderstruck con Spoilerun messaggio positivo e pieno di speranza e di dare ad entrambi i protagonisti Spoilerun toccante e bellissimo lieto fine e questa è una cosa che apprezzo sempre tanto.
Insomma, io personalmente vi consiglio Wonderstruck: se volete un'esperienza di lettura diversa oppure un romanzo con due protagonisti facilmente apprezzabili o ancora se avete voglia di una storia toccante. Per quanto mi riguarda, io non vedo l'ora di leggere qualche altro romanzo di Brian Selznick, in particolare mi interessano parecchio La straordinaria invenzione di Hugo Cabret e Il tesoro dei Marvel e spero di riuscire a recuperare presto almeno uno dei due!
Circa cinquanta anni prima, anche Rose - una bambina di Hoboken - ha deciso di partire alla volta di New York, anche se per un motivo completamente diverso: trascurata e non compresa dai genitori, Rose ha pensato di mettersi in viaggio alla ricerca della sua attrice di cinema preferita, Lillian Mayhew.
Riusciranno Ben e Rose ad arrivare sani e salvi a New York? Ma soprattutto, riusciranno a trovare quello che stanno cercando?
Era da quando vidi ed adorai Hugo Cabret, l'adattamento cinematografico di La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, che volevo leggere un romanzo di Brian Selznick (l'autore del libro appunto); inizialmente, volevo recuperare proprio il libro da cui è stato tratto il film in modo da rivivere attraverso un media diverso la storia ma poi dopo aver letto le trame di altre sue opere e aver scoperto che in quasi tutte sono presenti delle illustrazioni che vanno ad arricchire ulteriormente la storia, ho sviluppato un certo interesse verso la maggior parte dei suoi lavori. Dopo vari anni dalla visione di Hugo Cabret, sono finalmente riuscita a leggere qualcosa di Brian Selznick e anche se non si è trattato del romanzo a cui è ispirato (che comunque prima o poi voglio recuperare!), si è trattato di un libro altrettanto interessante e particolare: mi riferisco appunto a Wonderstruck, nel quale Selznick ci racconta la storia di due bambini utilizzando due tipi di narrazione diversi, per uno le parole, per l'altra le immagini. Tutto sommato, a me Wonderstruck è piaciuto molto, devo ammettere però di averci messo un bel po' ad apprezzarlo veramente.
La storia - o meglio le storie - contenuta in Wonderstruck è molto semplice ma comunque appassionante e d'impatto: da un lato abbiamo appunto Ben, un bambino che ha da poco perso la mamma e per questo vuole ora risalire all'identità del padre e magari incontrarlo e conoscerlo pure, dall'altro abbiamo invece Rose, un bambina da sempre circondata da adulti - in primis i genitori - che non fanno altro che trascurarla e che non si sono mai presi la briga di capire di cosa Rose avesse veramente bisogno. Entrambi i protagonisti di Wonderstruck sono convinti che è a New York che sono nascoste le risposte a tutte le loro domande e a tutti i loro dubbi, che sarà grazie alla Grande Mela che capiranno finalmente qual è il loro posto nel mondo e qual è il segreto per essere davvero felici, e sarà lì che troveranno qualcuno, magari una famiglia, che li capisca e li ami senza riserve. Oltre a ciò, ad accumunare Ben e Rose c'è anche il fatto che sono entrambi sordi: lei lo è fin dalla nascita, lui invece - nato sordo solo da un orecchio - lo diventa completamente (anche se temporaneamente) solo nel corso del romanzo, in seguito ad un incidente e vediamo quindi che impatto ha tutto ciò sulle loro vite e come gli altri si pongono nei loro confronti. Personalmente, credo che Brian Selznick abbia fatto un buon lavoro per quanto riguarda la caratterizzazione dei due protagonisti di Wonderstruck: tralasciando la loro decisione di fuggire di casa e recarsi in una grande città completamente da soli (una cosa molto irrealistica), nel corso della storia danno sempre l'impressione di essere due bambini di dodici anni, che sanno ancora poco e niente del mondo e di loro stessi. Ben e Rose sono due personaggi a cui è praticamente impossibile non affezionarsi e per cui fare il tifo: sarà per la loro scelta di abbandonare la sicurezza della loro casa per raggiungere una città come New York che sembra allo stesso tempo coraggiosa e d'ispirazione ma anche azzardata e pericolosa, sarà per il fatto che nella loro breve vita ne hanno già passate così tante che uno vorrebbe solo che trovassero un po' di pace e felicità e che la trovassero il prima possibile.
Wonderstruck comunque riesce a distinguersi rispetto a tanti altri romanzi grazie al fatto che Brian Selznick ha deciso di utilizzare due tipi di narrazione diversi per raccontare le storie dei due personaggi: la storia di Ben infatti presenta una narrazione molto più "tradizionale" per cui il mezzo utilizzato per raccontarla è appunto la parola (scritta), mentre la storia di Rose si dipana solo ed esclusivamente attraverso le immagini. Prima di Wonderstruck, non avevo mai letto un romanzo con una narrazione "visiva" (se ovviamente non si contano i fumetti e i graphic novel) e non sapevo esattamente cosa aspettarmi né se sarei riuscita ad apprezzare questo tipo di storytelling. Brian Selznick però è stato veramente molto bravo ed è riuscito a sfruttare i punti di forza di entrambi gli storytelling e a farli brillare tutti e due, oltre a fare in modo che sia la storia di Ben che quella di Rose avessero lo stesso grande impatto. Inoltre, mi congratulo con l'autore di Wonderstruck anche per il modo ingegnoso da lui utilizzato per fare in modo che le storie dei due bambini si compensassero a vicenda.
Un ruolo estremamente importante sia nella storyline di Ben che in quella di Rose lo ricoprono sicuramente i musei e tutta l'importanza e lo spazio dedicati a questi ultimi è un'altra delle cose che ho apprezzato tantissimo di Wonderstruck: nel corso del libro ci viene rivelato come sono nati i musei, che cosa veniva conservato al loro interno all'inizio, come sono cambiati nel corso degli anni, in particolare com'è cambiata la loro funzione e il modo di essere organizzati, senza contare le altre innumerevoli ed interessati curiosità ed informazioni che ci vengono date a riguardo; i musei in Wonderstruck sono talmente tanto fondamentali che addirittura una buona parte del romanzo è ambientata letteralmente in un museo! Rimanendo sempre nel campo dell'arte (in generale), in Wonderstruck trova spazio anche un'altra forma d'arte ovvero il cinema di cui si parla più che altro nella storia di Rose essendo Lillian Mayhew (la sua attrice preferita) un'attrice di cinema. Io personalmente ho adorato tutti gli accenni e le curiosità - che sono relativamente pochi - del cinema di quegli anni e non mi sarebbe affatto dispiaciuto se Selznick avesse deciso di dargli più peso, anche perché la storyline di Rose è ambientata nel 1927 un anno rivoluzionario per il cinema dato che si inizia a passare dal muto al sonoro e sarebbe stato molto interessante se l'autore avesse ulteriormente approfondito le conseguenze di questo grande cambiamento sulle persone sorde.
Tuttavia, per quanto io stessi trovando il romanzo appassionante e coinvolgente e mi stessi affezionando sempre di più ai suoi due protagonisti, Wonderstruck ci ha messo un bel po' a conquistarmi (o quantomeno a farlo del tutto). Nello specifico, la svolta c'è stata solo verso la fine ovvero quando viene svelato cos'è a legare Ben e Rose (ed alcune cose un po' incomprensibili iniziano finalmente ad acquistare un senso) e le loro due storie si intrecciano diventando una sola, ma doppiamente bella ed emozionante. Probabilmente, il finale di Wonderstruck è una delle cose che ho adorato di più del libro soprattutto per la scelta di Brian Selznick di dare sia alla storia di Ben che a quella di Rose Spoileruna conclusione felice ed ottimista: come ho già sottolineato, nonostante la loro giovanissima età, Rose e Ben non hanno avuto una vita esattamente semplice (Ben si è ritrovato improvvisamente senza una mamma, mentre nel caso di Rose i suoi genitori non si sono mai sforzata di capirla, decidendo di ignorare bellamente i suoi desideri ed i suoi bisogni) e Brian Selznick non ci nasconde né sminuisce le loro difficoltà, alla fine ha scelto però di concludere Wonderstruck con Spoilerun messaggio positivo e pieno di speranza e di dare ad entrambi i protagonisti Spoilerun toccante e bellissimo lieto fine e questa è una cosa che apprezzo sempre tanto.
Insomma, io personalmente vi consiglio Wonderstruck: se volete un'esperienza di lettura diversa oppure un romanzo con due protagonisti facilmente apprezzabili o ancora se avete voglia di una storia toccante. Per quanto mi riguarda, io non vedo l'ora di leggere qualche altro romanzo di Brian Selznick, in particolare mi interessano parecchio La straordinaria invenzione di Hugo Cabret e Il tesoro dei Marvel e spero di riuscire a recuperare presto almeno uno dei due!